Furyo/Merry Christmas Mr. Lawrence (1983) [RECENSIONE]

Merry Christmas Mr Lawrence

Vi aspettate una recensione di Star Wars: The Holiday Special? Invece vi beccate David Bowie, Ryuchi Sakamoto e Takeshi Kitano, tutti assieme, e zitti.

Chi conosce il film si chiederà perchè lo stia recensendo proprio ora, ma si pone una domanda retorica, perchè cosa dice Natale più di una storia sulla seconda guerra mondiale, di omosessualità malvista, di prigionia, e sull’incomprensione culturale tra popoli?

P.O.W.

Basata sul romanzo The Seed and The Sower di Laurence van der Post (che in esso racconta la sua esperienza come prigioniero di guerra in un campo di concentramento nipponico durante la Seconda Guerra Mondiale), Furyo è una produzione nippo-britannica nota anche con il nome di Merry Christmas Mr. Lawrence (o “Senjō no Merry Christmas “, ovvero “Buon Natale sul campo di battaglia”), e non difficile capire perchè non è esattamente il primo film che salta fuori in discussioni cinematografiche sotto il pino.

Ma d’altro canto, risulta assai appetibile per gente come me a causa dell’incredibile ensemble di talenti, con David Bowie, Tom Conti, Jack Thompson, Takeshi Kitano (qui creditato solo come Takeshi perchè al tempo era noto come comico e non come regista) e Ryuchi Sakamoto che compone la traccia principale del film (poi trasformata in “Forbidden Colours” con la collaborazione di David Sylvian), oltre a fare qui il suo debutto attoriale.

Merry Christmas Mr Lawrence execution

 

il film è diretto da Nagisa Oshima, un regista molto noto in patria, mentre oggi è ricordato principalmente per questo film e Gohatto (internazionalmente noto come “Taboo”, che finì per essere il suo ultimo film), ma ricevette diverse onoroficenze a mostre di cinema, come il premio di “miglior regista” a Cannes del 1978 per il film Empire Of Passions, oltre a vincere diverse edizioni dei festival cinematografici nipponici Blue Ribbon Awards e Kinema Junpo Awards, uno di questi ultimi vinto proprio per Merry Christmas Mr. Lawrence (rititolato Furyo – lett. “Prigionieri di guerra” – in molte edizioni europee).

WW2, JAPAN

1942, Java. La Seconda Guerra Mondiale è agli sgoccioli, ma non ancora conclusasi, specialmente per i giapponesi, che neanche pensavano alla possibilità della sconfitta, proiettati sempre verso la vittoria ad ogni costo. In un campo di prigionia giapponese i soldati responsabili stanno punendo un prigioniero coreano per aver sodomizzato un’altro, con il sergente Hara (recitato da Takeshi Kitano) che va a chiamare Lawrence (Tom Conti), uno dei soldati inglesi catturati che conosce il giapponese (e per questo è spesso usato come mediatore tra i soldati ed i prigionieri suoi compagni), perchè sia testimone della punizione e dello “spirito giapponese” che pone enfasi sul suicidio rituale  – il seppuku – per lavare via l’onta della vergogna.

La punizione è interrotta dal capitano Yonoi (Ryuchi Sakamoto), che è poi chiamato ad assistere al processo ad un soldato inglese, Jack Celliers (David Bowie), che sembra essere condannato all’esecuzione, ma viene solo ferito e poi fatto portare nel campo prigionieri gestito da Yonoi, che ha sviluppato una forte infatuazione per Celliers, la quale ovviamente deve sopprimere, vista la sua posizione, il suo rango e la natura “taboo” per la cultura giapponese (e non solo, in quegli anni, o decenni successivi) del suo amore, anche se appare chiaro come Yonoi sia destabilizzato, preoccupato e turbato dalla sola presenza di Celliers, per il quale dimostra particolari premure ed altrettanto particolari reazioni violente.

