L’anno scorso abbiamo fatto slasher a tema scolastico, quindi sì, facciamone una sorta di tradizione! Ma stavolta ho scelto appositamente slasher ambientati/tematizzati sulla scuola che sono anche commedie nere, e non semplici film di questo sottogenere che fanno ridere per clichè e trame, che hanno un senso dell’umorismo anche auto-ironico (come i film di Nightmare In Elm Street dal terzo in poi) o sono parti di serie che via via sono diventate più ridicole e prone a prendersi sempre meno sul serio.
Sono abbastanza sicuro che ci siano più slasher-commedia dei due trovati per questo numero, ma è difficile guadare nella palude di numerosi film del genere (specialmente negli anni 80), con numerosi film che non provavano ad essere parodie o commedie horror, ma erao solo dozzinali, e non v’è carestia di film del genere, anzi.
Prendete i vostri occhiali fondo di bottiglia-con-baffo, il cancellino da mettere sullo stipite, ed un clone giovane di Brad Pitt (sì, vediamo il debutto nel cinema di un altro attore molto prima che diventasse famoso), si va!
Anno: 1989
Titoli Alternativi: Il Ritorno Di Brian, Giovani Omicidi,
L’Assassino è Nel College, Filo de sangre
Nazione: Stati Uniti
Durata: 1 ora e 25 minuti
Regia: Rospo Pallenberg
Non scherzo nel dire che sono quasi invidioso del nome del regista, Rospo, perchè non te lo dimentichi, ma anche perchè sembra uno di quei nomi/soprannomi finti con cui chiami scherzosamente i tuoi amici. E sì, è mezzo italiano, in quanto figlio del giornalista e scrittore Corrado Pallenberg (crudele a sufficienza da nominare il figlio come il bufo bufo, per qualsiasi motivo), autore del libro “Finanze Vaticane” (1981) ed altre opere di simil carattere.
Cutting Class è l’unico film mai diretto da Rospo Pallenberg, altrimenti più “noto” come scrittore per The Exorcist 2: The Heretic (sebbene sia creditato solo come elemento generico della troupe), Excalibur del 1981, La Foresta Di Smeraldo, Druids – La Rivolta, quasi tutti film diretti da John Boorman, con il quale fu associato di lunga data (e con il quale nel 1970 scrisse un adattamento de Il Signore Degli Anelli come un singolo film, script che non fu mai prodotto), prima di scontrarsi sulla scelta di Boorman di mettere suo figlio nel cast de La Foresta Di Smeraldo, e finendo per non lavorare più assieme.
Ed al rendere il tutto ancora più interessante, lavorò con Brad Pitt, qui nel suo primo ruolo maggiore. James Rolfe aveva davvero ragione a proclamare l’horror come il genere da cui molti attori famosi fanno i primi passi verso un futuro di successo (ma raramente nello stesso genere), nonostante la gente non lo consideri seriamente.
Quasi mi spiace dover parlare del film (doppiato in italiano ma mai rilasciato in DVD, quindi VHS-Rip e via), perchè le curiosità sul regista e sul cast sono molto più interessanti. Senza offesa, ma di film come questo ce ne sono a tonnellate, milioni di milioni, la stella di [REDACTED]. Non vi era mancanza di slasher a tema scolastico a cavallo tra anni 80 e 90, ne ce n’è ora. Decisamente no.

“SCIENCE!”
Anche la storia è assai tipica, con assassini che avvengono in una scuola, e come in una storia di Agatha Christ— ha ha ha, ok, come in molti slasher, vi viene offerta una selezione di personaggi tra i quali – forse – si nasconde il carnefice. È il protagonista Brian, un ragazzo problematico appena uscito da un istituto psichiatrico, è Paula, la ragazza di cui Brian si innamora (già fidanzata con Dwight, interpretato da Brad Pitt, sfiga), o forse è Dante (interpretato da Roddy MacDowall), il pervertito preside che vorrebbe farsi Paula?
Forse quelli della mala?
É forse quello che ha più senso sia l’assassino, come sarebbe logico dedurre? Od è un tizio che non c’entra nulla con la storia? Potrei continuare, ma anche senza il titolo italiano (sempre pronti a “fare una Dazel”, a quanto pare), non ci vuole moltissimo per scoprire chi è stato ben prima che il film lo riveli.
