Ho una sottoscrizione su Crunchyroll, che significa pago 60 euro per anno all’industria dell’animazione giapponese. Non sono qui per discutere del prezzo (comunque irrisorio davvero), nè a fare un confronto con VVVVID, anche se uso pure quello. Questo non è neanche un editoriale, vicino ma non proprio.
No, sono qui per discutere e fare esempi del paradosso che permette alle compagnie di fare streaming e rendere accessibili i contenuti per tutto il globo….tranne quando le licenze (ed un antiquata legislazione ad essa sottostante) si mettono di mezzo. Se usate Crunchyroll o seguite l’account americano su Twitter, è assai comune trovare commenti che lamentano il fatto che questa nuova serie o serie popolari vintage sono state inserite sul catalogo…. ma non sono disponibili per questo e quest’altro paese.
Per esempio, avrei voluto vedere l’anime di Amanchu, ma come per molti altri, se siete in Italia (od un altro paese, non è certo un problema unico alla versione italiana del sito), vedrete apparirvi l’odioso messaggio (quello mostrato nell’immagine di inizio articolo) che vi dice non potete vedere quella serie per limitazioni di licenza.
Sia chiaro, comprendo che se la Merak Film ha i diritti per l’Italia di Dragon Ball Super, giustamente non troverò la versione sottotitolata su Crunchyroll. Non sono un’esperto dell’ambito legale a questo riguardo, ma capisco che se compri una licenza e sborsi diversi danari, vorrai avere uso esclusivo di suddetta licenza, visto che hai pagato per quello.
Ma non capisco perchè mai non dovrei poter vedere Anime Gataris, visto che nessuno in Italia ha i diritti per quella serie, presumendo che ne siano a conoscenza in primo luogo. è sul catalogo, ma “non esiste” per gli utenti italiani perchè immagino ci sia da far spazio a fin troppe serie per bambini e/o che servono come pubblicità per un videogame/gioco di carte collezionabili.
O detto in altro modo, a quale compagnia sto “rubando” perchè voglio vedere l’anime di D. Gray-Man, tutt’ora senza nessuno che l’abbia licenziato per il mio paese (parlo dell’anime, non del manga, attenzione) dopo anni ed anni? Siate grate ai fansub, perchè alcuni show non verranno mai presi e localizzati ufficialmente, anche dopo anni, come Nichijou.
Il catalogo italiano di Crunchyroll lascia a desiderare, anche se ha spesso serie di punta che non appaiono su VVVVID. Quello americano è semplicemente migliore: prendiamo Yuru Camp/Laidback Camp, serie che è disponibile integralmente anche in italia (una che adoro e di cui ho già parlato), oltre che in Nord America. Ma sulla versione americana del sito ci sono anche 6 episodi di una mini-serie in cui Hanamori Yumiri (doppiatrice di Nadeshiko nell’anime) prova lei stessa a fare camping in solitaria.
Superfluo, sì, ma un piccolo esempio di roba che c’è nel catalogo americano di Crunchyroll, ma non in quello italiano. Lasciando perdere cose ridicole come il fatto che My Hero Academia è su VVVVID (il sito di streaming legale e gratuito per noi italiani, sai, quelli che si incazzano perchè Spotify ha il coraggio di chiedere pagamenti per un servizio?), ma non su Crunchyroll, immagino ci fosse questa enorme richiesta di anime come Bono Bono, davvero da infanti (nel senso proprio pensati per bambini piccoli piccoli).
Questo finchè non scoprite (ed io l’ho scoperto solo da pochissimo, sono molto in ritardo al party) un simpatico plugin (Cr Unblocker) che permette di far credere al browser che stiate accedendo dall’America, quindi eccovi il ginormico catalogo di Crunchyroll, con moltissime serie disponibili per essere viste, con sottotitoli in inglese sì, ma come se fosse un problema (e se lo è, imparatelo sto inglese).
