Preview Of Upcoming Attractions: MAGGIO 2018 (AGGIORNATO)

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Siccome ho trovato il listare le recensioni/articoli più efficace ed adatto (anche se nell’ultima preview feci così per mancanza di tempo), d’ora in poi e fino a nuovo ordine le “Preview Of Upcoming Attractions” saranno fatte così.

-NON la Recensione di “The Killing Of A Sacred Deer” (2017), di Yorghos Lanthimos, perchè l’uscita è stata spostata di nuovo…. al 28 giugno 2018, alla fottutissima estate. Ma non demordo, voglio vederlo al cinema.

-un numero PRIMACREMA su un nuovo adattamento di una vecchia serie

-numero ZOATROPIA su “L’Isola Dei Cani” (2018) di Wes Anderson

-un nuovo Grind Cafè EX su film della Full Moon Entertaiment

-un piccolo editoriale sui paradossi dello streaming

-la recensione estesa di Deadpool 2

-una recensione integrale a sorpresa.

-la recensione di un artbook (novità per il sito)

Ed è tutto, a breve!

EDIT DEL 2/05/2018: Causa rimozione di ogni film di Star Wars da Netflix (cosa che non avevo notato, il che dice quanto poco uso Netflix), improvviserò con la recensione estesa di un altro film.

EDIT DEL 09/05/2018: la recensione di Fantastic Planet/Le Planet Sauvage (1973) di Renè Laroux è stata spostata ad inizio giugno, al suo posto ci sarà una recensione estesa di Deadpool 2.

PRIMACREMA #7: Comic Girls (2018)

Comic Girls 2018

Cosa: Episodi 1, 2 e 3
Dove: Crunchyroll
Potenziale: 1/5

Comics Girls è un manga su mangaka, un sottogenere di meta-manga che ha una tradizione in sé (da titoli come Manga Bomber a serie come Doujin Work), con decine e decine di manga ed anime che parlano delle vite di gente che disegna, che vive il sogno, il massacrante, sottopagato sogno.

Questo è su una ragazza delle superiori, una mangaka in erba che riceve diverse critiche dai lettori, facendo la sua serie di yonkoma (le tipiche strisce a quattro pannelli, come indica il nome) la peggio votata del momento. Per rimediare a questo, viene mandata in dormitorio femminile assieme ad altre mangaka giovani, nella speranza che migliori, riesca a prendere meglio le critiche in generale, ma è anche un’occasione importante per la timida, facilmente abbattuta e minuta protagonista di farsi qualche amica….

Il primo problema è che questa storia è generica da morire, cosa riconfermata dal fatto che mi ci sono voluti 2 episodi per ricordarmi che sì, lessi il manga (fatto in formato di 4-koma) un anno fa, questo poteva benissimo essere un manga/anime differente. Solo per il fatto che le protagoniste sono quattro ragazze, il fatto che sono mangaka, e poi i personaggi sono così clichè che potete davvero intuire le loro personalità guardando il colore dei capelli ed i design, senza neanche vedere una singola clip.

La storia ed i personaggi clichè non sarebbero poi così orribili, i disegni ed animazioni sono buoni, ma è un po’ triste quando la cosa migliore è la presentazione data alle battute e gag (come il personaggio che siede su poltrone stile cinema mentre guarda la propria preoccupazione/fantasia), che sono assai trite, e sebbene l’anime provi attivamente a ribaltare i tipici sketch su questo argomento (come l’artista di manga porno soft-core che dovrebbe avere riviste osè nascoste nella stanza per “riferimento”), puntualmente perde focus e poco dopo ricade in altre gag trite ed orribilmente clichè.

Comic Girls 2018 weird stylistic choice

Sul serio, dove sono Zorak e Brak?

Non che sia meglio quando fa gag tipiche ed altrettanto tipiche citazioni ed imitazioni, visto che i personaggi tolgono qualsiasi valore comico rimarcando una o più gag/clichè, non so cosa è peggio tra queste e le sopraccitate deboli e flaccide meta-gag, anch’esse con deboli punzecchiature a clichè che comunque usano impenitenti. Ci sono alcune battute e sketch che funzionano e vi fanno se non ridere ridacchiare, ma troppo poco, e tutto il “moe” dell’universo non può risolvere il problema. Visto che pure il “carinume” è trito, standard, pure troppo tipico, nulla di particolare pure quello.

L’unica cosa davvero degna di nota è la bizzarra scelta stilistica per il negozio di materiale artistico da lavoro (visto nel 2° episodio), in cui i vari scaffali sono foto di reali scaffali con penne, attrezzi da disegno, solo sfocati e rimaneggiati per meglio integrarsi con l’animazione… anche se inevitabilmente stona e distrae fin troppo. Sono abbastanza sicuro che non fosse una mancanza di budget, ma è strano, sembra quasi di vedere un segmento da Space Ghost: Coast To Coast od altri vecchi strani show a basso costo di Adult Swim/Cartoon Network.

