Ultraviolet (2006) [RECENSIONE] | CGI Vampires and Nazi Priest-Doctors

Ultraviolet

Rimasi sorpreso da NON vedere gente che fa recensioni-show online saltare su Ultraviolet, voglio dire, anche solo a vedere la copertina, sembrava una deiezione canina d’alto bordo, perfetto per essere punzecchiato e ridicolizzato da personalità di Youtube, e sembrava davvero qualcosa che si meritasse questo trattamento.

Mi sarei aspettato di vedere Doug Walker farci un episodio sopra, ma no, quindi quando mi ricordai che esisteva vedendolo su Netflix, decisi che era il momento di togliersi la curiosità, visto come l’avessi messo nella parte del mio cervello “forse lo vedrò più avanti, sembra una schifezza divertente” da ormai un decennio. Non esattamente una priorità, potete capire.

DAT OPENING

Se non altro, Ultraviolet ha una bella intro che ci fa vedere copertine di fumetti d’azione (non veri) con la titolare Violet, e replicano lo stile sia dei “floppy” americani sia quello di una copertina manga (o meglio, fumetto con scritte in giapponese, russo e cinese), ed anche se il tributo non è perfetto nei dettagli, setta un tono preciso al film ed è molto gradevole. E tanto vale dirlo ora, è discutibilmente la parte migliore del film, e non sono sarcastico, è davvero un’introduzione fin troppo ben fatta per il film che segue.

In tono con i crediti iniziale, la trama è molto fumettosa: nel futuro del 2078 fu scoperto un antico virus, ed i tentativi di manipolarlo per fini militari lo fecero mutare e diffondere, infettando poi gran parte della popolazione, con l’imprevisto effetto collaterale di sviluppare negli infetti una sorta di vampirismo. La pandemia permise alla classe dei Sanitari (una sorta di classe clericale-medica) di ascendere al potere, prendendo il controllo di tutto, e poi dichiarando di aver come obiettivo l’ordine e lo sterminio di tutti gli Emofagi (sì, è uno di quei film “too cool for school”), che racchiudono in campi di quarantena che di fatto sono campi di concentramento.

Ultraviolet opening credits

Violet Song ja Sharif è un’infetta che ha fondato la Resistenza Emofaga, e su richiesta di un clan di vampiri (quello sono, Emofagi è pretenzioso e pessimo come termine) decide di rubare una valigia da una struttura governativa di massima, sapendo solo che contiene qualcosa che può dare agli Emo-vampiri un vantaggio ed un’occasione di vincere la guerra contro gli umani….

COME X ED Y

Se questa sinossi non vi fa venire in mente niente, probabilmente siete nati sulla fine del 21° secolo, perchè è impossibile non pensare a possibili “ispirazioni” che questo film ha preso senza neanche nasconderle bene, non c’è nulla di male ad inserire cose che ci piacciono nelle nostre opere, ma ci sono persone che sanno integrare riferimenti, rimandi ed ispirazioni nei propri film.

Kurt Wimmer non è una di queste persone, perchè questo è un pastrocchio, un guazzabuglio tale che quando lessi la trama in sintesi per la prima volta mi venne in mente Blood The Last Vampire per la protagonista femminile ammazzavampiri dotata di spada, ma anche Claymore (la serie manga/anime che ho promesso di recensire e recensirò) per come si ritrova a dover/volere proteggere un ragazzino, che qui sembra avere un’antigene che può combattere il virus vampirico (il tipico filo di trama del “paziente zero” nei film pandemici su zombi).

Non è un caso che siano tutte cose che ricordano film od opere migliori.

Ultraviolet kung fool fighter

Ed il treno della non-originalità continua, perchè Violet è interpretata da Milla Jovomich che fa essenzialmente lo stesso personaggio di Uma Thurman, quello della Sposa in Kill Bill, uscito 3 anni prima, non uguale, ma con la stessa backstory di bambino e marito morto, non dico fatto apposta, ma è difficile non tracciare paragoni in un film che continua a ricordare altri usciti in quegli anni, e non esattamente in modo positivo. Per dire, ci sono faide interne (circa) tra vampiri come in Underworld, e ci potete scommettere che le scene d’azione sono girate in modo da ricordare The Matrix (che al tempo era la sensazione, il film del momento discusso ovunque, e la trilogia filmica si era già conclusa tre anni prima).

