Saw è una delle mie serie horror preferite, sicuramente la mia serie horror moderna preferita, che ho seguito anche in momenti non eccelsi, ed anche in essi mi sono divertito, l’ho vista tutta e la possiedo in dvd completa. Almeno fino ad ora era completa, perchè (come ho già scritto in un precedente articolo) quello che essenzialmente è “Saw VIII” uscirà finalmente, dopo anni di voci, ed a Halloween.
Quindi, quale momento migliore di fare la- fin troppo rimandata dal sottoscritto – retrospettiva di Saw? Mi rivedrò ogni film e riscriverò le recensioni da zero, ed il tutto sarà diviso in quattro numeri di Grind Cafè EX, uno per settimana fino ad Halloween.
Lo dico ora e lo ridirò più volte nei prossimi numeri (ed all’interno delle recensioni stesse), ma in questo caso farò una parziale eccezione alla mia politica sugli spoilers (cerco di tenere ogni articolo e recensione sempre spoiler-free) per discutere alcuni dettagli – e non – delle trame. Vi consiglio di vedere prima i film, se possibile.
Detto questo, iniziamo!
Anno: 2004
Titoli Alternativi: Saw – L’Enigmista
Nazione: Stati Uniti
Durata: 1 ora e 37 minuti
Regia: James Wan
Sì, la facciamo davvero sta retrospettiva Saw, ora che aspettiamo Saw Legacy.
E perchè non sono un totale idiota, dico di cominciare dal primo Saw, l’originale, di solito è una buona idea, ancor più quando vuoi fare una retrospettiva, e via dicendo. Logica.
E sì, SPOILERS. Lo ricorderò più avanti, ma in questo caso farò SPOILERS.
Probabilmente inutili vista la popolarità della serie, ma di dovere.
Se penso ad una serie che definisce l’horror di inizio millennio, è difficile non pensare a Saw – assieme al deludente Hostel di Eli Roth – se non altro per ricordarsi del termine “torture porn”, ovvero quando vuoi far vergognare e svilire qualcosa, dagli del porno, perchè sia chiaro, è un termine odioso, è una critica pigra, perchè ti permette di lavartene subito le mani dopo aver dato sommari giudizi – in questo caso – su come un film horror abbia la curiosa tendenza ad avere contenuti violenti.
È inoltre un modo per sentirsi rapidamente superiori a certi film, il che la dice lunga sul recensore, sull’attitudine “sono qui per dimostrare che sono superiore a te, non perchè mi piacciono i film davvero”, che purtroppo è diffusa, essendo l’horror snobbato di continuo da molte premi e festival non di genere, o comunque implicitamente ritenuto inferiore perchè è costume fare così (a prescindere che ci siano ragioni valide o meno).
Per molti di voi starò a fare una sinossi inutile, perchè gli conoscete bene questi film, ma non si sa mai. La ormai famosa scene iniziale vede due persone ritrovarsi in una stanza con un cadavere nel mezzo, legati con delle catene alla gamba, senza sapere chi è l’altro e perchè diavolo sono lì. Ma chiunque gli abbia rapiti e messi lì ha lasciato delle cassette ed un registratore, che gli spiegano le regole del sadico gioco di cui fanno parte, ovvero uno deve uccidere l’altro entro una predeterminata ora, altrimenti i suoi cari moriranno, mentre l’altro deve cercare di sopravvivere in qualche modo all’altro.
Molto del film prende luogo nella stanza in cui i due sono rinchiusi, ed è narrato in flashback da Lawrence Gordon, un chirurgo che è stato imprigionato lì e che conosceva di fama questo assassino misterioso, che la polizia aveva chiamato “l’Enigmista” (Jigsaw, in lingua originale), vista la sua tendenza a lasciare pezzi di puzzle con la carne delle vittime che fallivano le crudeli prove a cui erano sottoposti dal killer. Ma sulle tracce dell’Enigmista (no, non quello) c’è anche l’ex-detective Tapp, divenuto ossessionato con il caso dopo aver perso il collega proprio per una trappola del killer tunicato.
