I padroni dell’internet, amati nonostante siano egocentrici da morire, sono nelle vostre case, nei vostri giardini, sono dentro di voi: i cari vecchi felis silvestris catus, cioè GATTI.
I pelosi (ed ingrati) felini però godono di assai minore popolarità come protagonisti dei numeri b-movie (e non) su animali assassini o che lo diventano per virus, mutazioni o mancanza di ispirazione nello script. Forse perchè l’idea “gatto (o cane) assassino” è un pò tanto più ridicola di qualcosa come squali e leoni, predatori più minacciosi e meno casalinghi per natura.
Il che perlomeno significa che non abbiamo centinaia di film di qualità inesistente su gatti, almeno non film horror. Piccole pietà, etc.
Ma ovviamente film del genere esistono, ed oggi ne ho scelti un paio di interessanti, direi. Buona lettura!

Ovvero “La Notte Dei Mille Gatti”, sì, questo screenshot è della versione italiana.
Anno: 1972
Titoli Alternativi: Les griffes du démon, Cats, Blood Feast,
A Noite dos Mil Demônios, Killing Cats
Nazione: Messico
Durata: 1 ora e 17 minuti
Regia: René Cardona Jr.
Se bazzicate il sottobosco degli exploitation movies (etichetta volendo ingiusta, ma utile per dipingere subito un preciso immaginario), vi dirà qualcosa il nome Rene Cardona Jr., da non confondere con il padre, Rene Cardona, un importante regista della cosiddetta Epoca D’Oro del cinema messicano (che comprende gente come Luis Bunuel, l’amico di ogni suino).
No, questo è il figlio, quello meglio noto per i suoi film d’exploitation come il famigerato Guyana: Cult Of The Damned (Il Massacro Della Guyana), un film sul famoso massacro religioso di Jonestown, in cui morirono 909 persone, avvelenate con cianuro dal reverendo-padrone-capo setta Jim Jones, per il quale Cardona Jr. cambiò solo i nomi del reverendo, della città e del membro del Congresso americano ucciso, in maniera così ovvia (Jim Jones diventò “James Johnson”, andiamo!!) da risultare veramente ridicolo ed ovvio che comunque è quello l’evento su cui si basa il film.
Una personcina di gusto, insomma. Non che possa criticare molto, visto che recensisco di mia volontà un film chiamato La Notte Dei Mille Gatti, ma a mia difesa non sto scrivendo un articolo per profittare di un ecatombe avvenuta giusto un anno prima. Quindi, basta pietre e barbe finte, per Geova, e parliamo della trama. Anche perchè non ci vorrà molto.
Non troppo a sorpresa, La Notte Dei Mille Gatti ha relativamente poco a vedere con i gatti, in quanto ha come protagonista un playboy millionario che seduce belle donne, si diverte con loro, poi quando si è rotto le balle le porta al suo castello spagnolo, dove le decapita con l’aiuto del servente Dorgo (“il Baestro non abbroberebbe”), colleziona le loro teste in teche di vetro, e si libera dei corpi dandogli in pasto alla sua armata di (presunti) mille gatti. Sapete cosa succederà, lo sapete, anche se credete di no, perchè la banalità regna sovrana.
Quando non uccide donne, ammorba lo spettatore con scene in cui flirta, va in barca e generalmente il regista decide di usare tutto il materiale girato per mostrarci scenari marittimi o Città del messico, qualsiasi filler possibile per evitare di sviluppare la biafrana premessa od i personaggi, specialmente Stigliz che guida quel cazzo di elicottero, non scherzo quando dico che c’è più footage di lui che gira sul suo cazzo di elicottero che di lui nel castello ad uccidere o fare cose sinistre. È esasperante.
Per dire l’inutilità di queste scene: verso la fine Hugo prende a bordo la figlia di una donna (che spia più volte), la porta in elicottero sul suo castello, penserete per darla in pasto ai gatti… ma NO, ½ minuti dopo la riporta a terra sana e salva. Non capisco perchè fare questi giri arzigogolati per ingraziarsi la madre quando (appunto perchè la spia e sa che è tornata dall’aeroporto senza marito) poteva prenderla e rapirla visto che non c’era nessuno a fermarlo. Se non per allungare questo mortifero film di merda.
