Disponibilità in Italia: Netflix (Esclusiva)
–Bozza
Se seguite la serie di Godzilla, probabilmente già sapete che (oltre al sequel di Godzilla 2014, quello americano di Gareth Edwards, ed il crossover King Kong VS Godzilla) ci sarebbe stato un film anime, chiamato Godzilla: Planet Of Monsters, prodotto da Toho Animation e Polygon Pictures, co-diretto da Kobun Shizuno (che ha diretto numerosi film di Detective Conan e Knights Of Sydonia) e Hiroyuki Seshita, su una sceneggiatura di Gen Urobuchi (Saya No Uta, Psycho-Pass, Puella Magi Madoka Magica, Fate/Zero).
Se non per l’ottima crew riunita per questo progetto, Planet Of Monsters si fece notare anche per il fatto di essere il primo progetto animato della serie Godzilla, e non uno “usa e getta”, visto che questo è il primo film di una trilogia, uscito l’anno scorso nei cinema nipponici e distribuito globalmente via Netflix il 17 gennaio 2018, completamente doppiato in italiano.
Ovvio che avevo diverse aspettative, sia per il coinvolgimento di Gen Urobuchi nel progetto, sia perchè sarebbe stato un anime su Godzilla, sia perchè la premessa era ed è alquanto interessante. Nel caso ve lo steste domandando, no, questo non segue nessuna continuità stabilita in un’opera precedente, il che è una tradizione per la serie di Godzilla, e molti franchise storici giapponesi, come Ghost In The Shell.
Nel futuro, gli umani hanno lasciato la Terra e stanno vagando nello spazio alla ricerca di un pianeta abitabile. Questo perchè sempre più mostri sono emersi dalle viscere della terra e dei mari, causando distruzione e morte, almeno finchè non arrivò Godzilla a bruciare e distruggere tutto, mostri, anche gli alieni venuti da altri mondi per aiutare i terrestri a sconfiggere il mostro non hanno potuto niente contro Godzilla, che ha reso decenni di guerra contro di lui insensati.
In una colonia di umani ed alieni umanoidi (con una peculiare religione, tutto considerato) sfuggiti alla distruzione causata dal Big G, c’è qualcuno che non riesce più a sopportare le privazioni ed i sacrifici che devono essere fatti per garantire cibo a tutti, Haruo, che è finito in prigione per essersi opposto ad un ordine, e vorrebbe tornare sulla Terra, per vendicarsi su Godzilla e reclamare il pianeta per l’umanità.
Haruo vede il suo desiderio realizzato quando il consiglio decide di imbarcarsi in questa rischiosa missione, ma all’arrivo scopre che (a causa della distorsione spazio-temporale causata dai viaggi spaziali) sono passati 20000 anni da quando gli umani abbandonarono la terra, l’ecosistema è cambiato drasticamente, ma il re dei mostri è ancora lì, incontrastato sovrano della catena alimentare.
–Inchiostratura
Se aspettavate di sentirmi dire come il film ha una buona premessa ma non la realizza bene, rinfonderate il vostro pessimismo, perchè Planet Of Monsters è molto ben scritto, e si prende decisamente sul serio. C’è spazio solo per alcuni raminghi scambi sarcastici tra i personaggi, nessun momento comico vero e proprio, perchè questa è una situazione drammatica, come il prologo ben stabilisce, è una lotta per la sopravvivenza della razza umana, che nel vuoto dello spazio deve far fronte a problemi intestini che nascono dal vagare senza meta, come il razionamento del cibo e le sempre descredenti risorse a disposizione.
Il protagonista, Haruo, è un sopravvissuto nato sulla Terra che cova un odio ancestrale e funesto contro Godzilla, responsabile non solo della morte dei suoi genitori, ma anche dell’esilio della razza umana nello spazio, viaggio che condividono con una razza aliena umanoide che professa una propria religione (che fa molto “cattolicesimo fatalista” ed è un po’ strano, visto il contesto), la quale aiutò l’umanità a combattere Godzilla venti anni fa, ma senza successo.
