[ZOATROPIA] Perfect Blue (1997) | Welcome to MIMA’S ROOM!

Perfect Blue 1997

Disponibilità in Italia: Nessuna

Bozza

Nell’anno del suo 20° anniversario, è bizzarro parlare del film d’esordio alla regia del mai troppo compianto Satoshi Kon oggi, in un’industria in cui Love Live (e la schiera di rivali ed imitatori) è un behemoth di franchise che supera in fanbase e profitti serie molto più acclamate da critica e pubblico, e – inutile girarci attorno – più meritevoli, parlare oggi, di Perfect Blue. Sebbene sia spesso citato in guide e manuali di cinema d’animazione, è molto meno noto in Italia rispetto ai successivi lavori di Kon, anche grazie ad una distribuzione che non passò mai oltre il VHS (ho trovato solo una foto della versione cassetta di Yamato Video, zero copie in vendita anche su ebay, e non è neanche listata sul loro catalogo ufficiale).

Per i meno navigati, ritengo valga la pena spiegare brevemente il concetto di “idol”, perchè anche se non mancano paralleli (anche in italia, volendo), è una figura tipicamente nipponica: cantante pop, ballerina e showgirl contemporaneamente, che fa performance live in gruppi di idol, fa da ragazza immagine, ma è di fatto una meteorina, con uno stuolo di fan (in gran parte maschi) fissati che le seguono quasi religiosamente, a volte lottando per chi ha la miglior divinità (sì, le “waifu wars” – leggermente – fuori contesto anime. Ugh).

Una figura che simboleggia la vapidità dello star system, mai presa davvero sul serio da altri settori dell’intrattenimento (a ragione o torto), che finiscono per considerare l’idol solo perchè è popolare, per il valore di marketing che possono aggiungere ad una serie tv o film.

Perfect Blue 1997 CHAM

Difatti Perfect Blue è la storia di Mima “ Mimarin” Kirigoe, che si esibisce con il suo gruppo CHAM per l’ultima volta (dopo una carriera biennale), spinta da uno dei suoi agenti ad abbandonare la sua carriera di idol per cercare ruoli e fortuna in tv od al cinema. Questo suo addio però non è preso bene da un misterioso fan che non solo scrive un blog/diario online a nome suo, ma la deve pure pedinare, visto come riesce a scrivere dettagliatamente della vita privata della ragazza. Mentre la sua carriera di attrice procede, Mima incomincia a soccombere alla paranoia ed a confondere incubi, le scene girate e la realtà, ormai massa indistinta e febbrile di allucinazioni, mentre misteriosi omicidi continuano ad accaderle intorno.

Ah, su diverse copertine dell’edizione inglese del film (sicuramente la cover più nota) c’è una citazione di Roger Corman che descrive il film così “ Un film sorprendente e forte. Se Alfred Hitchcock si fosse alleato con Walt Disney avrebbe fatto un film del genere”.

Perchè se puoi parlare dal tuo sfintere, fallo. Roger Corman lo faceva spesso, a quanto pare, e mandava impulsi nervosi al culo dal suo intestino tenue, per dire stronzate del genere che mi fanno pensare non l’abbia mai visto davvero. Come quanto tua madre vuole parlare di un argomento ben noto a te ma ignoto a lei, e tira fuori qualcosa di assolutamente superficiale e vagamente sensato pur di non star zitta, e rileccare l’apprezzamento.

Comunque, no, non è un complimento tirare nel mezzo un closet nazi, non per me.

Inchiostratura

Perfect Blue 1997 sanctuary

Non sempre il film di debutto di un regista che poi viene celebrato è necessariamente di alta qualità, ma questo è certamente il caso, perchè davvero è difficile credere che Satoshi Kon debuttò come regista con un thriller psicologico così raffinato e con una premessa ancora oggi originale (a meno che non sia un clichè di cinema live-action giapponese moderno quello dell’idol & omicidi, potrei sbagliarmi), ed è vero, perchè questo non fu il primo progetto, avendo Kon lavorato anni prima alla prima serie anime basata su Jo Jo Bizarre Adventures (quella del 1993), avendo curato la direzione artistica di Rojin Z, il layout di Patlabor 2 Il Film, e scrisse la sceneggiatura di Magnetic Rose (parte dell’antologia Memories) in stretta collaborazione con il regista del corto, Koji Morimoto, tra le altre cose.

Sebbene Kon non fosse affatto un novellino, Perfect Blue (basato sul romanzo Perfect Blue: Complete Metamorphosis di Yoshikzau Takeuchi) rimane un debutto alla regia incredibile, con un perfetto crescendo di tensione, di inquietudine e allucinata discesa nella mente della protagonista, una ragazzina che a malavoglia decide di entrare in più alte sfere del mondo dello spettacolo, ed in questo passaggio confuso al mondo degli adulti viene inseguita da un inquietante fan zelota (e dalla faccia quasi deforme) che la vorrebbe sempre idol, sempre pura, immutabile per continuare ad adorarla, che si sente tradito e vuole cancellare la “nuova Mimarin”, mentre la “vecchia” è il letterare idolo che copre le pareti della stanza dove il fan ossessionato si finge portatore del suo verbo.