Merry Christmas Mr Lawrence flashback bowie

Uno dei temi centrali è certamente lo scontro culturale tra giapponesi ed occidentali, che è spesso affrontato via dialoghi in cui Hara chiede se sappiano cos’è la vergogna e l’onore a Lawrence, il quale invece controbatte di non capire perchè dovrebbe – come soldato – compiere un suicidio rituale per lordarsi dell’onta di essere in mano al amico, in quanto lui (come i suoi compagni) considera l’essere prigioniero una semplice eventualità della guerra, un elemento del conflitto, nulla di cui vergognarsi.

E sebbene Hara e Lawrence si parlino con confidenza, quasi da amici e pari, entrambi comprendono che le loro volontà e doveri sono destinati a cozzare e non conciliarsi, che la comprensione reciproca non significa cedevolezza all’altro, non può e non lo è, che le loro differenti visioni del mondo e della vita non sarebbero state conciliabili, anche in una situazione diversa da quella di carceriere e prigioniero.

Come Lawrence stesso afferma nella scena finale, a guerra finita, andando a trovare Hara prima della sua esecuzione, tutti credono di essere nel giusto e nessuno lo è mai. Il nazionalismo giapponese, la dedizione del patriota nipponico che è pronto a dare la vita per l’imperatore ed il paese, ultimamente sogni che vengono frantumati dalla storia, ma non rendono per questa la posizione di Lawrence quella “giusta” (in quanto opposta a quella nipponica), termine fuori luogo in guerra.

Ma se la comprensione non pare possibile, non nega che ci siano tentativi di capirsi, e dei piccoli punti in comune, puramente umani ed empatici, emergono in qualsiasi contesto, come esemplificato dalla frase che dà il titolo al film, detta la sera di vigilia da un sergente Hara ubriaco che dice di essere “Babbo Natale” ed augura buon natale a Jack Celliers e Lawrence, ordinando alle guardie di lasciarli andare liberi. Un augurio rinnovato anni dopo dallo stesso Hara, sul quale si chiude il film.

Merry Christmas Mr Lawrence kitano-ing

THE STARMAN

Avere David Bowie nel cast del tuo film è una scelta destinata a suscitare curiosità, se non altro solo per l’enorme carisma che emanava ed emana tutt’ora la sua figura ambigua, strana, magnetica e camaleontica. Non il primo o l’ultimo ruolo attoriale per Bowie, che debuttò al cinema nei panni del protagonista de L’Uomo Che Cadde Sulla Terra, ben 7 anni prima di questo film (e poi fu anche il Re dei Goblin nell’amato fantasy di Jim Henson, Labyrinth).

Una scena che ho trovato superflua è la sequenza di quanto i soldati vengono a prendere Celliers dalla cella per inscenare la finta fucilazione, in cui Bowie si agita reminiscendo di ricordi passati (mimando e facendo le varie voci della conversazione ad occhi chiusi), in una performance molto teatrale – nessuna delle due guardie lo interrompe mentre delira su camera, e non c’è motivo narrativo per NON farlo – ma che dura più di quanto ho gradito, devo dire.

Una piccolezza che potrebbe non darvi fastidio (non che mi abbia irritato, ma sembra protarsi un po’ troppo), al contrario del flashback che mostra Celliers da giovane ed il rapporto complicato ed irrisolto con suo fratello, che lo tormenta mentre dorme prigioniero. Non è che non capisco l’utilità di queste scene (aiutano a caratterizzare meglio il personaggio di Bowie, altrimenti meno curato degli altri protagonisti), ma il flashback dura abbastanza da far frenare completamente la narrativa principale, per un periodo di tempo non insignificante.

Merry Christmas Mr Lawrence hara and lawrence

Non so perchè in questa immagine la faccia di Tom Conti sembra vagamente photoshoppata, non lo è. XD

Non è un problema enorme, ma a livello di ritmo è una scelta criticabile. Mi piace Bowie come attore, la sua recitazione è strana come pensiate che sia, ma c’è di più oltre alla sua physique ed i suo occhi eterocromi, non è una performance strana per amore di essere strana, è in linea con il suo personaggio, e vorrei essere così convincente io a mangiare fiori. 🙂

E non mi lamento certo della colonna sonora composta da Ryuchi Sakamoto, con fantastici temi per i vari personaggi. Non ho molto da dire, solo che è bellissima.

