[ZOATROPIA] Dagashi Kashi (2016) | Bad Candy

Dagashi Kashi 2016

Stagione: 1 di 2

Episodi: 12

Disponibilità in Italia: Nessuna

Bozza

Feticisti dei dolciumi e dei manga, unitevi! Forse due categorie non necessariamente ovvie da mettere assieme, ma a quanto pare non così di nicchia da aver fatto desistere dall’adattare il manga di Kotoyama in anime. Perchè non c’era nulla di meglio da far diventare anime, ma mi fermo prima di partire per la tangente.

Potreste aver sentito il nome o vista l’entusiastica protagonista sui social media (c’è molta fan art su Hotaru, anche l’autore di My Hero Academia ha disegnato Hotaru nel suo stile), ma a meno che non abbiate una conoscenza istintiva del giapponese, non capirete minimamente di cosa parla dal titolo.

Dagashi Kashi é la storia di Kokonatsu (detto “cocco” per l’assonanza inglese del cognome), ragazzo di campagna che vuole diventare un mangaka e SOPRATTUTTO evitare di accollarsi il business di famiglia, cioé l’eponimo negozio di dagashi (letteralmente “dolcetti economici”) che il padre vuole in tutti i modi il figlio gestisca in futuro.

Dagashi Kashi 2016 hotaru appears

Ma come accade nel 99 % di questi manga, a Kokonatsu cambia tutto quando nella sua città arriva Hotaru Shidare, una bizzarra ragazza, molto carina ma strana ed ossessionata con i dolciumi, che si rivela subito essere la figlia di un grosso produttore di dolciumi, ed in combutta con il padre per combinare un “matrimonio di comodo” tra lei e Kokonatsu.

No, siccome ciò sarebbe troppo interessante, in realtà Hotaru vuole solo che il padre di Kokonatsu vada a lavorare per la compagnia Shidare, ma You a sua volta accetterà solo se Kokonatsu si prenderà in carico il negozio di famiglia, cosa che a Kokonatsu non interessa per niente, ma lei e suo padre non demordono facilmente e quindi Hotaru rimane in città confidando che prima o poi Kokonatsu ceda.

Sì, praticamente é come se i capofamiglia Saotome e Tendo volessero combinare Ranma ed Akane per far felice Willy Wonka ed evitare la guerra tra Montecchi e Capuleti. Senza vere tensioni romantiche o poste in palio, perchè sennò succedono troppe cose o c’è il rischio di avere una qualche trama vera e propria.

Bizzarrie a base di caramelle seguono. Ilarità… ‘nzomma.

Inchiostratura

Dagashi Kashi 2016 like clockwork

Devo far notare che ho inizialmente letto il manga via “altri canali”, ed ho poi comprato i volumi dell’edizione italiana (lo fa la Jpop, btw), e mettiamo subito le cose in chiaro: Dagashi Kashi come manga non era/è sto granchè, lo so benissimo, ed è discutibile che fosse anche “ok e basta”, ma non era neanche orribile: era/è una gradevole – sebbene molto dimenticabile – lettura. Il tipo di roba che sta meglio in riviste contenitore come Jump che in volumi a sé stanti, ancor più vista la natura episodica del tutto.

Sapevo di non potermi aspettare Yotsuba, Nichijou o qualcosa di particolarmente esilarante. Ma ho scoperto che in questo caso si è deciso di non fare un adattamento fedelissimo, inventando molto appositamente per l’anime e ritenendo solo alcune scene e gag, oltre alla premessa generale.

Scelta comprensibile visto che è stato deciso di avere una stagione standard di 12 episodi con la tradizionale durata di 24 minuti scarsi (comprensivi di opening ed ending) per episodio. Già questo è un problema non da poco, visto che il materiale di base è fatto di capitoli assai corti – più della media per uno shonen – e che onestamente funzionerebbero meglio come striscie scie a quattro pannelli (a riprova, alla fine dei volumi del manga di Dagashi Kashi ci sono strisce del genere).

Il punto non è il comprendere questa scelta, ma perchè è stata fatta, quando esistono diverse serie anime che hanno rinunciato (per necessità e/o scelta) alla durata standard in favore di episodi corti dai 10 ai 3 minuti, e Dagashi Kashi come serie avrebbe decisamente goduto dell’essere meno lunga per amor di mero contenuto e non di sostanza. Ma questo è anche un anime che si ricorda di avere un filo di trama (l’unico) e delle caratteristiche dei personaggi solo negli ultimi due episodi, quindi sto abbaiando ad un sordo.

Dagashi Kashi 2016 well said

Metterei come accusa il fatto che cambia diverse cose rispetto al manga, ma oltre a dover essere un “male necessario” visto la durata degli episodi (ed ha più senso qui che in uno shonen focalizzato sulle battaglie tipo One Piece o My Hero Academia), alcune scene del manga fanno il salto dalla carta alla japanimation, e non sono le migliori, ma quelle che meglio si adattano al resto dell’anime, il quale sembra intenzionato ad abbassare il target democrafico più verso il basso.