No, senza iperboli, se non riuscite a capire chi è l’assassino entro i primi 10/20 minuti, o questo è il vostro primo slasher, o state dando troppo credito al film. È la prima cosa che pensereste, è logico pensare in quel modo, e non c’è motivo di dubitare che sia qualcun’altro l’assassino, visto che nessuno nel film (a parte l’ovvio sospettato) aveva ragioni per uccidere Huw Morgan. Ed il film non fa nessuno sforzo per farci credere che – forse – non è il tizio strano che fissa le persone, è appena uscito da una casa di cura mentale, e sembra vagamente – MOLTO vagamente – un sosia di Ian Curtis.
Direi spoiler, ma a che pro? Il film non ci prova neanche a tener fede alla sua premessa, e va avanti comunque con scene filler, roba come una partita di basket ci serve a caratterizzare meglio i personaggi, ed per vedere la trama muoversi da qualche parte bisogna aspettare quasi la soglia dei 50 minuti.
Quando finalmente Dwight rende noto a tutti quello che il pubblico sapeva quasi 40 minuti fa, la polizia inizia a cercarlo.. ed il ritmo della narrazione non migliora di molto, con altre scene filler utili solo a vedere Roddy MacDowall (assolutamente sprecato qui) gigioneggiare come se non ci fosse domani.
Ah, il film avrebbe anche un messaggio anticonformista… credo, è spiattellatovi in faccia a più riprese, con risultati sempre più ridicoli e che dovrebbero essere paurosi, o comici (non so esattamente quale fosse l’intento), ma in ogni caso sono semplicemente strani e ridicoli, ed il film fa un autogol spettacolare, rendendo il messaggio contro l’uso degli istituti psichiatrici come “cestini” dove buttare via persone problematiche ….pura fuffa, perchè la morale diventa “quando ricoveri un malato mentale per aver ucciso il padre, non farlo uscire, od ucciderà ancora chi gli va, perchè è matto, uhhhhh” e “se c’è un assassino in giro, uccidilo te, civile a caso”, con il solito modo sensitivo di trattare argomenti come sanità mentale, più o meno lo stesso livello di finezza di Crazy Fat Ethel.
Potreste dire che è intenzionale, visto che il film ha roba come il custode che trova sangue sul pavimento o vede alunni uccidersi ma non batte ciglio, preparandosi mocio in mano come se qualcuno avesse fatto cadere del succo d’uva o vomitato, il che avrebbe senso , visto come il film sia definito “dark comedy” (su Wikipedia e non solo), ma qui sta il grosso problema del film: inconsistenza tonale. Non è tanto che è ridicolo in più punti (e vedere Roddy MacDowall gigioneggiare è divertente, va ammesso), ma è che il tono spesso saltella tra “serio” e comico senza mai posarsi definitivamente né su l’uno né sull’altro.
Ed è un problema, perchè quando il film prova attivamente a far ridere, non funziona, ma quando cerca di essere serio risulta esilarante, visto che non c’è nessun angolo comico dato ad alcune delle cose più ridicole, come il preside che muore (in una goffissima death scene dove viene cotto in un’improbabile “forno per statue”) e scene dopo riappare come se non fosse successo nulla, od il padre di Paula, che dovrebbe essere stato ucciso ad inizio film ma – contro ogni logica – riesce a sopravvivere per giorni e si trascina letteralmente a fine film pur di dire lo zinger finale (che in originale è pure è un title drop).
Detto così il film sembra una divertente cazzatona, ma appunto, il tono cambia fin troppe volte, rendendo difficile prendere sul serio il film quando esso vuole, e trovandolo divertente quando il film NON prova ad esserlo. Troppo indeciso nell’impostazione che si vuole dare per essere soddisfacente nel suo approccio alla storia, e non aiuta che la narrazione sia lenta, ci sia troppo filler, e cose dozzinali che succedono perchè questo è uno slasher movie e ci deve essere un body count in qualche modo.