Uno dei membri più prominenti sull’astronave è Mephies, che crede molto nel destino e nell’esistenza di Godzilla come punizione divina contro la tracotanza di chi si crede padrone dell’universo o della creazione, ma allo stesso tempo aiuta Haruo, colpito dalla sua devozione e dalla sua volontà di voler reclamare il pianeta madre.
Ci sono altri personaggi, ma non tutti sono molto caratterizzati, sono funzionali e non odiosi (od odiabili), ma non hanno molta caratterizzazione, se non quella fornita dal loro ruolo (narrativo e gerarchico), cosa che potrebbe essere migliorata nel secondo e terzo film dando spazio a personaggi che qui già sembrano rilevanti, ma qui è decente, serve la storia e soprattutto l’azione, che arriva da metà film in poi, il quale si prende il suo tempo a delineare un po’ i personaggi, la vita sulla colonia, e riuscendo a farvi importare della missione/desiderio di Haruo.
Va ammesso che però l’argomento “socio-religioso” è trattato in maniera molto vaga, visto come gli alieni umanoidi abbiano una loro religione e – come loro stessi ammettono – hanno una vocazione come preti, ma anche persone che non hanno l’acconciatura degli alieni (e quindi si presume siano umani terrestri) pregano durante i loro riti, ed a volte uno dei soldati commenta che invidia “chi ha un dio a cui pregare in quel momento”. Quindi non è facile capire se ci siano alieni od altre razze aliene diversa da quella religiosa/clericale assieme, visto che tutti hanno comunque un aspetto umano/ide.
Non che volessi sapere se c’era un alieno fedele a Zoroastro (od a qualche Dio Antico, se per quello) a bordo, ma ne sono rimasto un po’ confuso visto che questo film non rende chiarissimi questi elementi del suo mondo. Una lamentela minore, comunque.
Fa piacere notare che anche qui alcune tradizioni della serie persistono, come le scene in cui scienziati e militari studiano Godzilla e fanno riunioni per capire se e come è possibile attaccarlo, confrontando dati e parlando delle abilità incredibili di Gojira (che mai si è accontentato di essere enorme ed avere un fiato/laser atomico), le quali il protagonista ha studiato a lungo, spulciando dati e documenti pur di trovare un punto debole della creatura. Tutto per vendicarsi e vincere Godzilla.
A parte alcuni momenti di tecnobabble, queste scene sono interessanti, e sono compensate dalle ben dirette (anche se ripetitive in alcuni frangenti) scene d’azione, con molta distruzione, utilizzo di vari veicoli da guerra come carri armati, moto volanti, ed anche i classici esoscheletrici robotici da combattimento, per una lotta disperata e suicida contro il re dei mostri, che nessuna arma sembra capace di scalfire, la cui incredibile potenza intimidisce chiunque poggi lo sguardo sulla sua figura.
Una piccola nota: non smettete di guardare quanto arrivano i crediti (o Netflix vi suggerisce e pre-carica qualcos’altro da vedere), c’è una piccola scena in fondo che serve da piccolo set-up dal quale il seguito potrà riprendere.
Il maggiore timore che avevo riguardava l’animazione, visto che è un altro di quelli anime fatti in 3D CG, come il lungometraggio di Blame prodotto da Netflix, o la già citata serie di Knight Of Sydonia, oltre agli “infami” Kemono Friends e la nuova serie animata di Berserk. È uno stile nuovo, e se non altro Godzilla Monster Planet è un altro passo avanti per questo stile di animazione giapponese digitale, di sicuro Polygon Pictures (lo studio d’animazione responsabile di questo e presumo i prossimi film della trilogia) ha realizzato la miglior animazione che abbia visto in questo stile.

Per quanto me ne lamenti, l’animazione stile “3d anime” qui è molto, molto buona.