Perchè questo anime ci prova molto ad essere divertente, ma solo qualche battuta raminga lo è, il resto sono tentativi molto puerili alla comicità (o roba trita come dare un tratto shojou ai personaggi per una gag), e francamente “puerile & volgare” è un buon modo di descrivere la comicità, con metà di una puntata che è una continua parata di battute sulla cacca, voglio dire, definire la comicità immatura mi sembra giusto.

E battute su dialetti giapponesi che spesso si trovano negli anime (quello del Kansai, specialmente) che letteralmente non comprendo, e non credo troverei divertenti neanche se lo facessi, vista la struttura della freddura/gag. Ed una delle poche gag che fa la transizione dal manga è quella sulla “tetta gelato”, roba di classe, ed ovviamente gli innuendo sono stati aumentati e peggiorati appositamente per l’anime, quello che mi aspettavo visto il resto dell’anime.

Poi beh, c’è roba come questa (e sì, è stata creata apposta per l’anime), che vi presento senza contesto.

Dagashi Kashi 2016 nothing to add

C’è un contesto per questa immagine. Non cambia molto (se niente) saperlo.

E quando non è volgare E stupido, è strano per l’amor di essere strano E stupido, e quello che passa per continuità in una serie del tutto episodica… oh boy, si vede che gli sceneggiatori si sono dovuti far andar bene QUALSIASI COSA pur di mandarlo fuori come richiesto. Ci sono momenti in cui la gag o setup della gag è troppo scollegata dal momento in cui accade nella narrativa, molto pigro nelle gag visuali o nei numerosi momenti in cui Hotaru parla di Dagashi andando di fantasia o microflashback.

E sì, ci sono diverse scene ridicole, ma mi aspetto ridicolo da un anime in generale, ma anche in questo l’anime di Dagashi Kashi non ha particolare ispirazione, risultando spesso stupido, neanche troppo stupido da scatenare una reazione oltre fastidio minore, solo da farmi girare gli occhi indietro, emettere un sospiro intristito e vedere in che altro modo st’episodio in cui non succede nulla davvero si tirerà avanti fino all’ending.

Non è un completo disastro e ridacchierete in alcune occasioni, ma il fatto che la scenetta comica migliore dell’intero anime (l’unica definibile “divertente” o comunque riuscita) sia quella con il Commodoro Perry (figura storica che spesso riappare nei manga, spesso in veste comica o comunque positiva) è… triste.

Spesso gli slice of life sono criticati perchè “non succede nulla”, ma Dagashi Kashi è fin troppo in simbiosi con la sua ambientazione di cittadina giapponese di campagna tranquillissima, ed è spesso assai, assai noioso, perchè non c’è davvero nulla da fare, e la disperazione affama, anche lo spettatore, in questo caso.

Dagashi Kashi 2016 commodoro Perry

Vorrei dire che i personaggi almeno sono gradevoli, ma sono semplicemente non odiabili, almeno non tutti. Il manga di Kotoyama non nascondeva il suo target perlopiù giovanile, visto che Kokonatsu stesso reagisce come un ragazzino pubescente, e si presume sia la vostra “figura vicaria”, colui in cui il lettore target si dovrebbe immedesimare, ed in questa luce ha senso l’attrazione di Kokonatsu per Hotaru che è puerile/adolescenziale.

Lo svogliato e stupidotto padre di Kokonatsu è forse il più simpatico, se non altro perchè il doppiatore è energico e divertente, in tono con il fare alla leggera del personaggio, una delle poche cose divertenti in questo anime, che comunque gode di disegni ed animazioni fin troppo curati dallo studio feel., i design in sé non sono nulla di speciale (a parte quello di Hotaru), ma la qualità dei disegni – e dell’animazione in generale – è fin troppo buona per qualcosa di così vacuo, noiosetto, spesso volgare ed immaturo.

Faccio fatica a definirlo un triangolo, visto che Saya è lo stereotipo dell’amica d’infanzia che ha una cotta da sempre per il protagonista (il quale non se n’è mai accorto), che – come da legge non scritta di certi anime – è piatta perchè per i regolamenti sul seno negli anime, cioè un personaggio femminile deve essere piatto là per far risaltare di più le zinne della protagonista o di un altro personaggio, sennò finisce che le danno al protagonista maschile, in qualche modo.