Direi di più ma onestamente il worldbuilding è una merda, con la premessa di questo futuro distopico spiegata rapidamente nel prologo, troppo rapidamente, ed il mondo stesso è comunque un agglomerato di clichè di genere, tra la malvagia megacorporazione farmaceutico-clericale con i lacchè che sono nazisti di seconda scelta, o l’uso di termini come “blood chinois” per indicare in maniera un po’ razzista dei tipi di v-emofago (implicando che i vampiri “asiatici” siano una razza inferiore), perchè questo implica, senza però mai dare motivo al perchè ci siano e chi siano le varie fazioni di vampiro, perchè Violet deve sparare e fare a fette qualcuno che non siano i lacchè in maschera hazmat dei preti-medici-fascisti.

Dirò questo: mi piace la tecnologia “indossabile” ed il telefono che sembra di carta ma è high tech, sono dei tocchi simpatici anche se strani e mai spiegati, semplicemente esistono.

Ultraviolet dentists of the future

GO GO CGI RANGERS!

Parlando di cose mai spiegate, Violet ha una moto “magica”, perchè – dopo aver visto la sequenza di attivazione stile Power Rangers – la moto incomincia a salire verticalmente sui palazzi. In realtà è un’amuleto che Violet possiede e tiene alla cintura, ma non viene mai spiegato cosa sia, perchè ce l’abbia, e farei meno il puntiglioso su questo, perchè è molto fumettoso ed il film mira a quello, ma il resto del film rende difficile perdonare la qualità della sceneggiatura. O dell’azione, se per quello.

Sì, perlomeno vi aspettereste delle semi-godibili scene di combattimento, inseguimento, dell’azione edibile a sufficienza da non farvi calare la palpebra. E sebbene non ci si addormenti, non è perchè le scene d’azione sono buone, anzi, è perchè sono un disastro, sono stupide e ridicole, non stupide ma divertenti, solo stupide, specialmente quelle di combattimento, con pessima coreografia e fotografia (ed un abuso delle solite tecniche di transizione, come zoomare nel riflesso di occhiali da sole per passare alla visuale di un’altro personaggio, ed altri tocchi stilistici rubati ad altre serie di quegli anni), e soprattutto l’abuso di CGI.

Non sono uno di quelli che sputa sulla computer grafica “perchè non c’è davvero qualcosa davanti alla camera da presa”, per partito preso, ma anche se la CG non fosse terribilmente e risibilmente datata , il fatto rimane che questo film ne abusa, anche per cose che potevano benissimo essere fatte con effetti speciali pratici. Diavolo, anche quando metà o più della scena NON è fatta al computer od è un pessimo ed ovvio green screen, sembra farlocca comunque, in un caso ho fermato il film e “riavvolto” per controllare se era CGI quella o no. Risibile per una produzione di questo livello.

Ultraviolet motocycle up Il Palazzo

Sì, come l’opening dichiara in maniera inequivocabile, Ultraviolet cerca di replicare uno stile da fumetto, ma il più delle volte è puro eccesso, e non il buon tipo di eccesso a cui il film aspira, è semplicemente stancante, ridicolo. La cosa buffa è che sarebbe stato un progetto con più senso se fatto nella forma di un videogame (visto che a quello che il più delle volte penserete guardando le scene d’azione di Ultraviolet) od un film animato, qualcosa in cui gli effetti speciali, le tonalità di colore, il set design cartoonesco ed i continui cambi di vestiti (e relativo colore) della protagonista hanno più ragion d’esistere.

Ci sono scene divertenti in cui i temibbili “emovamps” vengono presi e sbatacchiate per i capelli, non nego che sia divertente, ma il film non ha mai un briciolo di auto-coscienza, o ne ha troppa, quindi ogni cosa – a prescindere da quanto ridicola sia – è fatta/presa seriamente, a muso serio, ed in ogni caso non funziona. A peggiorare ulteriormente il tutto c’è un montaggio di merda tipicamente “moderno pessimo”, ovvero ultrarapio per far capire ben poco della coreografia, od evitarne parecchia, per econimizzare sul girato. Quel tipo di montaggio “appena inizia finisce” che non soddisfa nessuno.

WRITTEN IN (PERIOD) BLOOD

Qui parlerei dei dialoghi, ma la dice lunga sulla loro qualità il fatto che i sottotitoli italiani su Netflix siano meglio scritti dei veri dialoghi che escono dalla bocca degli attori, dicendo la stessa cosa del doppiaggio ma in maniera semplicemente migliore, meno robotica, sapida o pomposa. One liner tamarri a parte, quelli sono patetici in ogni caso, così come certe battute che sanno dello scrittore che ha imparato qualche parola nuova e la vuole usare, anche se non a tono.