La cosa frustrante è che quando vuole l’anime riesce ad essere divertente, a sfruttare il suo soggetto per fare gag inerenti ad esso che funzionano, ad essere un po’ più “cattivo” per amor di comicità (importante per controbilanciare il “moe” dilagante), con personaggi che criticano e parlano dei problemi di fare manga invece di liquidare la cosa con due sbrigatori battute…. peccato che poi c’è un altro tuffo a bomba nell’oceano dei triti clichè anime, dove le buone battute e gag divertenti sono soffocate dai sargassi di toni “saffici ma forse no, ovvio che sì, in realtà?” subdoli come una vuvuzela e similia.

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Comics Girls non è un brutto anime, ma è un’altro caso di uno slice of life che stava meglio come strisce a 4 pannelli, ed è francamente noiosetto, trito, generico, che non ho intenzione di continuarlo né di consigliarvelo, a meno che non DOBBIATE avere la vostra dose di “moe” in qualche modo e siate disposti a tutto. Ma anche in quel caso, ci sono dozzine di anime migliori e con il “carinume” che cercate, anche senza andare a ripescare roba come Lucky Star.

Potete benissimo vedere alcuni screenshot con le gag decenti (alcune anche buone) o disegni carini su Tumblr invece di vedervi l’anime, stessa esperienza, forse migliore.

[EXPRESSO] Avengers: Infinity War (2018) | Space Tyrant Plum Battle Royale

Avengers Infinity War 2018 locandina

Riprendendo da dove Captain America: Civil War si era concluso (circa), gli Avengers si ritrovano divisi, ma costretti a mettere da parte i loro conflitti ideologici, visto che la prugna spaziale ha deciso di alzarsi dal trono e venire sulla terra per sottrarre le Gemme Dell’Infinito, al fine di divenire ancora più potente e conquistare l’universo, altro che Raoul Julia.

Il paragone è crudele ma necessario, visto che Infinity War riesce dove Civil War falliva miseramente (facendo diventare insignificante ogni evento a cui voleva dare impatto e significato, diventando sempre più piccolo più voleva essere grande), riuscendo ad avere molte cose a bollire in pentola ed un chiaro, importante motivo per ognuna di esse, con una vera posta in gioco, ed un ottimo nemico (Thanos è un signor villain) a tenere il tutto assieme.

Notevole atto di bilanciamento quello fatto da Joe ed Anthony Russo, visto che il film parte subito in quarta, ha molte sottotrame e personaggi da giostrare, molti combattimenti tra più supereroi, ma riesce a trovare spazio per un po’ di comicità ed anche del dramma, con una narrazione dal ritmo serrato che riesce a non essere dispersiva, nonostante le dense due ore e mezzo di film da tenere per le briglie. Il tutto con la solità qualità di produzione e coreografia che vi aspettate.

Il finale è inaspettato, ma essendo esso volutamente vago sul perchè e “percome”, sono indeciso se lodarlo per aver avuto “le palle de féro” o criticarlo perchè questo è un modo molto furbo di rimandare la vera conclusione all’eventuale “Parte 2”, tenendo sulle spine i fan e facendogli speculare su cosa significhi. In ogni caso è un finale intrigante, ed il solo fatto che ci sto pensando sopra (invece di sentirmi strattonato verso un altro film Marvel) è buon segno.

Ottimo film Marvel, oserei dire.

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P.S.: Al contrario di Thor: Ragnarok, stavolta la scena post-crediti (e sì, UNA scena post crediti) ha un motivo di esistere, anche se ho dovuto chiedere al mio vicino di poltrona cosa voleva dire, tanto poco me ne intendo del panorama Marvel, DC e dintorni.

Ninja Terminator (1985) [RECENSIONE] Wigs of Fury

Ninja Terminator 1985

Dopo aver per sbaglio recensito prima Golden Ninja Warrior invece di questo, eccoci a recensire Ninja Terminator, ritenuto uno dei più divertenti film pasticciati assieme dal maestro del cinema low budget di Hong Kong (padroneggiante l’antica tecnica del “copia ed incolla”), e quello che dovrebbe chiamarsi Golden Ninja Warrior invece del film del 1986 che porta davvero quel nome (forse Godfrey sbagliò e scambiò i nomi come con DeVito e Schwarzy in Twins).

Se non sapete chi è Godfrey Ho, non starò a rispiegarlo nel dettaglio, vi rimando alla recensione di Golden Ninja Warrior, ora tuffiamoci di nuovo nel mondo di film incollati assieme con il potere ninja dei ninja, dai ninja, per i ninja. Ninja! Continua a leggere

[EXPRESSO] Escobar – Il Fascino Del Male (2017) | Loving Mr. Big

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Non ho visto Narcos, posso fare paragoni copiati da altri su cose che non ho mai visto, ma eviterò.