Procedendo però la verità è continuamente questionata, visto che nuovi risvolti e pezzi della trama che emergono mettono continuamente in dubbio la verità (la regia è rapida e molti momenti sono iper-cinetici), e colpi di scena rimescolano le tessere fino all’ultimo minuto prima che siano (appropriamente) tutte messe al loro posto, il quadro completo, ed il gioco terminato. La qualità dello script pennato da Leigh Whannell e Wan stesso è fuori discussione, pieno di sorprese a ritmo serrato per lo spettatore, e non dipende così tanto dal gore come sareste portati a credere dal fatto che fu definito “torture porn”, segno che critici del genere sono pigri e pure ignoranti, perchè non conoscono film assai più violenti e d’exploitation.
Secondo ed ultimo avviso, andiamo in territorio SPOILERS.
OK?
BENE.
Dicevo, Saw è sì un film grafico, con concetti e scene grottesche, ma è un film horror, e non così esplicito come potreste immaginare (ad esempio a giudicare dalla locandina cinematografica americana in cui c’è un braccio amputato), c’è sangue, brutalità e violenza, ma non viene mostrato per tutta la scena il dottor Gordon che si taglia la gamba inquadrando proprio l’atto dell’amputazione per tutto il tempo che ci vuole a tagliare la carne e rompere l’osso, e non viene mostrato il momento in cui la trappola a filo con fucili a pompa spappola il cranio dell’agente Sing, lasciando la testa appena sopra l’inquadratura quando accade.
Non sto dicendo che questo renda il film peggiore, anzi, è meglio quando un film non dipende troppo dal gore (sebbene sia uno strumento importato per il cinema horror), perchè – di solito – significa che c’è sostanza alla trama e narrazione, non solo un budget stravagante per secchi di braccia finte, grappoli di bulbi oculari e secchi di sangue finto. Anche a livello di trappole, uno degli elementi distintivi del franchise in generale, l’originale Saw è contenuto, con l’iconica e memorabile “trappola per orsi inversa”, assieme ad alcune minori, ma non in numero eccessivo.
Il tutto è manovrato da Jigsaw, una figura mascherata che agisce indirettamente via video in cui parla attraverso una bambola (con voce filtrata al computer) e registrazioni di vario tipo, e grazie a complici in tunica e con una maschera da maiale sul volto, catturando persone che ritiene ingrate, indegne di vivere, e ponendole di fronte a prove truculente dalle quali si possono salvare, se seguiranno le istruzioni, per quanto estreme siano. Jigsaw vede le prove che impone come un’occasione di riscatto, vuole far sentire le vittime grate di essere sopravvissute.
Non prepara il tutto perchè vuole semplicemente uccidere criminali o persone moralmente dubbie (perchè basterebbe molto, molto meno, siamo abbastanza fragili come creature), ma mette le sue vittime in situazioni dalla quali (per design delle stesse) c’è un’uscita, spingendo esse a fare di tutto per sopravvivere, per fargli apprezzare qualcosa che prendiamo come scontato e che lui ha scoperto di persona non essere così dovuto.
La figura di Jigsaw è ancora più interessante perchè lui non è altro che un vecchio, un malato terminale di cancro, che non agisce per tornacontro proprio, ma per seguire il suo senso di giustizia personale, pronto a combattere per la propria battaglia morale, perchè questa è la natura del piano di Jigsaw, una guidata dal suo senso di giustizia, per quanto perverso sia. Va fatto notare come però il film dica poco di lui, almeno direttamente, in quanto si mostra in volto solo alla fine e quando torna intunicato al laboratorio, molto di lui è dedotto dal comportamento o comunque raramente spiegato in maniera diretta, almeno in questo primo film.
La maggiore ispirazione di Saw viene decisamente dalla poco nota serie di film sul Dr. Phibes (interpretato dall’unico e sempiterno Vincent Price), visto che l’eponimo dottore è anche lui con difetti o complicazioni fisiche, ha una motivazione quasi nobile, usa fantasiose elaborate trappole (e pupazzi meccanici) per compiere i suoi piani, ed una scena/set-up (quella della chiave nel torace di un altra persona che va estratta) è un diretto omaggio di Wan al primo film della serie del Dr. Phibes (il cui seguito uscì in italia con l’assurdo titolo di “Frustrazione”).
Ed ispirazione e basta è, perchè altrimenti le due serie/film non si assomigliano così tanto come paragrafi del genere vi porterebbero a credere, nel bene e nel male.