Ultraviolet the kid she somehow gets attached to

Mi piacerebbe dire che almeno i personaggi sono ok e l’intreccio non un totale casino, ma no, sono tutti stupidi, al sapore di cartonato, e loro stessi chiedono (o si chiedono) “Cosa stanno facendo?”, perchè la logica od una caratterizzazione decente non sono di casa, è narrativa di quart’ordine in cui un personaggio lascia fare o fa qualcosa, non perchè abbia senso o sia a loro vantaggio, ma perchè il film in qualche modo deve collegare assieme set pieces ed altre “fermate narrative obbligatorie” per arrivare ad un finale.

Il film vorrebbe farmi sentire il dramma di Violet, di come abbia perso il marito e soprattutto il figlio, e questo bambino che scorta lo considera come una seconda chance, un’occasione per redimersi, ma il bimbo è simpatetico come un cumulo di sale da cucina, lei sembra sempre infastidita a doverci/volerci star dietro (e la sua caratterizzazione non va davvero oltre “donna tosta con la spada e congegni magici”), non che le motivazioni del cattivone siano più credibili od interessanti, ancor più quando alla fine mostra di avere delle “cuffie/respiratori da naso”, non ce la faccio a prendere sul serio uno che sembra avere delle caccole cyborg nel naso.

Perchè nessun film di merda è completo, ci sono anche delle rivelazioni finali che vi fanno dire “no, sul serio?!”, increduli sulla puttanata di colpo di scena che è successo davvero, specialmente visto che questo cavillo di trama non risponde a nessuna legittima domanda che potreste avere, con il film che conclude con una voce fuori campo della protagonista che fa la vaga su cosa succederà a sé stessa ed alla cur, con un messaggio finale così melenso, clichè e ridicolo, più di quanto il film stesso crede.

“End” scritto in un font da fumetto americano, fanculo e buonanotte, ci si vede nel sequel che non esiste e mai esisterà.

Commento Finale

Ultraviolet cyber boogers

Sebbene mi sorprenda come questo film sia passato perlopiù silente negli anni in cui personalità su Youtube criticano film pessimi (od esagerano difetti di film non pessimi per amor di intrattenimento) a piè spinto, d’altro canto è comprensibilissimo come questo film negli anni sia caduto nel dimenticatoio, anche se ha tutti gli elementi per un bel “film brutto” da recensire.

Trama ridicola, narrazione dozzinale e ridicola anche per qualcosa che cerca dichiaramente di imitare un fumetto, un mondo pasticciato in cui le cose esistono perchè accozzate senza troppa coesione o motivo per fare quello che fanno, come i personaggi di cartonato che agiscono “perchè lo script dice che qui”, non perchè abbia senso che succeda.

Un pasticcio di storia di zombi, vampiri, pandemia e nazisti in salsa clericale-sanitaria, con personaggi e scene d’azione che rubacchiano da diversi franchise usciti nei primi anni 2000 (Matrix, Underworld, o cose come il fatto che Milla Jomovich faccia essenzialmente una scopiazzatura del ruolo della Sposa di Uma Thurman), combattimenti mal coreografati, mal fotografati e messi peggio assieme, con un montaggio fin troppo rapido per essere soddisfacente. Dire derivativo è essere fin troppo buoni.

Ultraviolet fake comic book covers, sadly

Inoltre è uno di quei film che abusava della CG , al punto che non siete sicuri se certe scene siano tutte in computer grafica, per quanto poco di reale ci sia a schermo, che fa comunque schifo, e la incredibilmente datata CG non aiuta affatto il film, rendendolo davvero brutto e pezzente. Sarebbe stato ancora peggio se non avesse azzeccato alcuni tocchi di stile, come le scelte dei colori e dei contrasti che fanno molto fumetto, ed almeno il film rende chiaro fin da subito che è quello stile che punta, nella scena dei crediti iniziale che è la parte migliore di questo disastro cinematografico.

E cosa peggiore, non è divertente, può intrattenere per pura curiosità morbosa da cinefilo, per come le scene e la CG siano davvero pessime, invecchiate male ed imbarazzanti per una produzione di questo livello, perchè è risibile a livello incredibile, e spero che qualcuno consideri di farci uno show-recensione sopra, che diventi un nuovo “classico” di passaggio per recensori-intrattenitori online, perchè puntare il dito e far notare la schifezza ed il ridicolo in Ultraviolet è meglio che guardarlo e basta senza secondi fini, questo è un brutto, brutto film. E neanche particolarmente esilarante di per sé.

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