Non solo di zombi si vive, e questo vale anche per George A. Romero, che narrò anche dei cugini più glamour e meglio inseriti, ovvero i vampiri, in quello che definì come il suo preferito della sua filmografia, Martin, che – come per L’Alba Dei Morti Viventi – uscì in italia con un nome diverso (tale Wampyr), un diverso montaggio e musiche dei Goblin al posto delle composizioni originali.
Non che importi visto che l’edizione DVD trovabile in giro (sempre sotto il nome di “Wampyr”) contiene entrambe le versioni, perchè scegliere, davvero? (domanda non così retorica, scoprirete) Infatti per questa recensione ho visto entrambe le versioni, ma parleremo delle differenze e di quale sia la versione migliore dopo.
Prima la trama.
A riconferma che la Pennsylvania sta a Romero come il Maine a Stephen King, la storia prende luogo a Braddock, una oziosa e vecchia cittadina della Pennsylvania. Qui viene a vivere Martin, rimasto senza genitori e preso in casa da un suo zio, che però crede il nipote sia un vampiro del “vecchio mondo”, ed ha riempito la casa di aglio, croci ed altri mezzi, e che si dichiara pronto a piantargli un picchetto nel cuore se non riesce a salvare la sua anima.
Martin di canto suo non fa molto per convincerlo del contrario, visto che sta spesso zitto, guardando la gente in maniera distratta, assente ed inquietante, e nel suo abbondante tempo libero pedina donne per drogarle, tagliargli le vene e bere il loro sangue, tra le altre cose. Una personcina equilibrata, insomma.
Inoltre la narrazione spesso mostra dei segmenti in bianco e nero che ricordano vecchi film horror sui vampiri, ben girati e che aiutano a rendervi incerti se siano allucinazioni di Martin, delusioni gotiche del ragazzo che si è convinto di essere un vampiro, o veri flashback di quanto era inseguito da paesani con torce e preti che recitano salmi in latino.
L’attore scelto, John Amplas, (che qui debuttò) vi “vende” al 100% il suo personaggio, quello di uno squilibrato, ma molto più complesso di quanto pensiate, allo stesso tempo timido, guardingo, dolce, un disadattato divorato dai complessi adolescenziali (è un ragazzino, in fondo), ma anche da una sete di sangue che lo porta ad uccidere e pianificare i suoi assalti, innocente e predatore spietato allo stesso tempo.
Il film fa davvero molto nel demolire i vecchi clichè del genere, uno per uno, incarnati dal vecchio Cuda, ai quali crede senza dubbio, e che sono visti in maniera affettuosa, quasi nostalgica alla fine, ai quali sia il regista che i personaggi vorrebbero credere, ma che si sbriciolano, decostruiti uno ad uno contro la realtà, contro l’era moderna. Come Martin stesso dice “sono cose da film, pura fantasia”.
Oh, parlando di cose reali, ci sono dei polli che vengono decapitati dal macellaio nel film (entrambe le versioni), giusto un avviso se siete sensibili su queste cose, non mi scorderò mai quella povera tartaruga in Cannibal Holocaust, ripensarci mi fa sempre un po’ senso.
Sto parlando poco della trama anche perchè c’è molto più di quanto appare dalla sinossi, e non va sempre dove pensiate, vi sorprenderà, specialmente nell’atto finale, anche alcuni personaggi che sembrano più “usa e getta” sono caratterizzati bene. Almeno se guardate “Martin”, la versione originale del film, visto che – come già detto – quella arrivata in europa fu chiamata “Wampyr” e fu montata assai diversamente, con musiche dei Goblin al posto delle composizioni di Donald Rubinstein.
(se avete già visto la versione con doppiaggio originale di Martin, potete saltarvi molti paragrafi, se volete, visto che devo sviscerare la molto diversa versione europea del film, e c’è MOLTO da dire al riguardo. Siete stati avvertiti.)
Senza offesa per Simonetti e tutti i diversi artisti che formarono il celebro gruppo italiano, ma la colonna sonora composta dai Goblin per questo film non ci azzecca niente con i temi o l’atmosfera delle scene che accompagna, che spesso rende più dozzinali, lasciando perdere il fatto che diventa difficile udire i dialoghi quando c’è progressive rock a volume alto.