Sì, ma cosa fa Brad Pitt? Fa l’”aringa rossa”, nei panni dell’adolescente (secondo la vecchia tradizione slasher di avere “adolescenti” interpretati da 30 enni) ganzo che guida spericolato, ha problemi a gestire la rabbia, e “bulleggia” (per modo di dire, è molto più gentile del previsto) Brian, in quanto nota come osserva la sua ragazza.
Decisamente non male come primo ruolo di protagonista in un film, visto che Pitt viene fuori come un ragazzone indisciplinato, un “duro” da college ma con un cuore d’oro, sebbene prone ad incazzarsi, e la sua amicizia con Brian è stranamente credibile, cosa che non mi aspettavo, e che comunque non fa granchè, vista la dozzinale caratterizzazione dei personaggi ed il tono strano del film. Il cast include anche attori più navigati come David Clarke (Le Sabbie Di Iwo-Jima, Raw Deal) e Martin Mull (Mrs. Doubtfire, Sabrina Teenage Witch, Mr. Mom).
Se siete qui per gore, lasciate perdere, il massimo è vedere un tizio passare un coltello in penombra sulla gola di qualcuno, ma si vede così poco che avrebbe potuto usare un pezzo di Toblerone e non avrebbe fatto nessuna differenza (se non rendere più appetitosa la vittima), tanto grafica è la violenza in questo film horror. Ok, no, ma solo nell’ultima mezz’ora il film decide di avere un po’ di gore….. e non ne vale la pena. Troppo poco, troppo tardi. Ci sono un po’ di tette e cose “osè”… almeno per l’epoca, btw.

“Bepis, Bepis will tear us apart, again”
Il doppiaggio italiano è ok, ma a tratti le voci (specialmente quelle di personaggi minori lì per effetto comico) sono impostate quasi come quelle di un cartone animato, il che non è un problema, ma di sicuro non aiuta a prendere sul serio quanto accade, non con i sopraccitati problemi di tono, tanto che alcune battute o gag sembrano inserite postume dal doppiaggio italiano (anche se dubito sia il caso), tanto random sono.
Cutting Class è un ottimo esempio di come si possa fare un film per pura inerzia, anche quando non c’è nessun mistero od elemento della trama forte a reggere il tutto, solo clichè e sovrastrutture narrative da slasher movie (inclusi personaggi assai stupidi e dialoghi dispensabili), quando l’assassino (con motivi ed origini uberclichè) è più che ovvio fin da subito.
Ed il film non fa nulla per nascondere la cosa, non è affatto interessato a farvi pensare che forse non è lui, se non a mezz’ora dalla fine, in un tentativo disperato di aver un colpo di scena a cui non crede nessuno… ed a ragione, neanche il film stesso riesce a tenere questa pretesa per molto (cosa assai triste).
A parte la presenza di un giovane Brad Pitt (qui nel suo primo ruolo cinematografico che non fosse una particina, assieme ad uno sprecato Roddy MacDowall), in Cutting Class di notabile c’è solo una narrazione lenta e noiosa, una regia altrettanto eccitante, una confusione sui messaggi anti-conformisti che vorrebbe lasciare e quello che dice in realtà, e soprattutto una costante indecisione tonale, con il film che a malapena è classificabile come “dark comedy”.
Ed il più delle volte fa ridere quando prova ad essere serio o fa una gaffe enorme, come far riapparire un personaggio morto molte scene prima, senza spiegazione di sorta, od avere un personaggio che dovrebbe essere stato ferito a morte all’inizio trascinarsi in fin di vita per tutto il resto del film, solo per dire lo zinger. XD
Perchè onestamente le poche volte che il film prova ad avere momenti comici, non si ride quasi mai, quindi ottimo, direi. Magari il tono fosse più costante apprezzerei meglio il senso dell’umorismo che il film ha e quello che prova a fare, ma è difficile visto che spesso non si capisca se voglia essere serio, comico, entrambe, o nessuna della due.
Francamente non lo consiglio, visto che è stupido e per lo più noioso, ma se proprio siete curiosi potete trovarlo intero su Youtube, e potete andare a vedervi alcune delle scene più stupide che abbia mai visto in film del genere (quasi tutte nell’ultima mezz’ora di film), ma che sono stupide E divertenti in quanto tali.