La dice lunga che il protagonista si chiami Hugo, perchè darsi pena per dare un nome diverso al personaggio del fido Hugo Stigliz, praticamente l’attore elettivo di Renè Cardona Jr., non proprio una gran cosa, visto che è un Peter Graves messicano, pressapoco, sì, è doppiato quindi non posso discutere della sua parlantina, ma è espressivo come un olmo ed altrettanto carismatico.
Voglio dire, è sicuramente più accattivante Dorgo, il servo/aiutante/cameriere di Hugo, muto e stupido che fa versi, mugugna, e claudica ovunque, è come un Tor Johnson spagnolo in tenuta sacerdotale, adorabile a modo suo. 🙂 E fa davvero grugniti che sembrano provenire da Doom (l’originale), tanto posticci ed esagerati sono.
Peccato venga ucciso perchè Hugo si accorge (giocando con lui a scacchi) che sta diventando più intelligente (allora non era così scemo, in fondo)… “ucciso”, c’è un brusco taglio verso una sequenza brevissima in cui vediamo Hugo spingere Dorgo di sotto nella gabbia dei gatti.
E qui parlerei del gore… ma è un argomento che lascerò per dopo, capirete perchè.
I dialoghi sono terribili. Non so cosa mi aspettavo, ma sono davvero atroci (non credo che Cardona Jr. abbia mai riletto nulla di questa robaccia, mi sa molto di “buona la prima, a prescindere”) e l’unica consolazione è che sono pochi, nel complesso. Per dire, Hugo parla alle donne che incontra come se volesse farle sapere con certezza che pur di non lasciarle le metterebbe in un barattolo in casa sua, ma loro neanche pensano di scappare dall’uomo inquietante che dice cose come “vorrei averti sempre vicino a me, rinchiuderti in qualcosa grande così (mostra assurdamente grande coppa da vino)” o cerca di investirle con la barca.
Solo la ballerina ha il cervello per fargli notare che le stronzate che dice sono inquietanti, ma non cambia il fatto che ci resti a parlare comunque, invece di scappare.
E poi è il tipo di persona che prende un gatto (casualmente lì, come in ogni bordopiscina che si rispetti) e lo affoga in piscina perchè è andato in bianco. Non è l’unico caso di maltrattamento di animali, con un gatto preso bruscamente da Stigliz e lanciato in aria, senza pupazzi, chiaramente un gatto preso e lanciato nell’aere.
Ed anche con il montaggio imbarazzante che ha questo film (preparatevi a rivedere una clip dei gatti nella gabbia ogni tanto, giusto per ricordarvi che sono lì a miagolare senza sosta), si vede che alcuni gatti sono lanciati contro altri, ho visto gatti saltare, non saltano da fermi e senza flettere gli arti, di solito non vengono con jetpack inclusi.
Ci credo non ci sia il disclaimer “nessun animale è stato maltrattato nella realizzazione di questo film”, non se la berrebbe nessuno. Almeno credo non sia morto nessun gatto per questo film.
Ancora più terribile è dover constatare come la sinossi dica stronzate, perchè questa parla di come Hugo “decapiti le vittime per tenerne le teste in teche di vetro, dando i corpi in pasto ad un’armata di gatti affamati che tiene nel castello”. Ci sono teste in teche di vetro delle vittime, e ci sono gatti, sì, ma le cose non sono logicamente collegate. Non quando il protagonista stesso dice testualmente che le teste “sono di cera”, cosa a cui credo perchè non sono quelle decollate dei corpi, che vengono buttati in un inceneritore dopo che ai gatti viene dato… presumo l’avanzo giornaliero di un macellaio di Acapulco, chiaramente NON i corpi delle vittime.
Nessuno ha mai riletto il copione di questo film, ho questa impressione, o dato un’occhiata prima di pulirsene le mani dicendo “è finito”. Di sicuro chi ha scritto la sinossi non ha mai visto il film. Sempre un buon segno.

