[ZOATROPIA] Interview With Monster Girls (2017)

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Stagione: 1 di 1

Episodi: 12 (+ 1 special estivo)

Disponibilità in Italia: Crunchyroll

“Perchè mai recensisco un’anime del genere?” potreste chiedervi.

Beh, perchè volevo parlare di anime con ragazze mostro, adoro i mostri in generale, e sono perlomeno curioso di vedere cosa ci si può fare in una commedia, prendendo i vari archetipi, ma senza farci feticci sopra. Perchè sì, si può fare, decisamente.

Potrei dire altro, ma è inutile negare che questo adattamento da manga esiste per cavalcare la popolarità del trend delle monstergirl (non a caso questa serie e Miss Kobayashi’s Dragon Maid sono uscite non molto distanti l’una dall’altra), spesso declinato assieme all’altro trend del “mondo fantasy con regole ed elementi dei vecchi gdr”. Voglio dire, è da parecchio che non vedo un dullahan in qualche opera di fiction, e il messaggio ovvio NON è “te la vuoi fare?”, quindi perchè no?

Adattamento dell’omonimo manga di Petosu, Interview With Monster Girls ci presenta un modo in cui esistono i cosiddetti semi-umani, ed in una scuola giapponese c’è un professore di biologia che ha voluto da sempre intervistarne qualcuno per farci una tesi sopra, solo che non ha mai incontrato nessun semi-umano fin’ora. Almeno fino a che nella scuola in cui lavora non viene a contatto con delle studentesse semi-umane, per la precisione un vampiro, un dullahan, una yuki-onna (spettro glaciale del folklore giapponese) ed una succube, le quali vuole intervistare per soddisfare il suo desiderio e curiosità.

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Inchiostratura

Qui i personaggi NON esistono solo per cercare di copulare con il protagonista (e quindi senza instillare l’idea che tutte le ragazze e donne gli vorranno ai ragazzini in pubertà per i quale esistono gli harem manga). No, qui il tutto è spiegato rapidamente e con un briciolo di logica: i semi-umani non sono mostri di per sé, sono solo mutazioni casuali di normali umani, che possiedono condizioni ed abilità peculiari simili a quelle dei mostri dei miti e leggende.

Quindi ha senso che nella scuola nessuno ne faccia gran chiasso che esistano questi umani singolari (detti colloquialmente “Demi”, da “demi-umani”), visto che già si sa che esistono, anche se ovviamente ci sono problemi che nascono dalle peculiarità di questi individui, specialmente la dullahan che si deve letteralmente portare a braccio la testa ovunque va. So che qualcuno sa già dove andrà a parare la trama visto il setting della scuola ed il fatto che questo non è ne uno shonen ne un harem, ma invece è sui problemi di socializzazione ed esclusione a scuola, sull’accettazione di differenze e peculiarità. Il fatto che le protagoniste sono tutte semi-umane è usato in senso allegorico.

Sarei quasi curioso di sentire un giapponese raccontarmi della sua esperienza a scuola, perchè se c’è una cosa che ho imparato a forza di vedere anime è che i giapponesi hanno un rapporto davvero peculiare con essa, altrimenti non sarebbe un setting così ricorrente in un buon 90 % dell’animazione giapponese, un rapporto che non presumerò di capire, perchè non sono giapponese, sono italiano, e per quanto possa dedurre, non so davvero.

Detto questo, è quasi comico come il protagonista trovi quattro Demi nel giro di una giornata di scuola dopo una vita passata volendo incontrarne uno senza mai riuscirci, ma qualcosa deve succedere per dare il via alla storia, ed onestamente succede più del previsto, c’è un senso di progressione nelle scoperte del professore, che vuole davvero scoprire di più sulle loro peculiarità, motivato da pura curiosità scientifica.

A proposito del protagonista, Testuo Takahashi…. è un vero personaggio, cosa che non posso dire sempre con certezza di anime come questi, e non un cartonato del maschio da shonen sfigato all’inverosimile o ubermediocre, ma un adulto (il che è già una cosa diversa), ed uno un po’ strano, cosa che lui stesso non nega quando altri personaggi glielo fanno notare. È un tizio alto e possente, ma non troppo, dedicato alla sua ricerca e suo lavoro, senza laidi mezzi fini.

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L’animazione è di buona qualità, con un buona “gommosità” dei personaggi quando le scene comiche lo richiedono, dei semplici ma buoni design, e delle divertenti espressioni esagerate, specialmente quelli di Hikari. C’è una discreta cura, anche negli sfondi (ma non aspettatevi miracoli, è una serie anime per la tv), nulla da eccepire al lavoro di A1-Pictures, ed i tantissimi studi (i più notabili sono il JC Staff, lo studio Mu e lo studio Wanpack) a cui è fatto outsorcing di molti passaggi, come è ormai comune per l’industria degli anime attuale.

