Non conosco molto il tennis, so le regole base ed alcuni nomi di tennisti famosi, ma tutto qui.
Dico questo perchè – forse – gli appassionati di tennis potrebbero ricavare di più da questo film per il soggetto/sport, ma non cambia il fatto che per questo tipo di film sia relativamente poco importante la disciplina sportiva, visto che il focus è sempre più sulle relazioni tra rivali, sul lato agonistico della competizione e sui personaggi più che sul replicare con realismo ed accuratezza tecnica gli scontri/partite.
Ma a prescindere, questa biopic sulla rivalità tra due dei tennisti più famosi della storia fatica veramente a coinvolgervi, a farvi prendere dalle storie e tormenti personali dei due atleti, a farvi importare di loro, anche se Sverrir Gudnason e Shia LaBeouf (rispettivamente nei panni di Bjorg Born e John McEnroe) fanno un buon lavoro nei panni di tennisti con personalità ed approcci agli antipodi, è difficile che vi importerà davvero molto se sarà Borg a vincere la sua quinta coppa o McEnroe la sua prima in quel di Wimbledon.
È un tipo di storia classica tra rivali completamente diversi, la solita cosa della biopic sportiva “basata su una storia vera”, ed una narrata in maniera assai scialba, prevedibile, trita volendo, che va attraverso ogni passaggio standard per questo tipo di film sportivo (il flashback dell’infanzia ad allenarsi dopo un evento che fa vacillare le convizioni del personaggio) con l’energia di un fiordo, al punto che non sentite nessun conflitto, nessuna posta in palio vera (anche sapendo cosa c’è in gioco, figurativamente e non) che dia forza alla narrativa.
Non è inguardabile ma solo verso la fine, durante l’eponimo scontro tra i due tennisti, sentite una qualche tensione. Decisamente non un brutto film, ma noiosetto, dal ritmo lento, che fallisce nel lasciare un’impressione degna di nota.