AKA: Piccoli Eroi: Gamera
BAMBINI IRRITANTI-METER: 3/10
WEIRDO KAIJU-METER: 2/5
GORE-METER: 3/5
Gamera 3: The Revenge of Iris fece anche buoni incassi all’epoca, e nonostante il finale aperto con Gamera pronto ad attaccare un’orda enorme di Gyaos, beh, era l’ultimo film della trilogia, quindi – in maniera assai logica – segnò la fine di essa e la conclusione dell’era Heisei del franchise, che riprese 7 anni dopo, con Gamera: The Brave, il secondo reboot della serie, diretto da Ryuta Tasaki (regista di molte serie TV di Kamen Rider, altri episodi del genere Super Sentai, ed anche di Sailor Moon), stavolta prodotto dalla Kadokawa Pictures, che acquisì i rimanenti assetti della nuova Daiei e si rinominò “Kadokawa Daiei Pictures”.
Questo fu il primo e l’ultimo film dell’era Millennium della serie, il che non fa esattamente sperar bene, con il problema bonus che questo segue la trilogia reboot di Shusuke Kaneko e Kazunori Ito, quindi il mazzo non è mescolato in favore di questo film, anche se è ingiusto (ed allo stesso tempo inevitabile) paragonarlo ai tre film precedenti. Ma parliamo della trama.
Essendo questo un altro reboot, ignora qualsiasi continuità e stabilisce che nel 1973 Gamera si fece esplodere per distruggere 3 Gyaos che stavano attaccando il Giappone. 33 anni dopo, un figlio di un sopravvissuto a quell’incidente trova uno strano uovo, da cui nasce una piccola tartaruga. Il ragazzo – di nome Toru – alleva l’animale a cui da il nome di Toto, e si accorge che non è una tartaruga come tutte le altre, in quanto levita e sputa fuoco (il che è strano anche per i giapponesi), ma presto diventa troppo grossa per poterla nascondere in casa, quindi fa un giuramento con i suoi amici e la sposta in un posto segreto, dal quale l’animale poi sparisce.
Nel frattempo, è di nuovo lunedì in Giappone, perchè gli incidenti con le navi cargo non sono causate da Jeff Bezos, ma da un mostro di nome Zedus, che come ogni buon kaiju decide di calpestare un po’ di modellini in giro. A fermare il mostro interviene Toto, ora notevolmente cresciuto, che combatte con Zedus ma rimane ferito e viene catturato dal governo, che lo infonde con liquido ricavato da pietre rosse (trovate vicino a dove si schiuse l’uovo, e che si presume siano fonte di potere per Gamera & figli).
Con il potere delle misteriose pietre, Toto raggiunge finalmente la sua forma matura, impara a sputare palle di fuoco e volare roteando con i propulsori nel guscio, sconfigge Zedus, e Toru dice addio al suo amico zannuto mentre questo vola via nel cielo (verso avventure che non vennero mai, purtroppo). Tipica trama da film di Gamera, in sintesi.
Come il titolo originale (letteralmente “Piccoli Eroi: Gamera”) fa ben intendere, il tono generale è più simile a quello della serie originale Showa, più fanciullesco, con protagonisti bambini, ed in generale è più un remake del primo Gamera, solo con valori di produzione veri e propri, scritto meglio, ben recitato, con personaggi migliori ed una caratterizzazione che vi farà interessare un pò del loro destino, un notevole passo in avanti rispetto a stupidi pargoli in pinocchietto che urlano, vengono a rompere le balle a summit militari, e che volevo veder finire nelle fauci del mostro nemico più che venir salvati da Gamera.
Sebbene abbia alcuni problemi con in film, prima voglio ribadire che è ben fatto per quello che vuole essere, cioè un film per bambini/famiglie che vuole insegnare al suo giovane pubblico il coraggio, il valore del riconciliarsi con la famiglia dopo eventi tragici, e cose simili. Solo che invece di avere come mezzo/tramite alla riconciliazione familiare un cane, c’è un tartarugone gigante dal cui destino dipende quello del Giappone, per alzare un po’ la posta in gioco.