La domanda che alcuni potrebbero essersi già fatta però rimane: se queste non fossero “ragazze mostro”?

Rimane una scuola di tolleranza e problemi sociali che gli studenti affrontano a scuola in quel preciso e fondamentale periodo della loro vita (l’essere accettati, il sentirsi diversi, etc.), e l’intento rimane quello più che mazzuolarvi con moe e cose carine fino al diabete, cosa che l’anime fa comunque. E va ammesso, le “ragazze mostro” sono davvero gradevoli come personaggi, ben caratterizzate a prescindere, in quanto le loro peculiarità non sono usate per riempire uno stampino del personaggio clichè di turno (sebbene la loro personalità dipenda in qualche modo anche dal loro status).

E diavolo se ce le vuole per rendere adorabili le cose che derivano dal fatto che una ragazza è letteralmente decollata, e si deve portare in giro la propria testa. Ovviamente molta della comicità verte sulle caratteristiche “mostruose” delle Demi, e non sono usate per battute usa e getta, anzi, sarete sorpresi di come l’anime sfrutta queste per farci qualcosa di divertente, interessante, carino, e varie combinazioni di questi aggettivi.

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L’esempio migliore di caratterizzazione è la professoressa Sakie, che è una succube, e ciò le crea moltissimi problemi nella vita di tutti i giorni, perchè sa che deve evitare contatti fisici il più possibile, visto che anche controllandosi, potrebbe distrarsi un secondo e mandare in fregola intere classi con un non-nulla. La prima volta che vedo una succube romantica e con un senso del pudore, questa è nuova.

E considerato come si sia costretta da sola ad isolarsi per non creare problemi ad altri, è comprensibile come si infatua del professore… pressapoco come loro si affezionano a lui, ed è fatto in modo da essere simpatico e buffo come lei si trovi al “livello” di ragazzine nel cercare supporto/affetto da lui. Non c’è triangolo vero e proprio, ed è meglio così, secondo me.

Se non altro devo riconoscere che il marketing fu geniale, visto che per promozione fecero fare un photo tour alla testa di Machi in località turistiche del giappone, ci vuole “anime” per rendere carina un’idea del genere, e non far chiamare la polizia per la testa senza corpo messa su un cuscino e fotografata. XD

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Una lamentela minore sta nel fatto che il penultimo episodio era forse il migliore su cui chiudere, visto come riassume molta delle filosofia e messaggi dell’intera serie, è molto onesto e gentile come finale… ma a quanto pare dovevano essere fatti 12 episodi per serie minimo, quindi nell’episodio dopo c’è la piscina/spiaggia, a mia sorpresa non affatto “fan service infilato all’ultimo episodio”, ed il finale vero e proprio è decente, a tono, e con alcune chiarificazioni del prof, un paio di battute davvero sagaci, ed il professor con dei muscoli che neanche Panariello.

Alla fine di giugno 2017 uscì anche uno special, che essenzialmente è “l’episodio estivo da anime”, cioè quello sul festival estivo (i matsuri, mi pare si chiamino), ed è… ok, nulla di speciale davvero, se non per giocare su gag derivanti dalla natura “horror” delle Demi. Simpatico, ma nulla di che.

Colpi di china

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Sarebbe facile dare un’occhiata veloce a Interview With Monster Girls e dire “oh, eccone un’altro sulle ragazze mostro”, ma in realtà è il più riuscito della monstergirl trifecta di anime del 2016-17 (composta da – ma non limitata a – questo, Miss Kobayashi’s Dragon Maid e A Centaur’s Life/Worries), specialmente perchè sa cosa vuole essere, e non cerca né di nascondersi dietro una premessa fantasy né di flirtare malamente con satira sociopolitica moderna (sempre con venatura fantastica) prima di cambiare di nuovo tono e soggetto.

E soprattutto, è un anime che privato della gimmick “ragazze mostro”, si reggerebbe bene grazie a personaggi simpatici, gradevoli e ben scritti, un protagonista con uno spessore ed una personalità (invece del solito sfigato e/o tizio generico anime al sapore di polistirolo), un tono accogliente, e come anime scolastico che vuole insegnare l’accettare e l’accettarsi, cosa che ha senso vista l’età dei personaggi, quella in cui ci si sente (o ci si vuole sentire) diversi e si ha problemi ad accettarsi. Nulla di nuovo, ma fatto discretamente, e con buone intenzioni.

Di sicuro aiuta il tema “sovrannaturale”, visto che come la serie tratta la cosa, cioè con ritegno ma sfruttando il potenziale comico (e non solo) derivante dall’avere una ragazza decollata, una vampira, una yuki onna e l’unica succube romantica e coscienziosa al mondo. Se vi piacciono gli slice of life ed il trend delle “ragazze mostro” non vi dispiace, Interview With Monsters Girls è un’anime che consiglio, ed uno dei più riusciti su questo tema.

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