Cosa che non posso dire del film nella sua interezza, per quanto abbia i suoi momenti di volontaria (e non) comicità che funziona, che non posso togliergli. Anche se, sì, era più interessante parlare della bio del regista, onestamente.
Anno: 1981
Titoli Alternativi: 13 Morts 1/2
Nazione: Stati Uniti
Durata: 1 ora e 23 minuti
Regia: Mickey Rose
Nei tardi anni 70 il cinema horror vide emergere un nuovo sottogenere, lo slasher, tecnicamente non nuovo in concetto, ma che divenne codificato grazie a famose serie come Halloween, Venerdì 13, ed il successo di una serie porta inevitabilmente studi di produzione a voler fare la loro versione, a battere il ferro finchè è caldo, a seguire il trend del momento, il flusso di quel periodo, ancor più perchè i film horror sono sempre costati meno (in proporzione ad altri generi).
In quegli anni in cui tutti (e le loro madri) stavano mettendo sul mercato slasher movies, Student Bodies è assai interessante a livello concettuale, visto che è una commedia horror che satirizza questo sottogenere di film horror, ed non uscì anni dopo il loro picco di popolarità, ma proprio durante il “periodo caldo”: oltre ai già citati slasher famosi, Prom Night era uscito giusto un anno prima, l’originale Halloween II non era ancora uscito, ed il 1981 non mancò decisamente di slasher, mettiamola così.
Essendo (almeno secondo Wikipedia e le locandine americane d’epoca) il primo film horror a satirizzare lo slasher movie, pensereste che sia un film più noto tra fan del genere, specialmente per una parodia di film horror fatta ben prima di Scream o di quella serie che non deve essere nominata, ma Student Bodies è raramente tirato in discussione. E con ciò voglio dire che l’ho scoperto per caso facendo ricerca su slasher a tema scolastico per la rubrica, altrimenti non ne avrei mai neanche sentito parlare.
Non aiuta che non ci fu neanche una versione per home video in Europa (quindi nessun dvd britannico da poter prendere a basso prezzo, o versione italiana dell’epoca con titolo ridicolo), almeno non ci sarà fino a tardo novembre, con una release su Blu-Ray da Film 88, sotto la sua recente collana “Slasher Classics Collection” (che esagera includendo Unhinged ed altri titoli noti ai fan, ma tutt’altro che classici), quindi, non essendoci modi di vederlo legalmente al momento (è su Prime Video, ma solo per account britannici), ho fatto in altro modo.

Niente Skittles o Coca Cola? Vendutooh!!!
Diretto e scritto da Mickey Rose (e co-diretto da un non-creditato Michael Ritchie, secondo IMDB), Student Bodies ha una trama che potete immaginare anche dalla singola copertina: c’è un pazzo assassino – soprannominato “The Breather” – che se ne va in giro ad uccidere studenti delle superiori che trova a far sesso, e – come il suo soprannome ben indica- respira fortemente. E gli piace fare chiamate scherzo, parlando attraverso un pollo di gomma per esse, perchè non di sole carrucole vive il plasticoso volatile.
Quindi sì, ci sono varie gag che potreste aspettarvi, come il POV stile Halloween ma con l’assassino che ansima di continuo (e sapide transizioni sulla stessa casa con sotto scritto “Halloween”, “Friday The 13th”, e poi “Il Compleanno di Jamie Lee Curtis”, esilarante sì, certo), il film che mette scritte intermittenti (e freccione indicatrici) come “sbloccata” per indicare in maniera esagerata come il killer entrerà in quella casa/veicolo ed ucciderà la vittima di turno.
Ovviamente anche a livello audio abbiamo musiche molto simili (appositamente) a quelle di Halloween, gli incalzi tonali che poi escono anche dal telefono (il che mi ha fatto ridere, devo ammettere), il quale incomincia a muoversi dalla forza del ringtone, come in un cartone animato, ed il tizio sbava/sburra attraverso il telefono, cosa che non credo di aver mai visto.), quando non chiama al telefono per fare versacci alla vittima od annunciare ai personaggi dove colpirà la prossima volta, parlando “attraverso” un pollo di gomma.