Potreste dire che è una cosa illegale, ma NO, è una mossa legalmente ambigua, visto che non mi sembra illegale poter usufruire delle cose contenute nel servizio per cui pago con denaro, anche se devo dissuadere il browser (che comunque richiede un account di Crunchyroll e non ignora se è un account premium o gratis) per godere del catalogo completo, invece di quello che Crunchyroll.it ritiene debba avere.
Non condono la pirateria, ma se non mi vuoi vendere qualcosa per il mio paese, non sono obbligato ad aspettare un indeterminato periodo di tempo (oltre il ragionevole, si intende), visto poi come molte serie non vengono licenziate proprio, quindi non c’è nulla di male a cercare fansub per una serie di nicchia che sapete nessuno ha intenzione di licenziare per il vostro paese.
Preferirei non incalzare ulteriormente sull’argomento pirateria, perchè tanto anche se serie sono licenziate e visibili gratuitamente nel mio/vostro paese, troverete gente che le pirata e vede la versione fansubbata ugualmente, quindi il solito discorso che le compagnie fanno sui “milioni persi grazie alla pirateria” perde significato, perchè non puoi provare che ogni persona che pirata qualcosa avrebbe comprato la versione legittima di quella opera/prodotto se fosse esistita, anzi, i fatti contraddicono questo ragionamento.

Ad esempio, sarei da decenni ad aspettare una versione ufficiale del meraviglioso Tenshi No Tamago (mai fatta), se non fosse per i fansub.
Io stesso tendo a dover usare versioni piratate di film che possiedo/pago per vederne lo streaming, più che altro per fare alcuni screenshot (quello o devo prendere le immagini da internet), cosa che eviterei spesso se Netflix non bloccasse gli screenshot da telefono, ad esempio. Oppure leggo online capitoli di manga che poi compro in versione cartacea quando escono in Italia, quindi davvero l’esistenza di una versione “pirata” non implica sempre e solo la percepita perdita che le compagnie dicono
È un argomento complesso, e non è quello principale di cui volevo parlare, quindi torniamo in carreggiata.
Simili sentimenti agrodolci ho per il catalogo di Adult Swim (essenzialmente il lato più sperimentale, “adulto” e trasgressivo di Cartoon Network), che contiene serie trasmesse in notturna sulle tv americane, lasciando i fan italiani (ed europei) di serie come Harvey Birdman: Attorney At Law, The Venture Bros., Metalocalypse, Space Ghost: Coast To Coast, Aqua Teen Hunger Force, etc. a cercare clip su canali ufficiali, eventuali release britanniche su DVD, e poi a vedere episodi interi su youtube con voci velocizzate, immagini zoomate ed altri trucchetti per evitare che gli algoritmi di Youtube trovino corrispondenza.
(EDIT: ok, a quanto pare le stagioni 8, 9 e 10 di Aqua Teen Hunger Force sono state doppiate e sono su Tim Vision da febbraio 2018. Non lo sapevo proprio, non ho Tim Vision)
Se casomai capita che una serie viene doppiata e distribuita nel vostro paese, ed il lavoro di adattamento e doppiaggio è buono, comprate la versione localizzata, sostenete le cose che vi piacciono, sennò davvero siete i ratti di internet che vogliono tutto gratis e si lamentano quando devono pagare (od anche quando NON devono pagare, vedesi gli italiani su Spotify), siete quello che l’opinione comune dice a riguardo di internet ed i suoi “abitanti”.
Questo si potrebbe dire anche di Netflix ed altri servizi di streaming, che offrono spesso anime ed animazione anche loro. Cambiando “genere” un attimo, qualunque fan dell’horror italiano con Netflix sa benissimo quanto pieno di merda è il catalogo italiano, quanti titoli importanti mancano all’appello per far spazio agli Sharkenado od a roba come gli American Poltergeist.