Ecco il vostro “gore”, all’etto.
Accennavo prima al gore, ma ho detto una bugia, perchè è inesistente, mi rifiuto di considerare tale i due graffi che i gatti fanno ad Hugo e quelle 2 gocce di vernice che passano per sangue, tutto che appare negli ultimi minuti, nulla che appaia nel film si può considerare “effetti speciali”, ed il basso budget non è una scusa, perchè qualcuno con un briciolo di… sapere cosa diavolo fa gli avrebbe spesi in effetti speciali per le uccisioni, ma no, perchè mai dovrebbe accadere qualcosa di violento e grafico in un film horror d’exploitation low budget?
Meglio far prendere per la gola le attrici a Hugo, fare un taglio di merda e così non dover mostrare un cazzo, e con il cerume avanzato fare le teste della teca! Tutti questi spiccioli avanzati, sono felice che Rene Cardona Jr. non abbia dovuto rompere il maialino. 🙂
O forse no, gli ha investiti nel noleggiare l’elicottero in modo che il Mexican Psycho dei poveri vada in giro nel suo cazzo di elicottero a cercare altre donne da spiare come un pervertito, ed in generale essere molesto e stalker ad random perchè… non ha un cazzo di meglio da fare, evidentemente, ed il regista non ha voluto buttare via NULLA del girato (e dello stock footage che aveva sottomano): una scena in un campo da golf, lunga 2 minuti ma noiosa ed interminabile, una scena di cabaret/ballo, “scene sogno”, una scena allo zoo, etc.
Perchè? Perchè fottiti, questo è lo spirito. Non che il film sia meglio quando si ricorda della trama, visto che si ripete, con clichè a “variare” la sbobba (ed un flashback che almeno ha un senso logico e serve a qualcosa, peccato per lo slow-mo che il regista non capisce perde ogni valore drammatico se lo usi troppo di continuo.
Ed il montaggio è così aberrante che, quando pensavate di essere al sicuro dal filler, la scena di ballo che credevate conclusa 20 minuti fa venir ripresa per essere “continuata”, mandando affanculo (per buona misura) qualsiasi pretesa di continuità o qualsiasi senso di progressione cronologica, chiaramente manco il montatore ha rivisto sta roba e si accorto di come il protagonista non dovrebbe essere in quella scena dopo che è stato stabilito non era più lì.
Lo so, sono un’inguaribile ottimista, in fondo, perchè chiaramente nessuno che ha lavorato su questo film ha mai ricontrollato nulla di quanto fatto, o sapeva cosa diavolo stava facendo, visto il patetico camerawork, con zoom sbilenchi verso oggetti ad random e movimenti squilibrati, combinazioni di zoom e fuori focus a raffica che sembrano fatti apposta per fottere con le pupille dello spettatore, o la ridicola musica, a volte sembra una sirena d’ambulanza che passa attraverso un tunnel di feltro (immagino dovesse sembrare un miagolo spettrale), altre vi sembra di star per incontrare Kaa o Baloo più che essere in un film d’exploitation.
Ammesso, alcuni momenti confusionari (come quello all’inizio che sembra segnalare un flashback ma no, alla prossima sequenza!!) dipendono anche dal fatto che la versione (quella Cultmedia, c’è n’è un’altra della Quadrifoglio Production, con la copertina quasi identica ma diverso contenuto) su cui ho basato la recensione è tagliata, con 77 minuti di durata invece della versione originale di 93 minuti, cosa di cui mi lamenterei se non avessi fatto un po’ di ricerca e scoperto che i tagli sono di (ulteriore) footage inutile di scene filler che purtroppo sopravvivono in questa per il mercato italiano, quindi vivrò senza la versione integrale.
Specialmente quando pure il finale è brusco, patetico, con un “The End” scaracchiato su un frame a caso, non che mi aspettassi diversamente.