Sebbene non sia affatto il primo film a parlare direttamente od indirettamente dalla figura del celebre narcotrafficante milionario Pablo Escobar (vedesi Escobar: Paradise Lost del 2014 con Benicio Del Toro nei panni dell’eponimo criminale), il successo della serie Netflix di sicuro non ha deincentivato il regista Fernando Leon de Aranoa, che qui adatta il libro “Amando Pablo, Odiando Escobar”, memoir di Virginia Vallejo (qui interpretata da Penelope Cruz), giornalista colombiana che fu amante di Escobar per anni ed infine decise di collaborare con la giustizia per facilitarne la cattura.

Il che dà la cornice al racconto, che copre – come è logico aspettarsi – dall’ascesa criminale di Pablo Escobar (qui interpretato da Javier Bardem), diventato uno degli uomini più ricchi del mondo grazie al narcotraffico, visto dai quartieri bassi e poveri come un “robin hood”, fino a quando la sua sanguinosa guerra contro il governo columbiano ed americano non giunge alla sua tragica conclusione.

Il tutto con commenti fuori campo da Virginia, invischiata negli affari del criminale, ed utile espediente narrativo per farci vedere Escobar nei panni dell’efferrato criminale disposto ad uccidere alla luce del sole chiunque gli si opponesse, ma anche in quelli di padre, e di mostrare il contesto in cui una storia come quella di Pablo Escobar può nascere, quello di un paese povero con tantissima gente abbandonata dal governo in bidonville.

Il film si prende alcune libertà artistiche, ma è ben diretto e dal ritmo equilibrato, Javier Bardem ottimo nei panni di Escobar, non schiva le brutalità della storia né mitizza in luce positiva Escobar stesso (o lo rende un criminale cartoonesco che esiste per glorificare le azioni della polizia o DEA).

Buon film, non da scartare.

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PRIMACREMA # 6: Arte (manga)

ARTE manga cover

Cosa: Volumi 1 e 2 (Planet Manga)
Dove: Fumetteria e negozi online
Potenziale: 3/5

Essendo toscano, un buon modo per attirare la mia attenzione è fare qualcosa sul Rinascimento, quindi potete scommetterci che Arte di Kei Ohkubo mi ha incuriosito fin da quanto lo vidi apparire su Anteprima (un mensile specializzato sulle uscite imminenti di fumetti e gadget). XVI Secolo, Firenze in pieno rinascimento, ok, andiamo!

Arte racconta la storia di… Arte, una giovane nata in una famiglia aristocratica di Firenze, ma che per l’amore della pittura si lascia le proprie origini nobili alle spalle, e riesce a farsi prendere come apprendista nella bottega del pittore Leo. Come presto scopre, il Rinascimento è meraviglioso… se sei nobile. Ed uomo. Altrimenti ti devi mangiare tanto polifosfato organico, specialmente sei donna, perchè anche le botteghe artistiche sono posti in cui le donne non sono benvenute, e tali ambizioni sono viste come scomode ed inappropiate.

È una tipica storia di formazione, con Arte che spinge con forza, fa sacrifici e fatiche per realizzare il suo sogno, anche se dovrà sudare molto più sangue per farsi spazio in una società che non la vuole considerare degna. Il messaggio appare subito ovvio, ma il manga evita di risultare troppo idealizzato visto che non dipinge lo sforzo di Arte come una questione di “basta volerlo” né come una questione di “basta impegnarsi al massimo”, e non svicola da affrontare questioni “spinose” come le cortigiane, il ghetto e dettagli non propriamenti nobili della società di allora.

Ed lo sfondo storico scelto è molto bello, riconfermando la tradizione di città e periodi storici italiani rese con cura ed amore da fumettisti nipponici, come Kozue Amano replicò la Venezia per il suo ARIA (uno dei miei preferiti, tra l’altro).

Non esattamente il manga più progressivo del mondo (non che mi aspettassi lo fosse), ma comunque una gradevole ed interessante lettura, con personaggi gradevoli ma non simplicistici, buoni disegni, che consiglio se amate il periodo storico e la Firenze di allora (filtrata dall’idealizzazione a postumi, ma comunque affascinante).

Il nuovo doppiaggio di Akira per il 30° anniversario

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Questa non è una recensione di Akira seguente il nuovo doppiaggio italiano fatto per l’uscita al cinema questo 18 aprile 2018, al fine di celebrare il 30 anniversario che Nexo Digital ha voluto anticipare di qualche mese. La mia recensione di Akira sarà puntuale con il 30°. 😉

Questo è un breve articolo in cui svito il cranio e dico rapidamente “a caldo” la mia sul nuovo doppiaggio italiano di Akira. Continua a leggere