AKA: Gamera: Giant Monster Mid-Air Battle (traduzione letterale del titolo giapponese)
BAMBINI IRRITANTI-METER: 0/10
WEIRDO KAIJU-METER: 4/5
GORE-METER: 4/5
Dopo il disastro di Gamera Super Monster, il tartarugone zannuto fu messo a riposo dalla riformata Daiei, mossa saggia visto quando disperato e senza successo quella mostruosità fatta al 70% con stock footage fu. Ci vollero ben 15 anni prima di rivedere L’Amico Di Ogni Bambino tornare sugli schermi, con Gamera: Guardian Of The Universe, co-produzione tra Daiei, Hakuhodo (distribuita da Toho), e Nippon Television, diretto da Shusuke Kaneko e scritto da Kazunori Ito.
Sì, quel Kazunori Ito, famoso per essere stato parte del creativo Headgear, aver scritto i film di Patlabor, il Ghost In The Shell del 1995, Red Spectales (tra gli altri) e che in futuro curerà lo screenplay di Avalon (sempre di Mamoru Oshii), oltre ad essere stato coinvolto in pressapoco ogni videogame (ed adattamento animato) della serie di culto .Hack.
Eccolo qui, a scrivere lo screenplay per questo ed il seguito Attack Of Legion, perchè Gamera: Guardian Of The Universe fu il primo film della trilogia reboot, l’era Heisei della serie Gamera. La presenza del signor Ito mi riempie di speranze, a dir poco, ed è sorprendente: certo, la sua opera di debutto fu Magical Girl Creamy Mami (sì, Cremy), ma non mi ricordavo fosse stato coinvolto nella serie Gamera. Figata.
E come potreste aver inteso dalla mancanza di titoli alternativi, sì, anche questo (così come l’intera trilogia di cui fa parte) non fu arrivo mai ufficialmente in Italia (od in altri paesi). Indi grazie ai fansub, di nuovo.
Essendo questo un reboot, scopriamo di nuovo le origini di Gamera, che anche qui è una creatura Atlantidea (essendo Gamera stesso basato in maniera molto libera su una creatura mitologica del folklore… eschimese, mi pare, ma potrei sbagliarmi), e c’entra in qualche modo l’energia atomica, ma è qui camuffato come un atollo, non è un mostro distruttore, ma – come il titolo spiega bene – un guardiano, e combatte contro un mostro avversario, la nemesi del tartarugone per eccellenza, il King Ghidora per Godzilla, il Kenshin Uesugi per Shingen Takeda: Gyaos, ben 3 esemplari di esso, con una differente origine e natura.
La trama vede una nave che trasporta plutonio notare qualcosa muoversi sott’acqua, quello che sembra un atollo, ma si muove, e mentre un preoccupato marinaio si fa inserire nell’investigazione per scoprire cosa fosse successo davvero, un’ornitologa è chiamata a sua volta ad investigare sulla sparizione del suo mentore (il professor Hidata), avvenuta su un’isola dove è stato avvistato uno strano volatile, che si scopre essere il responsabile della sparizione dell’intera popolazione dell’isola, e del professor Hidata.
Dopo la scoperta di una strana stele sull’”atollo”, i due gruppi convergono e scoprono che le due cose sono collegate ad un’antica profezia Atlantidea, che nomina “Gamera” e “Gyaos”. E non caso, come potete immaginare.
Questo reboot cambia parzialmente il tono, rendendo Gamera e Gyaos più minacciosi, con design più feroci, una storia decisamente meno infantile e più seria, ma non dimentica l’elemento fanciullesco, con Asagi, che non è una bambina, ma una teenager che innavertitamente crea un legame mentale/spirituale con Gamera, e ciò le fa subire il dolore del mostro come se fosse stata ferita lei stessa. Il che è assai giusto, molto meglio di cercare di fare una versione “edgy” di qualcosa inerentemente un po’ goffo e b-movie, è un film più serio, ma non si dimentica le sue origini per fare il “darkettone” e diventare risibile.
Devo dire, mi piace parecchio la backstory nuova data a Gamera ed a Gyaos (qui ancora più crudele e bastardo), sia per come il film salta lo stabilire Gamera come una forza distruttrice per poi subito farlo diventaro buono nel giro di un film, sia per come i personaggi parlano a fondo della natura delle due creature, e le implicazioni a tema ecologico che sorgono, con il messaggio che è qui detto con chiarezza, senza fare manicheo (non essendo questo film per bambini, come Gamera VS Zigra, per quanto riguarda il tema “cambiamento climatico & inquinamento”), anche perchè non è una cosa rimandabile al “futuro”, è necessità immediata ed un reale pericolo da sistemare adesso.