Commento Finale
Nonostante quanto pedanti ed ottusi “recensori” scrissero all’epoca (perchè è un film horror e quindi parte in automatica la palata di merda da un certo tipo di critica, il guano è lanciato molto prima di vedere il film), l’originale Saw è ancora oggi un ottimo horror-thriller, con una premessa interessante, del buon gore e dei marchingegni di morte iconici, un villain memorabile ed iconico, un’ottimo copione con continui e serrati colpi di scena, diretto da uno dei migliori registi horror moderni, nient’altro che James Wan, reso famoso da questo film.
È facile – e meritato, in onestà – ridere oggi di Saw come franchise, visti gli eccessi ed i cali qualitativi (specialmente negli ultimi seguiti e l’obbligatorio “capitolo finale” che tutti sapevano non sarebbe stato la conclusione della serie), ma vale la pena ricordare che il primo film generò un franchise per un motivo, perchè era davvero ben fatto, si distinse e creò il suo stile, tributando il passato ma di fatto creando un franchise horror moderno, fresco, una nuova icona horror per la generazione di allora (e non solo), non zombi, demoniaca, risorta dai morti o sovrannaturale, ma umana ed avvolta da una tetra tunica.
Sebbene credo che il tipico detto “il primo (di una serie, sottointeso) è sempre il migliore” sia fallace, c’è un fondo di verità, ed a prescindere Saw – L’Enigmista è promosso con ottimi voti anche 13 anni dopo. 🙂
Anno: 2003
Titoli Alternativi: Saw 0.5
Nazione: Australia
Durata: 9 minuti
Regia: James Wan
Siccome ci sono solo 7 film della serie (l’ottavo uscirà solo a fine mese) al momento in cui ho pianificato la retrospettiva, ed un numero di 3 recensioni sarebbe prolisso (anche per i miei standard), oggi parliamo di Saw, l’omonimo corto (che si trova spesso con il titolo non ufficiale “Saw 0.5”) che è servito da base a James Wan e Leigh Wannell per lanciare quello che sarebbe stato il primo film della serie, anche perchè non credo sia così noto, sebbene sia stato inserito tra gli extra di varie release DVD del primo film, non quella italiana in DVD (molti fonti dicono sia nella Uncut Edition britannica, non starò a controllare) che possedo però.
Non un grosso problema perchè la potete facilmente trovare su Youtube, e non è che danneggiate Wan (o cose del genere) a questo punto, quindi…
Ed è molto familiare, visto che essenzialmente il corto originale è stato ri-lavorato come scena del lungometraggio, in quanto vediamo David (quello che sarebbe poi diventato il personaggio di Adam) parlare ad un poliziotto della sua orribile esperienza, ovvero il fatto che è stato rapito al lavoro (lavorava in ospedale come uomo delle pulizie), legato ad una sedia con una bizzarro marchingegno, ed istruito via video da una marionetta su cosa fare per salvarsi dalla trappola sulla sua testa: aprire la pancia al compagno morto presente nella stanza per trovare la chiave utili a disattivare la trappola da orsi inversa, ed in fretta.
Sì, è la scena che introduce l’iconica trappola da orsi inversa, ed è molto simile a come appare nel film, con la maggiore differenza che qui non è Amanda il soggetto dell’interrogatorio (e della scena), ma è Leigh Wannell nei panni di quello che sarebbe diventato il personaggio di David, con il personaggio del poliziotto che ha il ruolo coperto nel film da Tapp, ed anche lo script è pressapoco identico. Anche la regia di Wan (con quel riconoscibile effetto fast motion usato per enfatizzare la disperazione ed il dimenarsi della vittima) è molto riconoscibile.
A parte quello e valori di produzione ovviamente inferiori a quelli della feature, ci sono dettagli minori, come la bambola Billy che qui ha lo stesso design ma anche una simpatica bombetta, che sono felice non abbiano mantenuto perchè era un po’ ridicola. Vorrei poter dire qualcosa di più, ma non c’è davvero altro da dire, è un corto di 9 minuti, e va considerato che probabilmente avete già visto una versione migliore in tutto e per tutto (come è normale che sia) della stessa scena in Saw.
Una piccola curiosità per appassionati, per vedere il “pilota” di Saw, da dove tutto ebbe inizio. Tutto qui.
Mi scuso per questa piccola recensione un po’ riempitivo, ma non posso congiurare film di Saw solo pensandogli, perchè altrimenti avremmo già un crossover in cui John Kramer si reincarna in un pupazzo di Billy e decide di combattere le bambole naziste di Puppet Master.
….meglio così. 🙂