E ci sono momenti divertenti, come il ragazzo della babysitter che le fa il jumpscare/la assalta e poi subito dopo essersi fatto riconoscere dice “tagliamo le cazzabubbole: facciamolo!”, il che è un buon incipit per la parodia dell’assassino slasher come forza puritana che punisce il sesso premaritale. E devo ammettere, l’assassino mi fa ridere davvero in alcuni momenti, facendo commenti circostanziali a caso ed a voce alta (con un tono buffo) senza che nessuno lo senta.
… e poi il film continua a ribattere sulle stesse battute, tira per le lunghe gag che funzionavano ma perdono qualsiasi valore (visto che continuano ad oltranza senza motivo), o si butta sul repertorio più puerile possibile, con il miagolio di un cane, effetti sonori di scorregge, e cose come un personaggio che urina per un intera scena mentre gli altri gli parlano.
La (relativa) tragedia è che il film parte bello goffo, e pensate che terrà quel tono, quel ritmo…. ma purtroppo è così, perchè Student Bodies ha un solo tono, e si fa prendere troppo dal fare la parodia agli slasher movie, dimenticandosi che “parodia” non scusa deficienze, ed il film ne ha eccome, con una trama che si tira per le lunghe, una narrazione dal ritmo lento, scene che esistono per una gag e basta: ho fatto diversa fatica a vedere il film nella sua interezza, tanto irritato ero da certe scene, e dal film che martellava sulla satira agli slasher, satira così affettata e reiterata che diventa…. beh, neanche più satira.
Sarebbe quasi meglio se il film non capisse assolutamente nulla di quello che parodia, ma chiaramente lo sceneggiatore capisce i clichè degli slasher movie, solo a livello superficiale però, solo per punzecchiature (alcune anche carine) che non vanno mai oltre l’epidermide, nonostante sia parodiato anche il montaggio dozzinale tipico del sottogenere, con la vittima che si vede urlare e poi qualcuno agitare un’arma nel frame successivo (loop ripetuto più volte), senza mai mostrare vero contatto tra vittima ed assassino.
Sembra ci sia qualcosa sotto, oltre le battutine facili agli slasher movie in generale, ma no, la cosa più simpatica è decisamente il fatto che tiene il body count con avvisi a schermo ed effetti sonori. Il resto è uno slasher di merda, con personaggi insulsi, recitazioni mediocri alla meglio, trama riciclata senza nessuna originalità, ed una narrazione indigesta, con il film che diventa faticoso da guadare dopo i primi 10-20 minuti, visto il filler, con scene che esistono per un singolo sketch, forse già ripetuto come quello della “cingomma” sulle scale.

Queste immagini sono molto meglio del film in azione.
Non aiuta che il film abbia alcune battute che hanno davvero né capo né coda, sono incomprensibili, random ma non divertenti per il pubblico moderno, perchè ovvio che un film del genere doveva avere un senso dell’umorismo antiquato ed invecchiato malissimo, con battutine che facevano sorridere all’epoca ma che a posteriori datano subito il film, in questo caso su Reagan. Ahr ahr.
Se c’è qualcosa in cui il film è assai avant-garde, è che poteva benissimo uscire decadi dopo e si sarebbe perfettamente integrato con quei film che si fanno scudo dalle critiche usando la parola “satira”, quando poi non è davvero meglio delle cose che prende per il culo, anzi, visto che ha spazio per gag razziste, con lo studente che viene dall’Africa che è messo in un sacco della spazzatura per vedere se le vittime dell’assassino (tutte messe dentro un sacco nero della spazzatura) potevano uscire, e lo lasciano lì, dentro, a morire, senza mai tornare sopra alla “gag”. Esilarante!
Student Bodies capisce cosa parodiare dei film horror di questo sottogenere, ha i suoi momenti genuinamente divertenti (uno dei miei preferiti è quello del padre che risistema la coscia di pollo fritto in frigo con un elastico), gli va riconosciuto, ma sfocia nella farsa perchè non c’è un singolo momento di riposo dal tono cazzaro e dalle routine comiche di serie D, quindi non c’è nulla che permetta alla parodia di funzionare.
Ci deve mettere qualcosa di credibile preso dal soggetto che vuoi parodizzare, qualcosa che potrebbe prendere una piega seria se non fosse una commedia, ci deve essere una costruzione a reggere il tutto, altrimenti è solo becerume senza senso, commedia di merda, più irritante che altro visto quanto crede di essere intelligente e satirica, la pila di merda sotto forma di film in questione.
