
Paul Thomas Anderson (The Master, Boogie Nights, Il Petroliere) ritorna al cinema dopo 3 anni, e Daniel Day-Lewis qui chiude la sua carriera, senza scandali o cose simili, ma semplicemente ritirandosi dalla recitazione dopo questo film drammatico-romantico sul mondo della sartoria inglese anni cinquanta.
Lo stilista di mezz’età Reynolds Woodcock (interessante cognome, nevvero) ama il suo lavoro, ereditato dalla madre e svolto con amore e fervore ogni giorno, da anni ed anni, nel quale è aiutato dalla sorella Cyril. Tutto nella sua vita è come uno dei suoi capi, meticolosamente pensato e pianificato, ma la religiosità delle sue routine è stravolta dall’arrivo della giovane Alma, di cui si innamora.
In mia onesta (tanto per varietà) opinione, è davvero un’ottimo film, ma non è per tutti, nel senso che racconta una storia d’amore, una che sembra semplice descritta in una breve sinossi, ma è più complicata e complessa, e non dipende solo dalla marcata differenza di età tra i due (che pure incide).
E la narrazione è lenta, in modo da eviscerare il peculiare rapporto tra Reynolds ed Alma, con inquadrature frontali e ravvicinate che vogliono farvi sentire più intimi con i personaggi (molto ben caratterizzati ed interpretati in maniera eccelsa), a volte anche in commoventi sequenze con pochissimo se zero dialoghi, in cui è lasciato parlare il silenzio.
È una storia interessante, e c’è una gradevole ilarità da trovare nel personaggio di Reynolds (ed in altri momenti di gradito umorismo dal tocco british su altrettanto peculiari personaggi), ma richiede una discreta pazienza. Se cercate un film dal ritmo scoppiettante con esplosioni ed eventi su eventi, NON state cercando Il Filo Nascosto come il film domenicale leggero e bombastico da vedere.
Film notevole, decisamente un’ottima conclusione per la carriera attoriale di Daniel Day-Lewis, ma non uno che consiglierei urbi et orbi.