Assurdamente, la versione americana (messa in commercio in double feature con House Of Insane Woman) da 1 ora ed 1 minuto è forsa la migliore, perchè è quella che fa durare il supplizio di meno, visto che anche quando non ci sono tagli dal film originale, è tutto così sconclusionato e malfatto che di fatto non importa per la comprensione.
Se non altro, fin dal primo fotogramma è chiaro che questo è un film d’exploitation anni 70, visto che potete quasi sentire il luridume olioso della grana della pellicola, il che non è una scusa per la qualità video imbarazzante, con continui graffi, buchi, aloni, e sporcizia di ogni tipo visibili sulla pellicola, non che mi aspettassi un transfer in 4K per “La Notte dei 1000 Gatti”, ma solo che qualcuno non usasse la pellicola per pulire il tavolo della cucina.
O nel caso di Cultmedia, mi aspettavo più di un doppiaggio italiano messo sulla versione tedesca del film, e so che è così perchè i crediti d’apertura sono in (beh!) tedesco ed in un paio d’occasioni la tracca audio italiana sparisce e si sente il doppiaggio in germanico. Ne parlerò più avanti con una breve recensione di questa edizione su Amazon, btw, perchè questa non vale un soldo, e neanche Amazon vuole sta robaccia indietro!
Le uniche cose salvabili da questo disastro sono Dorgo, alcuni frame che mostrano cose WTF (come lo scimpanze parzialmente imbalsato nel muro con una testa di gatto), il set design del castello è adeguato, almeno per roba del genere è passabile, di sicuro è la cosa più interessante da vedere come scenario delle vicende.
Commento Finale
So cosa state pensando, che stia per dire che sia un film così terribile da meritare la visione per subbacqui della monnezza cinematografica come me, ma no, in questo caso no, per niente.
Il problema è che il film di Rene Cardona Jr. è così atroce che passa ben oltre il “so bad it’s good”, e sprofonda completamente nell’abisso nero del “così brutto da essere un aborto demoniaco ”, roba che vi farà venir voglia di rimuovervi lo scalpo dal tedio, dalla frustrazione dell’incompetenza assoluta del regista mostrata di continuo.
Questo è cinema di un livello incredibilmente basso, che manca anche il facile bersaglio che si prefigge, un insulto vero e proprio, troppo trash anche per aggrumare qualche briciola di intrattenimento grindhouse, nulla, è solo uno strazio, e di sicuro uno dei peggiori film che abbia mai visto, dico uno, perchè (oltre al proverbiale barile dal fondo – di fatto – inesistente) almeno in questo riesco a vedere gli attori e le scene, per quanto di merda siano.
È stato uno strazio vederlo, e francamente, faccio fatica a consigliarlo anche a chi come me cerca titoli del genere per rubriche simili, sì, è molto più divertente parlarne/scriverne che guardarlo, ma anche a quel fine, è un’esperienza atroce a prescindere, senza nulla di redimibile, giusto alcuni dettagli sono estrapolabili fuori contesto e sono molto più godibili così che nel film al quale appartengono, quel tipo di film di cui vedi screenshot, ti chiedi “di che film è?”, poi te ne dimentichi e senza saperlo hai fatto la scelta migliore a riguardo.
Non è neanche così “brutto scioccante” da diventare affascinante per questo, serve solo come esempio di cosa non fare per registi e studiosi del media, ha utilità solo come esempio di cosa può succedere quando di cinema non ne capisci e ne sai ancora meno, ma decidi di fare film comunque, e con zero passione, a giudicare da questa robaccia. Anche come film di genere (che è al 100 %) è imperdonabile, segno di un’incompetenza notevole, anche nell’ambito delle produzioni messicane di questo tipo dell’epoca (che non godono di molto rispetto – o considerazione –, non a caso).
Rene Cardona Jr. se n’è andato nel 2003, e con buona pace alla sua anima (etc.).. Grazie. E vaffanculo. In quale ordine volete.
Anno: 1988
Titoli Alternativi: Killer Cat
Nazione: Stati Uniti
Durata: 1 ora e 30 minuti
Regia: Greydon Clark
Mettiamo subito le cose in chiaro: è quello con il “gatto bigusto”.
