GAMERA-THON #1: Gamera The Giant Monster (1965)

Gamera The Giant Monster 1985.png

AKA: Gammera The Invincible, Gamera: Frankensteins Monster aus dem Eis,
Gamera, o vasilias tou Tokyo

BAMBINI FASTIDIOSI-METER: 6/ 10
WEIRDO KAIJU-METER: 0/5 (Gamera non ha un mostro avversario)
GORE-METER: 0/5

Nell’intro ho parlato di come questo fosse un emulo di Godzilla, solo fatto da una compagnia diversa (la Daiei, in questo caso) con un budget decisamente inferiore a quello delle produzioni Toho. Talmente a buon mercato che è il primo ed unico film della serie in bianco e nero, ed in questo è chiaramente NON una scelta stilistica. Sì, il primo Godzilla era in bianco e nero, ma giusto un anno prima di questo film ci fu Mothra VS Godzilla (il terzo film della serie di Godzilla, portato in italia come “Watang! Nel favoloso impero dei mostri”, perchè Italia), ed era a colori. Quindi sì, bianco e nero per pura economia.

Per il resto sì, questo è il primo film della serie, ed i paragoni con il Big G sono ovvi quanto inevitabili, ma già qui si capisce che il tono cercato non è quello dell’originale Godzilla del 1954, ma più quello di un normale kaiju movie, uno che stabilisce un nuovo mostro, Gamera, una tartaruga zannuta che cammina su due zampe, sputa fuoco (inusitato) e pure vola, roteando sospinta da propulsori che le escono dove ci sarebbero le zampe. Come ogni tartaruga può fare, d’altronde.

(per quale altro motivo dovrei averne un’armata in giardino, secondo voi?)

E per ulteriormente rendere palese ad un cieco che cosa vuole essere Gamera: The Giant Monster, anche la “origin story” di Gamera ha a che vedere con il nucleare, sebbene in questo caso sia semplicemente un aereo con armi nucleari che si schianta in punto dell’Oceano Artico, rompendo i ghiacci e liberando Gamera, un mostro originario di Atlantide, come riporta un pezzo di tavoletta costudito da eschimesi (di nuovo, tutto logico).

Il risveglio di Gamera è visto sia da una tribù eschimese, sia da un trio nipponico (uno zoologo, un reporter, e l’assistente dello zoologo) venuto lì per ricercare qualcosa e rompere le balle ad eschimesi assai nipponici, i nostri protagonisti, che cercando di sventare la minaccia, aiutati da altri scienziati e dall’esercito. Non ho molto da dire su di essi, tanto che non userò nomi, ma dirò che è esilarante come uno zoologo sia tenuto in così alta considerazione (manco fosse l’unico del Giappone) da chiunque in questo.

Il reporter esiste per fare il suo lavoro ed innamorarsi a caso, l’assistente esiste per avere le intuizioni migliori senza che nessuno le dia qualche merito, e per fare il personaggio di “donna”, il superfluo ed assolutamente interesse amoroso – e pure non ricambiato – del reporter. (sì, si mettono assieme a fine film, e condividono cosa, ¾ battute?).

Gamera The Giant Monster 1965 toshio lo stronzo.png

Apologisti dei kaiju. I peggiori.

La cosa che differenzia subito anche questo primo film da Godzilla è la presenza di un bambino che è affascinato da Gamera. In questo caso abbiamo Toshio-kun, ragazzino un po’ ossessionato con le tartarughe che crede Gamera sia la sua piccola tartaruga Chibi (sì, immaginazione a mille), trasformatasi in quel mostro sputafiamme che crea casino. Ma non solo Toshio è un traditore della razza umana  perchè non solo nega le persone morte e le cose distrutte dall’”Inviato Del Diavolo” (che fa molto Striscia La Notizia, ahimè) – come è definito qui -, ma credendo che Gamera sia suo amico perchè lo ha salvato una volta, ma perchè inconsciamente cerca la morte e crea innumerevoli problemi per i parenti, o chiunque voglia evitargli di morire abbrustolito da una tartaruga.

Ammesso, dovete prendere questo film per quello che è, perchè molto non ha vero senso se non visto con lo sguardo di un bambino, uno che non ride all’idea che l’esercito usi “bombe gelo”, che non si fa molte domande su errori evidenti, uno a cui non dispiacerebbe avere come amico (o credere anche se chiaramente non è vero) un mostro gigante, perché è quello che vuole credere, è il suo mondo, e non gli interessa discutere la sceneggiatura, una in cui gli scienziati e luminari devono farsi ricordare che, sì, hanno un piano apposta che permetterà di risolvere la situazione, ma che si sono dimenticati di avere per il resto del film. Ops?

È un b-movie nipponico di metà anni 60, sapete pressapoco cosa aspettarvi se avete una minima conoscenza del genere, quindi sì, l’esercito attacca il mostro con armi varie ma non gli fa una pippa, Gamera è un tizio in tuta di gomma che si agita vedendo poco (o niente) di cosa ha davanti, molti modellini vengono distrutti e ci sono diverse esplosioni con “miccette” (che mi fanno sempre un po’ preoccupare per l’attore dentro la tuta di gomma) e c’è un po’ di stock footage per allungare la broda. A parte il combattimento contro un altro mostro gigante, i tradizionali stilemi di questa branca di b-movie ci sono tutti.