Dagashi Kashi 2016 moment of truth

Ed anche se ci sono momenti di “romanzu”, questo non è un triangolo amoroso (specialmente visto che Saya non vorrebbe veder andare via Kokonatsu dalla città e da lei, quindi non c’è conflitto tra le due, anzi) visto che Hotaru non flirta od ha interesse verso Kokonatsu… o qualsiasi altra cosa che non sia un dolcetto da emporio, onestamente, esiste solo per fare da mascotte & promotrice dei dagashi, come un’evangelista ossessionata ed irritante dei dolciumi economici, che non ha davvero altro caratteristica distintiva o tratto caratteriale che NON dipenda dai dagashi, e di sicuro il fratello di Saya non ha gli occhiali di Roddy Piper (resti in pace).

Una cosa valida per Dagashi Kashi in qualsiasi sua forma, è che la storia slice of life sia un mero pretesto per cercare di vendervi i dagashi. Non è un caso di pubblicità pagata da uno sponsor quindi vedete gente bere Budweiser od usare computer Sony, ma non è esagerato dire che ogni singolo episodio ha almeno due momenti in cui Hotaru arriva nell’emporio del padre di Kokonatsu per parlare di questo o quest’altro dolciume.

E nell’anime è reso ancora più palese dal fatto che l’ultimo minuto (di solito usato per le anticipazioni del prossimo episodio) è una specie di “teatrino” in cui Saya e Hotaru (che ripetono 2/3 pose di animazione a iosa) parlano di dagashi o qualcosa relativo all’episodio appena finito e vedete veri dagashi mostrati nel “teatrino/palcoscenico”. Non dovrei essere troppo sorpreso, ma la faccia di culo è davvero maestosa.

Dagashi Kashi 2016 candy delusions

La cosa buffa è che non so quale valore (forse solo nostalgico) questo argomento può avere se siete giapponesi: immaginate se io facessi un fumetto su tutti i troiai dolci che ho mangiato da piccolo e ragazzino, sulla storia delle caramelle da 10 centesimi di Lupo Alberto, come quello con i grissini che pucciavate nella bacinella di nutella. Più ci penso, più la premessa di questa serie è stupida, oltre ad essere random.

Ma dirò che la promozione che fecero al Comiket con le sigarette al cioccolato fu carina.

Nessun gran finale, o senso di “fine” in generale, è davvero privo di cerimonie in come termina la prima stagione, non c’è neanche una scena che va avanti mentre i crediti incominciano ad apparire. È uno “stop” più che un finale.

Colpi di china

Ci vuole un adattamento anime particolarmente al gusto di guano per far sembrare il manga di Kotoyama un opera buona al confronto, ma eccoci qui! Dagashi Kashi non è una serie particolarmente notevole o notabile, un passabile/mediocre slice of life che sembrava esistere più per fare marketing di dagashi (ovvero dolcetti confezionati a basso costo) che per altro, facendo leva sulla nostalgia e sul design di Hotaru.

E francamente, Dagashi Kashi è qualcosa che funziona meglio come fan art, come artwork o striscia vista sui social che come manga, e di sicuro non funziona come anime, avendo una premessa a dir poco esile e ben poco da offrire, appoggiandosi al fatto che è uno slice of life per giustificare il fatto che “non succede molto, se nulla”, come se i migliori slice of life dipendessero da elementi soprannaturali o battaglie con raggi laser, e non dai personaggi e dall’ambientazione.

Decisamente non in questo caso, con la protagonista Hotaru che esiste solo per fare da testimonial pubblicitario a vari tipi di dolciumi ed ossessionarsi su di essi, visto che è l’unico tratto caratteriale distintivo che ha, è stramba ed ossessionata dai dagashi al punto da essere veramente irritante, il che fa sembrare gli altri personaggi caratterizzati divinamente al confronto, quando invece sono davvero mediocrità con un accettabile design addosso.

Dagashi Kashi 2016 words of wisdom

Sebbene sia impostato come una commedia, ha un senso dell’umorismo davvero puerile e volgare, con quasi metà di una puntata dedicata a gag sulla cacca, ed anche quando NON scade sullo scatologico, l’humour è incredibilmente dozzinale, stupido ma neanche troppo da essere divertente, solo stupido, poco creativo, anche nelle scene ridicole ed esagerate in cui Hotaru delira. Il fatto che ridacchierete 3/4 volte ed una scena divertente non scusano il noioso ed il disperato prolungarsi di quest’anime che non ha nulla da dire, nulla da fare, se non trascinarsi fino all’ending ed un finale che non conclude nulla.

Il miglior modo per godersi l’anime di Dagashi Kashi è non guardarlo, ma cercare gif e screenshot su Tumblr e posti simili. Mettersi davvero a guardare questo anime non ne vale la pena, anche se siete annoiati e non sapete cosa guardare, c’è sicuramente qualcos’altro che è un miglior investimento del vostro tempo (senza offesa ai fansubber, ovviamente). Se proprio siete curiosi sulla serie, leggetevi il manga, anche se non è granchè.

E sì, mi irrita non poco che robaccia del genere ha una seconda stagione e Shirobako ancora no. (per favore guardate Shirobako, non sta merda).

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