Sì, siccome Toto non nasce già gigante, Toru lo deve nascondere al padre ed altri adulti, con le tipiche scene da family movie americano in cui i bambini devono nascondere l’alieno o l’animale di turno dai parenti, voglio dire, c’è pure una sequenza in cui coprono Toto (cresciuto tantissimo in poco tempo) con un telo bianco per nasconderlo mentre lo portano via di casa, o il tentativo di abbandono – a malincuore – del bestio da parte del bambino.

“Compra dei Gunpla” vi sussurra il Keroro sulla sinistra.
E sì, cose come vedere una vera tartaruga di terra levitare nell’aere (assieme ad un veloce ma gradito riferimento a Gamera VS Guiron), perchè per gran parte del tempo è una vera tartaruga, fatta volare con ovvia CG, che in qualche breve sequenza è usata per rifare al computer SOLO la testa della tartaruga, cosa strana ed assai specifica.
A questo proposito, non ho nessuna grossa lamentela, è assai ben prodotto, anche qui c’è la tradizionale combinazione di modellini & tute di gomma con CG, la quale è meglio integrata con il resto del filmato (anche rispetto a Gamera 3: Revenge Of Iris)…. tranne alcuni momenti in cui ho flashback delle svergognate sovraimpressioni e di attori a guardare un blue screen che prende più di meta dell’inquadratura.
Ho qualche problema invece con il design dei kaiju, in primis quello di Gamera, che in gran parte è ok…. ad eccezione della faccia/muso (sapete, la parte più espressiva), qui Gamera ha una baby face con occhioni adorabili che lo fa sembrare davvero stupido in certe inquadrature. Capisco il volerlo rendere più amichevole vista la direzione scelta per questo film della serie, ma no, qui sembra semplicemente stupido, ed un po’ inquietante.
Preferisco quasi il vecchio design dell’era Showa, almeno sembrava goffo, e la cosa buffa è che Gamera nel prologo ha un design migliore, ho capito che questo dovrebbe essere il figlio, ma non è necessario che continui la “maledizione di Minilla” (e sì, per qualche motivo gli hanno dato come verso uno vecchio di Godzilla, non quello caratteristico di Gamera).
Zedus invece non ha problemi del genere a livello di design, e per quanto le zuffe tra lui e Toto siano divertenti, non è esattamente sta meraviglia di creatività, visto che estende la lingua a mò di lancia come Barugon (ed al contrario di esso Zedus è giotto di umani), ed è basicamente un Tyrantrum, cioè è essenzialmente un dinosauro terapode piumato (mischiato con un clamidosauro). Direi di più ma non ha altri poteri o forme, il che è un poco per la galleria di strambi mostri visti nella serie, che ha avuto polpi-carciofo alieni, dinosauri-spada, o pesci alieni parlanti con poteri di controllo mentale. ‘nzomma.
A livello di storia, anche l’origine di Toto/Gamera è stata fatta meglio in precedenza, con l’idea delle pietre che è molto simile – ma diversa – a quanto fatto nella trilogia di Kaneko ed Ito (visto come non ci fosse nulla di simile nella serie Showa), non perchè sia fatta male, ma perchè – di nuovo – abbiamo visto una cosa simile ma fatta meglio nella precedente “run” della serie (e la sottotrama del “Centro Ricerca Mostri” è un po’ tirata via, ed ha poco impatto sulla storia).
Questo non cambia il fatto che il prologo è ottimo, e sebbene l’angolo “bambini” ritorni, la narrazione ha un tono un po’ malinconico (specialmente nel primo atto) e riesce a raccontare di cose più serie senza diventare pesante, con un buon accompagnamento musicale (quasi sorprendente nella sua qualità).
