Prima che la peanut gallery si lamenti di Ready, Player One DOPO averlo visto, “Spilbè” decise di raccontare lo scandalo dei “Quaderni del Pentagono”, ovvero documenti top secret sulle strategie ed i rapporti tra America e Vietnam, dettaglianti i veri obiettivi dietro la guerra e la reale situazione del conflitto, fatti avere prima al New York Times, e poi ceduti in segreto al Washington Post, che decide di pubblicargli, ed affrontare il governo di Nixon, un presidente notoriamente vendicativo e pronto ad usare i suoi poteri come arma personale.
Quella del Post è una battaglia nel nome della libertà di stampa, combattuta anche nelle corti di tribunale e supportata dal crescente movimento di protesta contro la guerra del Vietnam, tracciando un ben chiaro parallelo con la situazione attuale, e – come altri film hanno fatto e faranno – lanciando un chiaro messaggio, valido anche nel contesto attuale, anche nel terribile presente in cui il clickbait domina a prescindere da quale pubblicazione sia, anche nel mondo delle “fake news” e di Facebook che vuole lasciar scegliere le fonti affidabili all’utenza, la stessa marmaglia che Google voleva usare per gestire il proprio servizio e non pagare moderatori.
Non è certo per vedere se l’assassino è Zapruder o Nixon in cosplay da Braccobaldo che guardate un film su eventi reali ed importanti, il cui esito è ben noto o facilmente consultabile con una ricerca online. Se avete trovato Il Ponte Delle Spie molto lento a tratti, e temete una narrazione dal ritmo lento anche qui, non è il caso, visto che è un film molto più dinamico di quanto possiate pensare, quasi sorprendente per una pellicola che ha sì tante scene di persone sedute ad un tavolo che parlano di affari. Ed il cast è ottimo come pensiate che sia.
Buon film, consigliato!