Questa sembra la colonna sonora per uno zombi movie o qualcosa con più azione, e sebbene a volte musica e scene vanno d’accordo, il più delle volte non ha assolutamente motivo di esistere come accompagnamento per scene che dovrebbero essere più disturbanti o malinconiche, e qui hanno un altro tono, con qualsiasi suspence portata via da riff progressive che sono usati malissimo.
Ma non solo in questo Wampyr è una versione assai peggiore del film di Romero, visto che sono stati tagliati circa 9 minuti di film, ed il modo in cui è stato rimontato è da cazzotti nel muso, perchè basicamente salta la scena iniziale per mostrarvi Martin che incontra suo zio Cuda e va a vivere a casa sua… per poi re-inserirla a 15 minuti, con tanto di crediti originali (che il film avvisa sono stati tenuti così per mantenere costante la qualità delle immagini, cosa comprensibile), solo con musiche dei Goblin che non c’entrano un cazzo.

“tra la luce e l’oscurità, tra la scienza e la superstizione, tra l’oscuro baratro dell’ignoto e le vette luminose del sapere”
io non sono un montatore, ma anche se non avessi visto la versione originale prima, mi sarei chiesto perchè cazzo Martin risale su un treno dopo esserne sceso e raggiunto Braddock all’inizio, solo per uccidere una tizia e poi ritornare a Braddock, con il rischio di venir beccato? Non ha nessun senso, neanche nella continuità interna di questa versione. IDIOTI.E non è la sola scena o sequenza che viene rimontata in maniera apparentemente casuale. In alcuni casi ha senso come sono montate sequenze in realtà ben distanti temporalmente da loro, in altri vi beccate personaggi che si riferiscono a scene o concetti che non sono state introdotte o viste proprio in questa versione (di nuovo, accadevano prima nel film originale), e magari vi sono mostrate 2 minuti dopo, grazie al montaggio che si infila qualsiasi concetto di continuità dentro lo sfintere e non lo ripesca fuori manco per sbaglio.
Personaggi mai introdotti od interazioni con esse sono saltate a piè pari, quindi siete a vedere una scena, e SE sapete chi sono quei personaggi (SE), probabilmente non saprete perchè cazzo sono lì, visto che si sono parlati solo una volta (in questa versione, almeno). In alcuni punti le scene vengono rimontate in maniera davvero incomprensibile, che vi verrà davvero voglia di infliggere danno fisico ai responsabili, i quali non cercherò, anche perchè probabilmente sono vecchi o già morti.
Anche le sequenze in bianco e nero sono rimontate alla casaccio e con un fastidioso battito cardiaco rapido in sottofondo ad esse, come se il montatore non avesse mai visto il film, perchè di sicuro non capisce che funzione queste sequenze avevano nella versione originale, oserei dire, visto come sono pasticciate assieme al resto del guazzabuglio che il montaggio ha fatto con le scene in colore, e se ci azzeccano qualcosa sembra che sia pura casualità.
MA ASPETTATE! C’è di peggio, come dialoghi nuovi ed assurdi che di fatto rimuovono la sottotrama dello show radiofonico a cui Martin si confessa/parla (sostituendola con una che non va nessuna cazzo di parte, oltre ad essere clichè da morire), togliendo quindi profondità al personaggio, assieme ad altri monologhi di Martin e momenti di caratterizzazione che sono eliminati, presumo per il – presunto – pubblico becero che andava a vedere gli horror in europa ed Italia allora.
Assurdo che mi sembri di parlare di un’adattamento 4KIDS di One Piece o Yu-Gi-Oh, ma siamo a quei livelli, a quello della nota troiata del “cuore delle carte”, con sottotrame e cose inventate di sana pianta via dialoghi orribili, ma sì, siamo a questo livello di macelleria creativa fatta da beceri mestieranti incapaci (o gente brava costretta a schifezze del genere).