Di nuovo, nulla di cio è vera “colpa” del film in sé, a parte l’avere pubblicità occulta per Keroro (che a sua volta è pubblicità occulta per Gundam), con il manga che il protagonista riceve dalla sua vicina Mai, il cuscino nella stanza a tema, od il plushie nella stanza dove la ragazza è ricoverata. È solo che – come molti – avrei preferito la serie proseguire sul tono e qualità della trilogia di Kaneko ed Ito, non fare un passo indietro verso l’era Showa: per quanto gli voglia bene, ero pronto a vedere la serie crescere, non prendere questa sensata ma leggermente deludente direzione.
Commento Finale
Gamera: The Brave è un film migliore del previsto, ed il motivo per cui non generò un seguito fu puramente poco incasso, visto che all’epoca fu anche ricevuto bene dalla critica, cosa assai comprensibile perchè è un buon film, per quello che è e vuole fare con il franchise di Gamera. Il che rende assai facile anche capire perchè i fan della serie non saltarono esattamente dalla sedia, perchè non ricordano questo film con particolare affetto, e perchè non gli fece andare davanti agli studi della Kadokawa Pictures per vedere un seguito.
Ed onestamente io stesso non ho apprezzato moltissimo il tornare ai toni dell’era Showa, ad un tono ed una storia più infantile, con protagonisti bambini e messaggi indirizzati a loro. Un po’ difficile tornare indietro dopo la ottima trilogia di Shusuke Kaneko e Kazunori Ito che aveva alzato il target, oltre alla qualità generale di tutto.
Il fatto che queste scelte non siano le mie preferite non deve peròdissuadervi dal vederlo, specialmente se avete visto la vecchia serie Showa, e non solo perchè “non avete scuse” per rifiutare (vista la “qualità” di molti film vecchi della serie), ma anche perchè Gamera The Brave riprende il tono, molti elementi da quell’era di Gamera, gli aggiorna e gli fa semplicemente molto meglio, con livelli di produzione medio-alti (più che rispettabili), senza doversi abbassare a riusare stock footage e cose simili.
Lasciando perdere la pubblicità “occulta” per Keroro, ci sono cose che trovo comunque criticabili come il design di Toto, che ha un’espressione troppo stupida e “carinuccia” (anche considerato il tono ed il target cercato), od il mostro Zedus, che sì offre battaglie divertenti, ma lascia un po’ a desiderare come mostro avversario, sia nel design – quello di un dinosauro piumato stile Tyrantrum – che nei poteri.
Abbiamo viste cose molto più strane nel franchise di Gamera per quanto riguarda i mostri nemici, e Zedus ha solo una lunghissima lingua usata come lancia, cosa già vista (che già la dice lunga sui bizzarri nemici affrontati da Gamera). Era lecito aspettarsi di meglio.
Ma per riniziare una nuova era della serie, e per rebootarla, onestamente è stato fatto un buon lavoro, nonostante le mie preferenze personali non posso negare che questo non è il disastro che pensavo fosse, tutt’altro, ma un film che merita di essere valutato in sé, oltre che come parte della serie di Gamera. Decisamente non un brutto film su cui “chiudere”.
Sì, come ho già detto, questo è tutt’ora l’ultimo film della serie, ma con il MonsterVerse della Legendary che sta iniziando a prendere forma, con Godzilla: King Of The Monster (seguito del reboot del 2014, chiamato solo “Godzilla” per amor di confusione) in arrivo l’anno prossimo – e che promette MOLTO bene – , con Godzilla VS King Kong previsto per il 2020, forse c’è la speranza di veder tornare il tartarugone zannuto a propulsori jet, magari per fargli – davvero – avere lo scontro contro “Big G” che qualunque appassionato del genere vorrebbe vedere.
Purtroppo le possibilità sono basse (a meno che la Kadokawa Pictures non abbia una sorpresa o venga sollecitata a riguardo), ma nel frattempo anch’io, come gli irritanti pargoli nipponici, faccio saluto con la mano a Gamera, sperando di vedere almeno una delle mie tartarughe prendere finalmente volo e roteare come un’UFO impazzito nell’aria. Sarebbe ora.