Franken Fran [RECENSIONE] | The Gore Doctor Is IN

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Tempo di iniziare l’operazione, e mettervi sotto i ferri, si parla di Franken Fran, uno dei miei preferiti!

E quella di Katsuhisa Kigitsu è decisamente una serie di culto, non abbastanza da rendere l’autrice nota come Ito, Umezz, Kago, ma questo è il nostro lavoro, quindi togliamo la pelle, mettiamo gli elettrodi, e parliamo di questa notevole serie splatter/medical horror, edita integralmente (8 volumi) in Italia dalla J-Pop.

CHE L’INTERVENTO ABBIA INIZIO!

Madaraki Fran è una pulzella allegra, dolce, sentimentale, ma è anche rattoppata da parti di cadaveri, ha 4 paia di braccia (3 nascoste), segni di sutura ovunque (oltre ai tradizionali bulloni ai lati del cranio), ed un’abitudine a perdere gli occhi quando è troppo eccitata. È anche un chirurgo di livello sovrumano, lasciata dal “padre” Naomitsu Madaraki (una specie di super Black Jack se fosse uno scienziato pazzo) a badare la villa-laboratorio nella sua assenza, dove riceve richieste assurde da parte di mafiosi, ricchi, ragazzini, etc.

Individui di ogni specie vengono alla sua clinica sperando che Fran possa fare il miracolo impossibile ad altri, che possa riportare in vita il figlio, l’amato investito, e se la richiesta intriga o convince (specialmente se c’è qualche dato scientifico bonus da accumulare in più) la signorina Madaraki, fuori i bisturi, si va in camera operatoria, a creare qualche nuovo abominio nel nome dell’umanità e della scienza!

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Davvero non so perchè Franken Fran non sia un titolo di maggior culto tra gli appassionati di horror, perchè ha tutto quello che molti amano, tra un gore fuori controllo, creature/abomini dal design distinto e memorabile, uno stile artistico assai riconoscibile e peculiare per il genere horror (in cui l’artista è pressapoco specializzata), ed un cast di adorabili, simpatiche mostruosità a far da compagnia ai protagonisti.

Nella magione-laboratorio ci sono molte creature mostruose o misteriose, che fanno da assistenti, come il maggiordomo con testa di bassotto od Okita, il gatto con testa umana, Adorea, una donna sempre avvolta da bende che è essenzialmente un deposito/dispenser di organi e tessuti per quando servono, oltre a vari assistenti dentro tute. E la famigliola poi si espande quando vengono introdotte altre creazioni del professore, essenzialmente sorelle di Fran, come l’arma umana Veronica, e la violentissima “sorellona maggiore che può mutare la mascella in quella di un lupo gigante” Gabril.

E la caratterizzazione è buona, il manga riesce a ritagliarsi spazio per ben delineare i personaggi principali, specialmente Fran è più di quello che appare nei primi capitoli, che è sì romantica, allegra, e generalmente così ben disposta e fiduciosa verso gli altri da essere quasi ingenua, ma ha anche ben chiaro le direttive ricevute dal professore: preservare la vita (ad ogni costo) ed avanzare la ricerca. Letteralmente, “SCIENCE!”

Quindi è anche assai distaccata da diverse questioni morali, tanto che spesso lavora per entrambi i lati di un conflitto tra mafie, ed in generale per chiunque paghi, perchè questi incredibili lavori chirurgici costano! Anche quando Fran accetta di lavorare pro-bono o per una causa più umanitaria, raramente l’etica è un problema che la tange (più facile che siano storie strappalacrime a convincerla), così come le conseguenze di alcune operazioni, perchè dopo un po’ non ha voglia di prendersi responsabilità per le azioni di completi degenerati, non ha interesse, o semplicemente se ne dimentica. Questo non significa che sia fredda (anche se nei primi volumi ha dei momenti davvero glaciali), è semplicemente indifferente su molte cose.

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il personaggio di Veronica fa il percorso opposto, inizia come un fedele assassino che ha come unico obiettivo e priorità difendere il laboratorio (e le invenzioni del professore) da nemici esterni, anche al costo di eccidi, ma poi – redarguita da Fran – si ammorbidisce un po’, il che è assai buffo, visto che anche i suoi organi sono usabili come armi. Gabril appare relativamente poco nel manga (è introdotta nel volume 6 , assai tardi), quindi il suo personaggio non subisce un vero e proprio cambiamento, ma ci sono abbastanza momenti in cui viene meglio caratterizzata oltre le sue capacità/abilità fisiche e la sua indole violenta.