Perchè se vi mettete a cercare “The Uninvited” troverete moltissimi film che – come potreste ben desumere dal titolo – sono thriller e/o thriller/horror, di diverse annate, non un titolo originalissimo, o particolarmente descrittivo, se per quello.
Btw, buona fortuna se volete cercarne una copia fisica, o se volete cercarne una copia punto, visto che (credo) sia inedito in italia ed in europa, con una release VHS ed una su DVD in america, ma appunto, Regione 1. Non sto a comprare un lettore dvd multiregione per sta robaccia, lasciando perdere questa stronzata delle regioni video.
Comunque è difficile da trovare anche cercando online, sorprendemente elusivo, al punto che l’ho dovuto scaricare da internet (streaming legali zero), quindi non aspettatevi di vedere sta roba in 4K. Diavolo, non ho trovato neanche sottotitoli italiani.

Sì, quella è una piscina gonfiabile, che ogni mafioso ha sulla propria barca.
Parlo della release perchè… sì, perchè della trama non c’è molto da dire, è il solito film horror fatto con bingo clichè, pescando fogli con idee trite da una cassa ed urlando “le gambe delle vecchie!”, ripetendo il tutto fino quando ce ne sono abbastanza da unire assieme in maniera sghemba per un lungometraggio. Nello specifico: casa farmaceutica malvagia, virus sperimentale che crea un [gatto] mutante, creatura infetta uccide qualsiasi cosa gli si pari davanti. E per il bonus moltiplicatore, mostro a bordo ignoto agli abitanti del [veicolo] che appartiene ad un [boss criminale] perchè il film va fatto durare un po’.
Unvintited ha tutto quello che vi potete aspettare da un horror di serie B del tempo: personaggi stupidi come sassi (maschili e femminili) e stereotipati anche nel caso non abbiano il Q.I. del polisterene, con protagonisti giovini che decidono di morire lì invece che a Crystal Lake, un cast che è carne da cannone per la minaccia di turno, gente che limona o balla per avvicinarsi sempre di più agli obbligatori 90 minuti di durata, slow motion ad cazzum, ed effetti speciali al ribasso che comunque hanno il loro fascino dozzinale.
E cose “buone” come attori che indecorosamente se ne vanno dal film uccidendosi o venendo uccisi in maniera fin troppo sbrigativa od assurda (buttarsi nel mare da vivi non vuol dire affondare e morire, ma non ditelo ad alcuni personaggi), inspiegabili killer ottuagenari fragili ad un po’ d’aria fresca, scene in cui una barca dovrebbe essere a mare ed invece sembra poggiata su un pancale (ops), un tizio ucciso in una piscinetta da cortile sopra una barca, scene in cui la barca è chiaramente un giocattolo in una vasca (non so cosa dica di me il fatto che non è la prima volta che vedo “effetti speciali” del genere, ma eh), ed altri casi simili.
Come solito capita, in mezzo ad ignoti (che fanno un lavoro accettabile per questo tipo di film, va detto, ma “accettabile” in questo caso non vuol dire molto) c’è almeno un attore noto, in questo caso George Kennedy, con un resumè notevole: Airport, Dallas, la serie Una Pallottola Spuntata (Naked Gun), tra i più notabili. Curiosamente non è neanche un caso alla Lugosi o Carradine, considerato che Kennedy recitò in diversi altri film di vario tipo (nello stesso anno recitò in Demonwarp ed altri film horror come Braindead, non quello di Peter Jackson), ed il suo ruolo finale fu quello di Ed nel remake del 2014 di The Gambler, prima di morire nel 2016.
Ma a parte lo spreco di talento di George Kennedy (come Joe Don Baker nel celeberrimo Final Justice di Mistery Science Theater 3000-iana memoria), parliamo del gatto, perchè siamo sinceri, è lui la vera star del tutto, ed il vero motivo per cui chiunque vorrebbe vedere il film se ha visto la clip in cui il gatto è in realtà a matrioska. Probabilmente sapete già di cosa parlo, e sarebbe meglio scoprirlo da voi, ma anche se lo sapete rimane assurdo, esilarante e sorprendente.