Poi c’è un diverso doppiaggio, l’originale doppiaggio italiano del 1978, e francamente quello della versione restaurata/originale è migliore, quindi neanche qui Wampyr ha motivo di esistere. L’unico motivo per cui Wampyr esiste oggi è per questioni di puro archivismo, perchè si impari da disastri di montaggio come questo, per la storia e perchè generazioni future possano ridere e/o strapparsi i capelli a vedere l’incompetenza dimostrata dal montatore (o le assurde richieste che ha dovuto soddisfare, cosa assai possibile).
Il film (Martin, non Wampyr) è ancora oggi un’interessante variazione moderna sul vampiro, ed anche all’epoca si fece notare, visto che per il ’77 la serie Hammer su Dracula si era già conclusa, e su roba come La Leggenda Dei 7 Vampiri D’Oro, su un mash up tra horror e film di kung-fu degli Shaw Brothers. Martin arrivò solo 3 anni dopo, ma molto più fresco, più ricco a livello di originalità e narrativa, e graziato dello stile consistente alle altre opere di Romero, dovuto (e non poco) al cinematografo Michael Gornick, che da questo film in poi sarà una figura di fiducia per il regista, curando la fotografia anche di Dawn Of The Dead, Knight Riders, anche Creepshow, di cui dirigerà il seguito, Creepshow 2.
Inoltre, questo film segna la prima collaborazione tra Romero e Tom Savini, che qui oltre a curare i minimali ma assai efficaci effetti speciali (ora non così più impressionante, ma per l’epoca decisamente buoni per un film low budget) ha una piccola parte attoriale(un personaggio assai minore), peccato che manchi di barba e pistola inguinale.
Oh, sì, il produttore del film, Richard Rubinstein, nel 2010 annunciò che si sarebbe occupato di un remake di Martin/Wampyr (e si occupò poi di produrre il remake del 2004 di Dawn Of The Dead). E tutt’ora non si trovano informazioni su eventuali sviluppi di questo progetto (anche su IMDB zero news in inglese o meno al riguardo), che presumo non vedrà mai la luce.
Non che ci sia bisogno di un remake di Martin, e…. no, non ce n’è bisogno.
Commento Finale
George A. Romero disse più volte che il preferito dei suoi lavori era Martin, ed è molto facile il perchè di questa affermazione.
Peccato che molti di voi non lo sapranno mai se non comprate l’edizione DVD più recente, di sicuro il pubblico italiano ed europeo dell’epoca non lo seppe, vista l’orribile versione rimontata ad cazzum che arrivò, chiamata Wampyr, con scene (ed intere sottotrame) rimosse e musica dei Goblin che non ci azzecca nulla con molte scene su cui viene usato, specialmente se avete visto prima la versione originale vi infurierete a vedere l’aberrante incompetenza, con scene montate prima di altre, personaggi che parlano di cose che non sono ancora accadute (e poi accadono 2 minuti dopo, rendendo chiaro che quella scena doveva accadere prima, e NON dopo), quando sono presentati proprio i personaggi, e non appaiono dall’aere.
La cosa buona è che potete ignorare questa orribile versione e guardare la versione originale, con un nuovo e migliore doppiaggio italiano, ed apprezzare uno dei più peculiari e riusciti film sui vampiri, sul titolare ragazzo, forse un antico vampiro sopravvissuto e che si sta adattando all’era moderna (di allora, almeno), forse un complessato, disturbato ragazzo che si è convinto di essere un vampiro, ora innocente e timorato, ora predatore senza scrupoli e pronto ad uccidere chiunque per nutrirsi, interpretato benissimo dall’allora debuttante John Amplas.
È un’ottima decostruzione dei vecchi miti sui vampiri, con ottimi personaggi ben caratterizzati, complessi e non banali, una trama che vi riserverà diverse sorprese, oltre ad un finale che ribalterà le vostre aspettative e vi farà sentire emozionali in maniera inaspettata. Un film di culto, che merita davvero di essere ri/scoperto, non solo perchè fu l’unico film di Romero sui vampiri, ma perchè è proprio un’ottimo film.
Oltre ad essere de facto un buon film su un vampiro teenager. Mosca bianchissima.
Ormai l’avrete capito, ma sì, è assai consigliato. 🙂