TALES FROM THE LAB

Dicevo, il tratto di Kigitsu è interessante, perchè è assai morbido, assai accomodante, con personaggi dagli occhi assai grandi anche per manga, lineamenti morbidi e ben delineati, molto caldi e tutt’altro che algidi, ma allo stesso tempo si nota come questo stile non sia pensato per moeblob, perchè c’è qualcosa di inquietante nel modo in cui gli occhi e vari lineamenti sono minuziosi e compatti, come una bambola che qualcuno farà gioiosamente in mille pezzi, e la ricomporrà con fare certosino e perfezionista.

Ed il gore ha la stessa qualità, cioè c’è sempre un fattore “gommoso” e divertente al tutto, quindi anche vedere Fran estrarre cervelli con bulbi oculari e midollo dondolante non è così disturbante dopo un po’, certo, è grafico, alcune abomini sono davvero inquietanti, ma l’obiettivo è vedere quanto grafici e creativi si può essere con questo, perchè non c’è l’intenzione di spaventarvi facendo leva su paure ataviche in maniera composta (come nelle opere di Ito) o di fare satira con complessi e davvero disturbanti composizioni di umani pezzi (come in Kago), ma vedere dove l’eccesso può spingersi senza che sia solo puro eccesso.

Il tutto è meno sofisticato, sì, decisamente non subdolo nei suoi messaggi, ma è innegabile che sia notevole comunque, e non c’è nulla di male nel volersi sbizzarrire e divertirsi con clichè horror e varie. Non quando il risultato è convincente, e qui lo è eccome.

Franken Fran vuole essere un super buffet dell’horror (e decisamente si rifà più alla scuola horror americana, quella dei Brain Dead/Dead Alive, delle antologie horror, con simile attitudine non chalant su possibili esiti catastrofici di alcuni interventi, ed il gusto per crudeli punizioni su uomini che hanno fatto cose orrende, assai internazionale quest’ultimo), ed onestamente direi che ci riesce a pieni voti, perchè c’è davvero di tutto qui: mascotte di parchi divertimenti vive, kaiju marini, sette religiose con dee verginali bio-meccaniche, una completa parodia horror di Kamen Rider, soluzioni aberranti a problematiche adolescenziali degli scolari, cannibalismo per ripicca, scenari da sogno artificiali su isole lontane, e tante altre.

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Uno dei miei momenti preferiti è l’episodio extra in cui Fran e Veronica vanno al cinema vedere l’adattamento cinematografico della vicenda di Purin, cioè quando inserirono il cervello di un cane tirato sotto in un uomo di mezz’età pur di ridare Purin alla sua padroncina che non voleva un’altro cane, in quella che è una parodia di una parodia di Hachiko. XD Ma ci sono tanti momenti così, che preferisco scopriate da voi leggendo il manga.

NEXT WEEK ON “GORY SCIENCE”

Come l’autrice stessa poi scrisse nell’ultimo volume, questa serie potrebbe essere andata avanti all’infinito (o comunque molti più anni), visto il formato episodico, ma d’altro canto sono felice che sia finita, completata, e che non sia stata troncata dall’editore in media res, lasciando il lettore con qualcosa che non sarebbe mai stato completato a causa di una popolarità in caduta libera, o portando a dover praticamente saltare l’intera risoluzione della crisi e passare al finale, come per Bleach.

Vista l’impostazione, non sorprende che spesso il manga usi basi scientifiche perlopiù solide (non sono un medico, quindi prendete ciò con grosse pinze) per cercare di dare una sorta di credibilità alle varie situazioni che riguardano un bisturi, ma visto che spesso il finale è horrorifico, allucinante o comunque strano (se non direttamente comico), smettetela di cercare realismo in manga dove la gente morta viene continuamente resuscitata e rattoppata assieme per qualsiasi ragione. Anche quando il finale è un troppo assurdo od allucinato (e capita), è difficile non apprezzarlo appunto per la gioiosa demenza del tutto.