Ed il colpo di scena finale è davvero ottimo, violento ed inquietante, non darò nessun indizio su di esso. Davvero un brillante colpo di scena.

Perfect Blue 1997 mimarin

Assieme al tema della realtà e fantasia che si mescolano (uno che sarà poi uno dei principali del regista, come in Paprika nell’indiscibilità di sogno e realtà), ci sono temi come i fan ossessionati, lo stalking, le implicazioni maschiliste dello sguardo religioso dei “seguaci” delle idol (e non solo), il risvolto meno patinato del mondo dello spettacolo (come la coreografia della scena di stupro di un film), che sono raramente toccati dall’animazione giapponese in generale, ancor più in una maniera più realistica che però non cerca di imitare il cinema live-action (anche se era inteso come film con attori in carne ed ossa all’inizio della produzione), e sfrutta il linguaggio proprio dell’animazione.

Su una nota più leggera, è divertente vedere Mima parlare con la sua agente e chiedere “che cos’è l’internet?”, è un film del 1997, quando il WWW era qualcosa di nuovo, eccitante ed inesplorato, e l’immaginazione della gente (e degli scrittori di fantascienza) volava su cosa fosse questa nuova invenzione tecnologica. Anche se, in retrospettiva, questo è un ottimo esempio di come non fossero necessariamente “tempi migliori”, visto che è attraverso internet che lo stalker ossessionato trova un modo di tormentare Mima. Quasi profetico sulla direzione tossica che i fanbase presero con forum e chat online, ma sia chiaro, questo film non dà la colpa al web, i fanbase sono fatti dai membri che lo compongono, cerchie di pezzi di merda e sub-umani c’erano anche prima, non illudiamoci.

Ecco, se c’è un problema, è l’animazione (curata dallo studio Madhouse) che in certe parti fa un po’ schifo, e si nota perchè la qualità di disegni ed animazioni non è costantamente brutta, anzi, ma nei minuti iniziali (che sono importanti) vedete roba come tre tizi che parlano e sembrano dei cartonati che si agitano per simulare movimento, più roba come il lobo dell’orecchio di uno dei “cartonati” che si sovrappone a scatti ad un lembo di capelli. Pessimo.

Perfect Blue 1997 shark bucktooth boy

Fa una prima impressione non eccelsa, anzi, ma passata questa, è un film con una buona animazione , anche se certi frame lasciano un po’ a desiderare in dettagli, come i personaggi di sfondo – a volte neanche troppo “di sfondo” – con lineamenti molto abbozzati (il design del fan ossessionato che è un po’ troppo rozzo a volte, come il posizionamento di occhi in vari frame) ma ha comunque una forte stilizzazione, una fantastica direzione artistica ed una colonna sonora superba che enfatizza il mondo opprimente, paranoico, ostile (ed all’occasione orrorifico) di Perfect Blue, nel quale la protagonista non riesce più a distinguere le sue parti dalla realtà, indistinto e labile amalgamo nella sua mente.

Colpi di china

Satoshi Kon è uno dei migliori autori che l’animazione giapponese abbia mai avuto, già attivo prima del suo debutto alla regia con Perfect Blue, un film ancora oggi poco conosciuto ed indegno di questa oscurità, in quanto eccelso thriller psicologico sul mondo dello spettacolo e dei risvolti più sordidi dei fanbase, che richiamò similitudini con Black Swan di Aronofsky, un bel paragone, direi.

Similitudini a parte, Perfect Blue è un fantastico psicodramma su un’ ex-idol che cerca carriera come attrice, ma è inseguita e molestata da un fan ossessionato e ferito che si sente tradito dalla ragazza (che idolatrava davvero), in un crescendo febbrile di tensione e paranoia che affogano la protagonista in un flusso continuo tra realtà, recitato ed allucinazione, tutte che seguono indistinte l’una con l’altra per la povera Mima Kagoroe, fino a che la violenta verità (celata da visuali inquietanti, sanguinose ed evocative) giunge, disturbata e disturbante risolutrice dell’enigma.

È un crimine che proprio il primo lungometraggio di Kon non abbia visto un’uscita italiana, o sia mai stato doppiato in italiano, costringendomi a comprare l’ottima release britannica di All The Anime su Blu-Ray, visto che nessuno in italia sembra averlo come priorità. Vergogna.

Uno dei miei film d’animazione preferiti, forse di sempre. Grazie Kon, ancora una volta.

Perfect Blue 1997 stage frenzy

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