Perchè sia chiaro, questo film è chiaramente compiaciuto con sé stesso, pure troppo, così tronfio che non si riesce a trattenere da avere orrende metagag in cui l’assassino parla al pubblico, ed in generale a farsi il Rifftrax da solo, senza il talento comico necessario per fare un commento audio comico al film. Non fare una parodia e/o battuta e poi metterti a spiegarmela anche quando era straovvia, o troppo diretta per essere definibile una “gag”……o sì, riempi il film di orride e puerili sketch, come il tizio morto che fa una scorreggia post-mortem e si proietta come se avesse un razzo nello sfintere, ed il rumore di uno che piscia che quasi copre i dialoghi d’esposizione su chi potrebbe essere il killer, e le backstory.
La classe era acqua, d’altronde.
Certo, puoi avere un’elaborata battuta spacca quarta parete, con un tizio molto serio in ufficio che ci spiega come i produttori del film che hanno deciso di tagliarsi sangue e nudità frontale, cose “necessarie” per avere un film horror di successo. Puoi avere il tuo finto messaggio in cui mandi affanculo i produttori, ma quello che vedo e sento è “non ci avevamo i soldi, quindi eccovi una scusa camuffata da gag”, oltre ad una punta di invidia.
Sono quasi sorpreso dal fatto che poi l’assassino venga rivelato alla fine, mi aspettavo una pernacchiata e finale ambiguo senza nessuna risoluzione… e ci siamo vicini, ma NAH, era tutto un sogno, come i “veri” personaggi spiegano a Toby svegliatasi, e che era tutta colpa della febbre suina “potenziata” dalla repressione sessuale. Sì, c’è una cazzo di intervento emotivo – come in messaggio pubblico anni 90 che spiega perchè la droga fa male – che spiega le differenze tra il sogno di Toby e la realtà.
MA NOPE, sto finale di merda deve pure peggiorare, perchè poi l’amico/ganzo di Toby si mette i guanti verdi e comincia a respirare in maniera rumorosa, dice di essere lui il killer e la uccide. Al funerale di Toby lui si china a porgerle i fiori, e Toby lo afferra per la gola dalla tomba, freezeframe, THE END, e vaffanculo.
Concludendo, Student Bodies è frustrante perchè sembra poter funzionare come satira dello slasher movie di anni 70/80, ma ultimamente, in maniera ante-litteram, è peggio delle cose che satirizza, perchè le fa obiettivamente peggio, usando clichè senza provare a migliorare nulla (anzi) o farci del buon umorismo sopra, e lo fa con un’immeritata aura di superiorità, quando è noioso ed irritante, ancor più visto quanto pensa di essere esilarante.
Potrei descriverlo in maggior dettaglio, ma vi darebbe solo la falsa impressione (nel caso le immagini non lo abbiamo già fatto) che possa essere divertente , non lo è, è un film che funziona solo concetto, questo, non come film vero e proprio. Mi sento un pò in pena per aver criticato Cutting Class (nella parte precedente del numero), che è comunque migliore di questo film, nonostante tutto.
Ci sono alcuni momenti divertenti in mezzo all’orrido e pacchiano senso dell’umorismo (invecchiato malissimo, senza se o senza ma), ma il film è meglio godibile solo come una collezione di screenshot su Tumblr, ed è curiosamente prima del suo tempo…. nel senso che oggi non sarebbe così fuori posto, anzi, con molti frame che esistono per (o sperano di) diventare meme, e nessun’altro motivo.
O per dirla in altro modo, Student Bodies è quel compagno di scuola che dice una battuta decente, ottiene una risata, si convince di essere Groucho Marx, ripete la solita battuta (perchè nessuno vuole dirgli la verità) fino a diventare molesto, e poi si chiede perchè nessuno lo invita più per uscire. E senza offesa, non sono troppo scioccato dal fatto che nessuno l’abbia riportato in discussione, neanche per due risate alle spese del film.
Ed un trattamento Rifftrax/MST3K è l’unica cosa che potrebbe rendere Student Bodies godibile in qualsiasi misura, onestamente.