Dopo che l’uscita nelle sale italiane fu rimandata all’improvviso all’ultimo di maggio (e con il trailer nelle sale che anche ad aprile e maggio inoltrato mostrava un “15 marzo 2018”), finalmente The Strangers 2: Prey At Night arriva nelle sale cinematografiche dello Stivale, il che mi rende assai felice, visto che mi piacque molto il primo The Strangers, il quale sembra essere molto odiato su internet, perchè qualche poiana lo disse, e tutti a concordare anche senza averlo mai visto.
Nulla di nuovo, insomma.
GOT SOMETHING THAT MIGHT INTEREST YA
Devo ammettere di aver avuto alcune riserve fin da subito, perchè The Strangers non è esattamente un tipo di film che vedo e mi fa chiedere subito un seguito, perchè essendo un horror-thriller del cosiddetto stile “home invasion”, non c’è molto a limitare un’ipotetica sfilza di seguiti in cui i vari assassini mascherati invadono una diversa casa in diversi posti.
Anche se, a pensarci, non c’è nessun motivo per definirlo un seguito vero e proprio, ma piuttosto un altro film i cui protagonisti sono assassini con il volto coperto da specifiche maschere (tanto che non richiede di aver visto il primo), uno che arriva ad una distanza notevole, ben 10 anni dopo il primo The Strangers, cosa assai rara e bizzarra, specialmente per questo tipo di cinema (per abitudine ho aggiunto il 2 nel titolo, quello originale non lo comprenderebbe, btw).
La regia stavolta passa dalle mani di Bryan Bertino (che rimane come sceneggiatore, assieme a Ben Ketai) a quelle di Johann Roberts, meglio noto per aver diretto il ben ricevuto 47 Metri Sotto (che non ho ancora visto), con un seguito chiamato semplicemente “48 Metri Sotto” previsto per l’anno prossimo. Non avendo visto nessuno dei suoi film, non ho nulla da aggiungere, quindi andiamo al sodo.
WHAT ARE YA SELLIN’?
La trama di The Strangers: Prey At Night si può descrivere assai rapidamente e subito risulterà assai familiare per chiunque vagamente versato in horror: una famiglia decide di fare un viaggio in roulotte, ma dopo l’arrivo in un campeggio abbandonato, vengono attaccati da tre psicopatici mascherati durante la notte, le cui intenzioni sono ovvie come inspiegabili.
Dopo aver assalito una casa privata nel primo film, stavolta i nostri assassini protagonisti (chiamati colloquialmente Dollface, Man In Mask e Pin-Up Girl appunto per il tipo di maschera indossato) decidono di cambiare leggermente aria e di dare la caccia in una zona camping remota, ampliando il territorio in cui decidono di “giocare”, sempre senza motivi assurdi o complicati a muovere le loro azioni.
Una delle cose che ho più apprezzato nel primo e che viene mantenuta qui è l’attitudine generale verso questo tipo di situazione, una assai realistica e se non fredda, assolutamente credibile, schietta, senza complicazioni o complessità psicologiche date per percepita necessità, cosa già ben esemplificata nel primo film dalla risposta “Perchè eravate a casa” alle domande sui loro motivi per fare ciò. Non c’è nessun motivo, né ce ne deve essere per forza uno, sono qui per uccidere, per godere nella caccia, assaporare le uccisioni ancor più in quanto consci nel loro status di ”estranei”, per la paura che incute il non sapere, il non capire.
WHAT ARE YA BUYIN’?
Certo, questo concetto potrebbe far sembrare il tutto troppo semplice, ma qui – come nel primo – funziona, grazie una buona atmosfera data al nebbioso campeggio di montagna, ad un buon ritmo della narrativa (priva di eccessivi tempi morti), ed aiutato da una caratterizzazione decente (non eccelsa, ma neanche dozzinale) delle vittime, è importante che vogliate – almeno un po’ – vedere i personaggi sopravvivere. Non aspettatevi palate di gore od un’enfasi particolare su squartamenti e cose simili, che accadono comunque con fare repentino, brutale, e tono realistico.
Più o meno saprete come si svolgerà la vicenda e come andrà a finire la cosa, potete farvi una buona idea, ma appunto, “più o meno”, e per non cadere in spoiler, devo dire che questo è un caso assai particolare, non ho mai visto un seguito di un film horror così dedicato ad impedire l’arrivo di The Strangers 5: Back 2 The Hood, o mettere tanto impegno per accoppare la sola idea di altri seguiti di The Strangers. A prescindere dalla vostra opinione sul film, questo mostra innegabili gonadi d’acciaio che meritano un applauso lungo 92 minuti.
Commento Finale
The Strangers: Prey At Night è un seguito curioso, non solo perchè arriva ben 10 anni dopo (rarità per una serie horror) l’originale ed è un buon seguito che ricattura lo stile ed il tono del primo The Strangers (nonostante la regia sia passata da Bryan Bertino a Johann Roberts), ma perchè fa l’impensabile e l’inaspettato per un film horror, ovvero si assicura di rendere (quasi) impossibile la sola idea di un altro seguito.
Il che è assolutamente ammirabile e degno di rispetto anche se non vi è piaciuto il primo, perchè, nonostante un ritmo narrativo leggermente migliore, la storia rimane strutturalmente molto semplice, simile a quella del precedessore, in generale tipica del sottogenere “home invasion”, ma è una semplicità quasi rinfrescante, ed anche se sapete pressapoco come andrà a finire, una buona esecuzione ed un buon cast con decenti personaggi fanno funzionare benissimo il tutto. E sebbene non sia affatto esagerato, tranquilli, c’è gore e brutalità nella caccia degli “estranei” alle loro vittime di turno.
Un buon seguito, un ottimo film horror-thriller, non uno che vi farà cambiare idea sull’originale The Strangers, per una serie che (sebbene debba ammettere non sia perfetta, affatto) trovo sia assai stata malignata più per partito preso che per altro. Potrebbe fare per voi, o potrebbe dirvi assai poco, consiglierei di guardare prima l’originale, anche se non è assolutamente necessario.