Gamera The Giant Monster 1965 derpy kaiju.png

YUK!

Lo spirito fanciullesco qui cozza un po’ con il film che – grazie al cielo – non dedica così tanto spazio a Toshio Lo Stronzo, ma è appunto più sullo zoologo, l’esercito ed altri personaggi che formulano piani e tattiche per cercare di capire come uccidere Gamera, che qui è una forza della natura tutt’altro che amica dei pargoli, che distrugge quello che trova e lascia distruzione, anche perchè non ha un altro kaiju con cui azzuffarsi in questa specifica occasione.

Per quanto riguarda le abilità di Gamera, qui sono introdotte quelle per cui è noto: sputa fiamme, volare e roteare usando propulsori/energia che emette dai fori delle zampe. Inoltre è praticamente onnivoro, capace di assorbire fiamme, armi nucleari, anche energia elettrica, e trasformare tutto quello che assorba in energia per sé stesso. Inoltre c’è il fatto che ha tipo una centralina energetica nel suo organismo, e disturba le comunicazioni radio – fa jamming, se volete – semplicemente esistendo. Non un cattivo repertorio.

Accennavo ad inizio recensione del fatto che questo film ha un budget più basso rispetto alla media delle produzioni kaiju della Toho, ed è una cosa resa subito evidente dai modellini di aerei e nave, non voglio essere stronzo, ma sembrano davvero giocattoli, il che ha senso visto il target demografico ed il voler far sentire protagonisti i bambini, ma sono un po’ troppo a buon mercato, specialmente visto che spesso il montaggio gli accosta a scene con qualche livello decente di produzione.

I modellini delle città sono un po’ meglio, ma si vede fin troppo che sono stati fatti con il cartoncino dalla 1-A per come cascano, e girare la scena in cui Gamera sputa fuoco dev’essere stato più difficile del previsto, visto che la stessa clip è riusata tre volte nel film, in un’occasione è palesemente riavvolta per far sembrare che Gamera aspiri le fiamme.

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“Non è un giocattolo, è un action figure“.

E questo non è decisamente un film che gode in qualsiasi misura dall’essere in bianco e nero, anzi, in alcune occasioni è difficile distinguere cosa cavolo stia succedendo a schermo, che diventa un pasticcio quasi omogeneo di grigi, come se ci fosse una nebbia fitta come burro od il tutto fosse stato girato con il “night for night shot”.

Questo film doveva essere a colori, non era chiaramente stato girato per scelta in bianco e nero, e si vede. Certo, alcune immagini di Gamera in bianco e nero non sono male, ma avrei preferito NON dover fermare il film per capire meglio cosa esattamente doveva essere quel grigiume a schermo.

Almeno non ho visto i fili degli “aerei”, ed anche i “modellini giocattolo” qui sono sempre migliori di quelli di Danger! Death Ray (uno che i fan di MST3K conosceranno bene), anche perchè me lo aspetto in Gamera di vedere modellini di navi, carri armati, etc, non in un film italiano sulle spie (titolo originale “Il Raggio Infernale”, uno dei tanti film uscito sulla scia della popolarità di James Bond ). O forse sì, se quel film ha un protagonista chiamato davvero Bart Fargo.

Devo far notare che ho usato una versione fansubbata, una che usa le scene aggiunte per la versione americana (nota come Gammera The Invincible), e il disprezzo dell’editore americano verso il pubblico statunitense è quasi superiore al mio, bisognava presumere che gli spettatori fossero degli idioti per non capire cose chiarissime, voglio dire, questi sono monster movie anni 60, non una gara di filosofia Immanuel Kant VS Gamera.

Gamera The Giant Monster 1965 amerikajins.png

Quindi sì, le scene con attori americani sono assolutamente inutili, non aggiungono nulla o rendono il film più comprensibile, ma almeno vi danno qualcosa di ridicolo su cui sghignazzare, vista la recitazione goffa e così blanda da risultare involontariamente comiche, il che – quindi.- non le rende totalmente inutili, anzi, visto che il film in generale è goffissimo, ed adorabile per questo.

Sì, la sceneggiatura è visitata da più talpe, gli attori passano dall’essere ok e contenuti a pasteggiare con la scenografia, Toshio-kun è ossessionato dalle tartarughe ed un traditore della razza umana (e forse i parenti facevano meglio a NON riprenderlo dopo l’ennesima fuga pur di seguire Gamera) i livelli di produzione sono bassini rispetto ad altre serie più note, il bianco e nero più che rendere “classico” fa risultare alcune scene troppo grigie e quasi indistinguibili, ma come debutto di una serie con mostro gigante, si può fare di peggio, ha quello che vorreste (meno i bambini rompiminchia) da un film genere, momenti divertenti, ed un po’ di azione b-movie vecchio stile.

Non è granche nel complesso, ma il film non vi ruberà neanche molto tempo (arrivando sotto i 90 minuti anche con le scene americane), e c’è decisamente un decente mostro su cui costruire qualcosa, motivo per cui alla fine Gamera è solo “catturato” e sparato su un razzo diretto verso Marte, nominalmente per motivi di trama ma realmente perchè ci vogliamo fare seguiti.

Gamera The Giant Monster 1965  kaiju world tour.png

E visto il successo del film, non ci sarebbe stato da attendere molto, con Gamera Vs Barugon che giunse nelle sale nipponiche (e poi anche nostrane) giusto l’anno successivo.

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