Franken Fran è decisamente “sperimentale” a questo riguardo, nel senso che prova molte cose nei vari capitoli, e come la scienza stessa, non tutti gli esperimenti funzionano, ma sono felice che ci abbia provato, perchè altrimenti non avrei mai visto alcuni scenari, assolutamente dementi e deliranti anche per molti horror. Ancor più perchè il manga non sacrifica la qualità per la varietà, ci sono capitoli non eccelsi o che un po’ troppo ovvi nel soggetto, ma è tutto molto consistente e c’è sempre qualcosina in più che rende divertente vedere come quell’episodio finirà, e c’è un senso dell’umorismo al tutto: Franken Fran non è mai troppo pieno di sé per decidere di avere un capitolo in cui viene esorcizzata una enorme medusa irukandiju che sembra posseduta o da Pazuzu o da Legione. XD

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L’unica lamentela che ho da fare sulla scelta dei soggetti è quella sul capitolo “Amazon”, pensereste ci sia una qualcosa citazione (se non una parodia) ai cannibal movie di Deodato e Lenzi, ma no, è una specie di esagerata “battaglia dei sessi”, come solo Franken Fran può fare. Un’occasione sprecata di fare uno spiedino umano, ma vabbeh, non è che manchino immagini estreme, nel manga che ha una testa di ragazza ambulante su una mano (con tutti gli organi intuzzati nel cranio).

Una cosa che prima non apprezzavo ma ora adoro sono le cover titillanti, perchè sono perfettamente in tono con la tradizione horror del “sangue e tette” (specialmente quella americana), tutto il porno è nelle cover, nel manga stesso non c’è nulla di anche lontanamente sexy, non vorrei vedere nessun personaggio femminile di Franken Fran nudo (a parte la detective che è normale), mai. Marketing horror al suo “meglio”.

L’unica remora che ho è che essendo un manga horror incredibilmente grafico, ha quasi zero possibilità di ricevere un adattamento animato, a causa delle strane regole che il giappone ha su materiale estremo (e sì, lo so ci sono manga assai più estremi, lo so), le quali impediscono ad Hino di ri-lasciare una nuova collezione di Guinea Pig, tra le altre cose.

Certo, ad inizio anno c’è stata la Junji Ito Collection (di cui parleremo più avanti), una serie anime tv antologica horror, cosa rara, ma non era il primo adattamento animato di una storia di Ito (tale sarebbe Gyo: Tokyo Fish Attack), ed appunto, parliamo di Junji Ito. Ma d’altro canto questa è l’industria degli anime, e di recente un vecchissimo manga, Karakuri Circus, ha ricevuto un adattamento anime (con un gioco per cellulari parte della campagna pubblicitaria della serie), quindi non si sa mai…

Commento Finale

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Franken Fran è un manga essenziale per gli amanti dei fumetti horror, un manga di culto che si è fatto un suo fanbase, ma è che ancora poco noto, nonostante abbia tutto quello che molti amanti del genere desiderano: personaggi gradevoli, simpatici e ben caratterizzati (anche se fatti con pezzi di cadaveri) dai design accattivanti, uno stile di disegno peculiare (con i personaggi di Kigitsu che sono molto più gradevoli e “carini” per un manga horror), e tante variegate mostruosità create con assurde, improbabili operazioni di chirurgia con un piede nella realtà scientifica, e l’altro nella scatola di tentacoli, ormoni e motoseghe da attaccare al paziente/vittima di turno, tanto quel braccio non gli serve.

L’attitudine e spirito del manga di Katsuhisa Kigitsu è quello di un circo dell’orrore, una galleria di freaks, ma senza l’intenzione di far paura o disturbare (nonostante sia assai grafico e non si risparmi a mostrare cervelli ed organi espiantati in un colpo assieme al midollo, per fare un esempio molto contenuto), “solo” quella di divertire, di stupire con scenari assurdi, dementi, con un nuovo inconcepibile problema che Fran deve provare a risolvere con il suo bisturi ad ogni capitolo, ma non c’è solo eccesso in questa deliziosa galleria carnevalesca di freaks (sebbene il manga non sia affatto subdolo sulle “morali” di fine episodio).

L’attitudine di una serie horror antologica americana (come Tales From Crypt), con quel tipo di non chalanche ed ironica freddezza verso le orribili punizioni e morti delle vittime di turno, la commistione di “sex e violence” nel materiale promozionale (quando non c’è poi nulla di sexy, nonostante quello che le copertine possano far pensare) ma filtrata attraverso la sensibilità nipponica, il che rende Franken Fran più particolare del previsto. E non lo dovrete importare, visto che è stato pubblicato integralmente (senza nessuna censura) da J-Pop qui in Italia.

Caldamente consigliato ai fan dei manga horror, e dell’horror in generale!

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