A questo proposito, nonostante si noti Sakamoto non sia abituato a fare l’attore (come confessò lui stesso in interviste visibili negli extra della versione Blu-Ray), offre una convincente – sebbene a volte un pò calcata – recitazione nei panni di Yonoi, che è il personaggio più complesso e complessato dell’intero film.

Ancora più nazionalista e rigido nel suo compito del sergente Hara, tanto da rimpiangere di non essere morto (in quanto fu chiamato via per un’altro compito) assieme ad altri compatrioti in una precedente battaglia, di non aver condiviso la loro morte gloriosa, ligio negli allenamenti rituali nell’arte della spada e nei cerimoniali religiosi, l’inflessibile patriota modello dell’esercito del Sol Levante, con lo sguardo fisso verso la vittoria ed il cuore all’Imperatore.

Eppure a far cascare il suo castello di convinzioni basta un singolo soldato (uno nemico, pure), un’occhiata, a rivelargli chi è, cosa che non può accettare (specialmente per un uomo del suo rango, che deve essere modello e faro per i suoi sottoposti, e per un giapponese dell’epoca in generale), e cerca futilmente di negare la sua attrazione per Celliers, anche se il più gonzo dei prigionieri noterebbe le specifiche attenzioni di Yonoi per lui, mascherate ora come punizioni o compiute in gran segreto. Una storia d’amore impossibile e tragica, malinconica e d’impatto.

Commento Finale

Merry Christmas Mr Lawrence flower power

Merry Christmas Mr. Lawrence/Furyo sarebbe facile da inquadrare come un film che attrae attenzione grazie al cast di celebrità (ancor più visto che abbiamo un Takeshi Kitano al tempo ignoto a livello mondiale, ed una rara performance di Ryuichi Sakamoto, qui compositore E attore), ma è certamente più di un fortuito “tuono imbottigliato” di casting con il fu David Bowie in una delle sue recitazioni cinematografiche.

Il film del celebrato Nagisa Oshima è un war movie che affronta tematiche forti e decisamente taboo, sia per il decennio in cui uscì il film, sia per il periodo della Seconda Guerra Mondiale in cui le vicende prendono luogo, e se l’amore proibito di Yonoi per il personaggio di Bowie oggi non turba (né dovrebbe) il pubblico, è universale lo strazio del capitano nipponico, divorato dal conflitto tra i suoi desideri irrealizzabili che non può assolutamente esternare, e gli obblighi che il suo stato sociale/militare gli impone, dal quale sa di non poter scappare.

Ed altrettanto senza tempo la tematica dello scontro/incontro tra due culture molto diverse, con diversi valori, che non si comprendono né sono disposte a piegarsi pur di compiacere l’altra, ma cercano – e trovano – un punto di contatto puramente umano, e legano, nonostante le circostanze. Non si può cambiare la storia con scuse postume e fondamentalmente inutili, ma si può riflettere su essa, un tema comune a molto cinema nipponico, animato o live-action che sia.

Merry Christmas Mr Lawrence kitano klose up

Che il vostro Natale sia ricco di Kitano. 🙂

Le mie maggiori critiche riguardano sequenze in cui la narrazione si ferma per diverso tempo, prima per un momento molto teatrale di Bowie e poi per un flashback lungo (sempre con al centro Bowie ed il passato del suo personaggio che nulla aggiunge alla trama), ma altrimenti questo è un ottimo film, con scene strazianti, d’impatto (sebbene non particolarmente violento per un film di guerra), malinconico e triste ma non privo di brevi momenti comici, con una superba colonna sonora del maestro Ryuchi Sakamoto.

E sì, tecnicamente questo può essere considerato un film di Natale. 🙂

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