Per esempio, sebbene l’animazione del film Netflix su Blame! fosse sì migliore rispetto ad altri “3D anime” visti fino ad allora, era fin troppo facile farsi distrare dai movimenti robotici o scattosi dei personaggi che prima si muovevano in maniera credibile, ma ora sembrano avere problemi di framerate e sono “scattosi” quanto basta per rompere l’immersione. In Planet Of Monsters, dicevo, sono stati fatti passi avanti, ed anche soffermandosi su dettagli come il movimento delle labbra e le espressioni facciali non si trovano movimenti troppo robotici o sghembi.
Ma ancora non è una tecnica perfezionata, come qui si può notare vedendo la realizzazione dei mostri. I vari veicoli e mecha hanno buoni design e si fondono bene al resto dei personaggi e degli scenari, ma i mostri sono stranamente in “bassa risoluzione” ed in molte inquadrature ravvicinate (anche di media distanza, a volte) sono un po’ una merda da vedere, oltre a stonare con il resto. Anche Godzilla ha una realizzazione che in alcune inquadrature lo fa sembrare ottimo, in altre non è così convincente, anche se il suo design è buono, classico ma con un look ancora più ligneo, fossile (molto appropriato, considerato tutto), la computer grafica dei mostri non è semplicemente all’altezza del resto, ed anche alla meglio lascia un po’ a desiderare.
È frustrante perchè ci siamo molto vicini, ma allo stesso tempo, non ci siamo ancora. Sono fiducioso che questo stile di animazione migliorerà, ma mentirei se dicessi che non ci sono problemi, un po’ assurdi considerando che film animati in 3D sono padroneggiati dagli animatori “americano/occidentali”, da anni ormai.
–Colpi di china
Godzilla intinge il suo gigantesco alluce nel mondo anime per la prima volta, e con risultati lodevoli. Oltre ad una buona storia sci-fi su una colonia umana che vuole tornare sulla Terra, abbandonata anni fa a causa di Godzilla, proprio con l’intento di reclamare il pianeta dal mostro, ancora incontrastato dopo decine di migliaia d’anni.
Anche l’animazione in “3D CG” che di solito non convince per la qualità robotica dei personaggi in movimento (anche in produzioni maggiori come il lungometraggio di Blame fatto per Netflix) qui è fatta molto bene, senza nessun personaggio che sembra avere un calo di framerate o sembra un robot che cerca di imitare espressioni facciali umane. Peccato che la qualità dei modelli dei mostri sia molto inferiore a quella di tutto quello che appare a schermo, facendoli stonare con il resto, cosa che accade parziale anche a Godzilla, non un problema ginormico, ma un problema notabile che dimostra come manchi ancora un po’ perchè i “3D anime” vengano perfezionati.
La sceneggiatura curata da Gen Urobuchi (Saya No Uta, Fate/Zero, Puella Magi Madoka Magica) riesce a creare un buon dramma sci-fi, con un buon equilibrio tra la necessità di stabilire la nuova mitologia di Godzilla (e non solo, visto che questo è il primo film di una trilogia) e quella di avere scene d’azione che coinvolgono mostri, esplosioni, raggi laser, carri armati e mecha, riuscendo ad integrare nella trama scene tradizionali per la serie, come quelle in cui Godzilla viene studiato dagli umani per cercare un suo punto debole.
La cosa in più Planet Of The Monsters è più carente è forse la caratterizzazione dei personaggi che non siano il protagonista Haruo e pochi altri personaggi principali, con molti personaggi minori che hanno decenti ma solo funzionali caratterizzazioni (magari “predefinite” anche dal loro rango militare) che non vanno molto oltre al loro ruolo narrativo, cosa che è potenzialmente migliorabile (od intesa, per alcuni) nei seguiti, ma appunto, vedremo quando usciranno gli altri due film. Non che siano offensivi, solo poco sviluppati rispetto ad altri.
Non perfetto, ma Godzilla: Planet Of Monsters è un ottimo film anime ed un’ottimo modo per iniziare la trilogia, il cui secondo capitolo uscirà nelle sale giapponesi a maggio. Si prospettano ottimi anni a venire per la serie di Godzilla, e ne sono incredibilmente felice! 🙂