Come vi potreste aspettare (sicuramente dopo un così lungo hiatus della serie), i livelli di produzione sono molto più alti, i costumi da mostro nuovi, assai migliori in qualità e dettaglio, e con un’ottimo upgrade a livello di design, familiari ma più “fighi” e meno goffi di prima, per meglio adeguarsi ad una storia più seria, una -b-movie ma scritta molto bene, e diretta senza furia di rivelare il mostro subito, con Gamera stesso che non si mostra del tutto se non 30 minuti dentro il film.
C’è un misto di effetti pratici e CGI che funziona assai bene (datata, ma buona per l’epoca e questo tipo di film), con buoni/ottimi modelli dei mostri e tute per gli stuntman, decenti effetti speciali sia pratici che a computer, un compromesso di cui non vedo motivo lamentarmi, visto com’erano gli FX nei vecchi film. Nessuno motivo di tornare indietro, non scherziamo, specialmente con le battaglie che sono le più spettacolari e meglio realizzate del franchise (almeno fino a qui), con modellini molto più credibili e meno “giocattolosi”.
Di solito la parte più debole dei kaiju movies (e monster movies in generale) sono quelle con i personaggi umani, ma non è questo il caso, visto che le scene in cui parlano servono – alla peggio- a scoprire maggiore informazioni sui mostri, ed i protagonisti (un marinaio coscenzioso ed un’ornitologa spavalda) sono assai gradevoli, non semplici stereotipi utili a muovere la trama, ed anche la ragazzina, Asagi, è simpatica, non è l’equivalente dei bambini pestiferi dei vecchi film, perchè è scritta come una teenager, parla di cose che una ragazzina dell’epoca poteva conoscere o alle quali poteva essere interessata.
Vi importerà dei personaggi e del loro destino anche perchè vedete come le scene di distruzione hanno conseguenze sulla popolazione, con molta gente che viene mangiata o muore a causa dei mostri (se non c’è ovvio gore, ci sono cose come oggetti di persone trovate in feci di mostro, o cadaveri di piccoli Gyaos che si sono cannibalizzati a vicenda), è più forte l’impatto che hanno sul mondo, anche grazie all’uso di riprese “falso live” che mostrano la popolazione prendere treni e cose simili mentre scappa dalla minaccia.
Questo non significa che mancano i momenti divertenti, con Gyaos fatto arretrare dal flash di una fotocamera, ed anche personaggi minori come un tassista hanno battute divertenti come “senti, vattene in un cinema se proprio ti piacciono i mostri”, piccoli momenti ma molto simpatici e scritti assai bene, e supportati da recitazioni buone e (quasi tutte) credibili. A parte il poliziotto pavido, è un personaggio comico un pò fuori posto.
Forse non c’entra nulla la presenza di Ito nel progetto, ma è curioso notare come diverse scene abbiano un filtro arancione, come Ghost In The Shell 2.0 ed il successivo Avalon (entrambi di Mamoru Oshii, e con Kazunori Ito coinvolto in entrambi).
Infine il nostro tartarugone zannuto se torna verso il mare (per rende il tutto ancora più simile a Godzilla, non necessariamente un male), ma come Asagi ben dice, Gamera tornerà….in due seguiti, pure!
Commento Finale
Il primo reboot della serie di Gamera, dopo 15 anni di hiatus, ed un’ottimo esempio di come fare un reboot di un monster movie giapponese (aiuta se hai Kazunori Ito a fare lo screenplay)!
La storia mette contro Gamera e Gyaos (il suo rivale più iconico, la sua nemesi), dandogli nuove origini assai interessanti, e coinvolge anche un marinaio ed un’ornitologa, personaggi umani che sono ben caratterizzati e gradevoli, senza bambini irritanti, ma con una teenager che stabilisce un legame particolare il tartarugone, perchè sebbene il tono sia più serio (decisamente più serio che in passato), il film non dimentica le sue origini.
La sceneggiatura (scritta davvero da Kazunori Ito, il “tizio” del creativo Headgear, dietro Patlabor, Ghost In The Shell 1995, ed Avalon, tra le altre cose) è ottima, i livelli di produzione sono notevolmente più alti che in passato, il che significa nuove tute per gli stuntman, modellini di città molto meno “rubati dalla scatola dei giochi di Timmy”, effetti speciali migliori che usano anche un po’ di CG (non superba, ma non invecchiata così male, tutto sommato), e nuovi design aggiornati per i kaiju al fine di essere più adatti al tono meno fanciullesco del film.
Tutte cose che rendono Gamera Guardian of The Universe una pellicola più “godzillesca” (come se fosse una cosa negativa.), ma l’eredità di “Lil’ G” come mostro buono e protettore degli umani evita al film una crisi di identità, è sempre Gamera, ma meglio, e SENZA bambini fastidiosi che vi vanno venir voglia di defenestrargli come gli ugonotti. Una situazione ideale, direi. 🙂
Un classico minore dei film nipponici con mostri, secondo me, ben diretto, molto divertente, oltre ad essere – in tutta onestà – il miglior film del franchise, almeno fin’ora, essendo questo parte di una trilogia!