Ancor più perchè non ha un cazzo di senso o spiegazione. Sì, è un gatto a cui hanno iniettato un qualche tipo di virus che lo rende velenoso, ma non spiega minimanente come diavolo può fare quell’altra cosa, ma in fondo, per questo tipo di film, non importa davvero perchè, vista la marea di stronzate e decisioni stupide prese dai personaggi umani in attesa di venire infettati dal gatto, con effetti che sanno molto di “volevamo copiare Alien ma il budget non c’era”.
Il gatto è normalmente un banale gatto arancione, ma spesso diventa un mostriciattolo che non sarebbe fuori posto in Ghoulies od Hobglobins, anche perchè è un pupazzone, a volte fin troppo chiaramente, con inquadrature in cui si vede il braccio dell’operatore (od il pezzo fisso del pupazzo che non dovrebbe apparire a schermo, e ci sono almeno due pupazzi di proporzioni differenti), od altre in cui il pupazzo viene lanciato addosso agli attori, che perlomeno NON si devono agitare per animare loro i besti, come ne La Trilogia Del Terrore o in Plan 9 From Outer Space. 🙂 Il pupazzo in sé è buffo ed adorabile come altre bestioline horror anni 80/90, e la fattura è decente (per qualcosa con questo budget), sicuramente è costato molto di più degli effetti speciali del sangue.

Cosa ci faccia qui George Kennedy non lo so neanch’io.
Senz’altro il regista non deve essere un tipo da gatto, perchè quasi ogni volta che il felino è a schermo c’è un miagolio di repertorio che viene ripetuto di continuo (anche quando il gatto non muove la bocca), al punto che anche quando non c’è vi sembra di sentirlo. Il punto è che i gatti miagolano quando vogliono qualcosa, essenzialmente, non fanno l’effetto sonoro ad libitum come i personaggi mascotte dei cartoni animati, chiedete a chiunque abbia un gatto in casa.
Come ciliegina finale, nel finale il gatto sopravvive (non è uno spoiler, non in questo caso) ed arriva su una spiaggia, ma è un gatto nero, invece del gatto arancione visto per tutto il film, gaffe che è resa ancora più ovvia dal tipico freezeframe con zoom rapido sul gatto. Perfetto. XD
Questo è un film di serie B senza troppe pretese, ma ha il suo posto, quello di b-movie horror che vedete con amici e con cui ridete delle gaffe, del mostro ridicolo, della trama guazzabugliata, dei personaggi stereotipati ma divertenti, o dell’attore di calibro chiaramente superiore agli altri in qualche modo finito in un film su un gatto mutante assassino.

Brah.
Non sorprende che poi Rifftrax ci abbia messo le mani sopra, è perfetto per il riffing, per farci un commento audio comico durante il film. Sapete cosa, vi consiglio di dargli un’occhiata, sia alla loro versione che a Mistery Science Theather 3000 e simili.
Non si prende troppo sul serio, è pieno di gaffe ed errori, strano a sufficienza, ma è amabile per questo, e c’è qualcosa che lo rende notabile nel mare di b-movies fatti alla buona e con trama fotocopiata, il “gatto maxibon” in questo caso, che rende il film degno di un’occhiata. Se siete alla ricerca di un godibile b-movie su animali assassini, almeno, ma dubito siate arrivati qua a leggere se non vi interessano questi film, di serie B o C ma dotati di un loro peculiare fascino, quando NON sono fatti a tavolino con cinismo e zero passione, zero intenzione di provare a fare qualcosa di buono.
The Unvivited è un divertente B-movie, non un buon film sotto qualsiasi luce, non essenziale ma sicuramente godibile per gli appassionati e per una serata leggera a base di pupazzi vintage di mostri, continue papere, e personaggi stupidi da slasher che vengono trucidati a basso costo da un animale domestico mutante.
Il solito, insomma. 🙂