Chi non vorrebbe vedere uno spin-off sulle avventure di un giovane Han Solo, prima che ebbe quel diverbio nella cantina i cui inutili dettagli saranno discussi in maniera ossessa?
….. No, senza ironia, chi voleva davvero con fervore questo spin-off? Non perchè non abbia senso, ma perchè la premessa di “Young Han Solo” non era poi così interessante, ed il concept rendeva facile intuire che tipo di storia sarebbe stata, anche senza vedere i trailer.
È quel tipo di “origin story” di un personaggio truffaldino, un mercenario di sorta, non esattamente un eroe, ma un criminale che sotto sotto ha un cuore d’oro, un bravo ragazzo cresciuto in un ambiente povero e squallido che lo ha costretto ad impare come fuggire, rubare ed usare ogni trucco per fare qualche soldo portando in salvo la pelle. In questo caso è su Han Solo, il che significa vedere dove è cresciuto, come ha incontrato Chewbacca, ha conosciuto Lando ed ha ottenuto il Millennium Falcon.
Non c’è nulla di sbagliato in questo, ma tolti i frilli di Star Wars, non è una storia né originale, particolarmente interessante, o narrata in modo particolarmente convincente. I nuovi personaggi non sono male (assurdo però come i migliori personaggi in questi spin.off siano i droidi), il cast è buono (Alden Ehrenreich è convincente nei panni del giovane Han), ci sono scene divertenti, ma non è nulla che non abbiate già visto fatto meglio in altri film.
Il “peccato” maggiore di Solo: A Star Wars Story alla fine è solo quello di essere…decente, nulla di granchè, un po’ più lungo del dovuto, e sarei stato più ben disposto se il film si fosse trattenuto dal fare continui rimjob alla trilogia originale. Non è solo per i fan, ovvio, ma saranno senza dubbio loro a ricavarne di più.