Per fare un’altro esempio, io seguo Classic Game Room da anni, ma in questi ultimi mesi ha cambiato “casa”, passando da Youtube ad Amazon Prime Video (visto il troiaio che è Youtube per creatori con standard qualitativi e dignità, non gliene faccio cruccio), ma al momento è disponibile solo negli Stati Uniti e Regno Unito, quindi anche se ho Prime (e c e l’ho) non posso vederlo. Mark Bussler spiega che non dipende da lui (cosa assai probabile, non vedo motivo per volere una situazione del genere), e che l’altra opzione è diventare un patrone sul suo Patreon, visto che il sito è internazionale.
Lasciando perdere la transizione da Youtube a Amazon Video, con anche James “AVGN” Rolfe che ora pubblicherà gli episodi dell’Angry Video Game Nerd prima su Amazon e poi su Youtube, non caso isolati e non gli ultimi esempi di migrazione dal sito di video che è la tv dell’internet, almeno lo è adesso.
“Qual è il punto?” Se vi aspettavate che , non sono qui per dare la soluzione, per offrire la panacea a tutti questi problemi, visto che se un unico servizio avesse tutto, non ci sarebbe competizione, e ci sono comunque troppi interessi in gioco per rendere plausibile il “mono-servizio che ha tutto” (una cosa meglio in idea che in pratica), e soprattutto un sistema legale incredibilmente antiquato a regolare un sistema di business pensato a livello globale. E viste le mie finanze, non credo di poter smuovere molto a livello burocratico e legale.
Se proprio volete un punto: conservate bene le vostre VHS e DVD, archiviate il più possibile, perchè specialmente nella società dell’on-demand, è facile dimenticarsi e difficile dare tanto valore a qualcosa, prima che il prossimo trend arrivi e se ne vada veloce come è venuto, e non confido nell’industria dell’intrattenimento in generale per quanto riguarda l’archiviare sè stessa, anche se pensereste ci sia interesse economico a garantire che lo faranno (vero, ma per opere di nicchia il discorso è diverso).
Almeno archiviare film e serie tv è più facile di videogames, oltre al noto fatto che quello che arriva su internet non va mai davvero via da internet. Ma nel dubbio, fate back up fisici, non si sa mai, visto che il digitale è paradossalmente perfetto per l’archivismo ma rende le opere archiviate ancora più fragili.
Ci sarà un editoriale (uno vero) più interessante sui temi di nostalgia e serialità più avanti, cya!
Lo streaming mi andrebbe anche bene (però, sul sito italiano di Crunchyroll non riesco a iscrivermi, boh…) ma mi spiace molto che siano poche le opere degne di nota licenziate e distribuite per la home video in Italia. Ci sono prodotti che se fossero disponibili sul mercato italiano, li comprerei ad occhi chiusi (es. remake di Logh prima serie e film successivi, e remake Yamato 2202)
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Il problema è che l’home video (per quanto lo preferisca in generale, da collezionista/cultore) non è una buona proposta a livello economico, e va ammesso che è molto meno costosa una sottoscrizione (che spesso è pure spezzata tra familiari e conoscenti per ridurre spese) mensile a Crunchyroll o Netflix che spendere il triplo per una singola serie o film. E le compagnie italiane non sembrano interessate a spendere qualche soldo in più per portarle ad un pubblico che le pagherebbe (a parte le serie che sono comprovate o praticamente profitto assicurato), specialmente per gli anime, ed in tandem con la crescita del consumo digitale anche legale… beh, succede che devo importare il Blu Ray britannico di Perfect Blue.
Ho un editoriale sulla pirateria a cui lavoro da un pò ma che non ho avuto modo di definire ben bene, eventualmente lo pubblicherò, perchè la situazione è cambiata, credo si possa dire in peggio.
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Ma che cazzo vuol dire e potrete vederla in inglese come se fosse un problema e so lo fosse imparatwlo sto inglese, cioè non solo guardo la serie in giapponese ma dovrei pure fare più fatica anche nel leggerlo… come se si riuscisse a tenere il ritmo alla stesso modo che con i sottotitoli in italiano…bha.. questa cosa delle licenze è ridicola e poi la gente si lamenta dei siti illegali
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