Preview Of Upcoming Attractions FEBBRAIO 2019

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Da questo mese inizieranno ad esserci anche recensioni di videogame sul blog, non moltissime, ma ci saranno, a partire con quella estesa e dettagliata di un titolo uscito da poco che ho molto a cuore.

-Recensione estesa di Travis Strikes Again: No More Heroes per Nintendo Switch

-recensione ZOATROPIA su i due OAV compilati assieme di Battle Angel Alita (1993)

-recensione EXPRESSO di Llang: Uomini E Lupi (2018)

-recensione EXPRESSO di Copperman (2019)

-Recensione estesa di Alita – L’Angelo Della Battaglia (2019)

-numero del Grind Cafè EX a doppio tema clown & slasher a tema San Valentino

– recensione jolly 🙂

[EXPRESSO] La Favorita (2018) | Period Dramedy

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Yorgos Lanthimos ritorna nelle sale italiane, stavolta senza dover attendere quasi 2 anni per vederlo sul grande schermo (un saluto alla distribuzione italiana da parte de Il Sacrificio Del Cervo Sacro), e sì, questa recensione non è esattamente “in tempo”, ma chissene.

Stavolta il regista greco non ci parla di distopici amori forzati o di inquietanti vendette di taglio mitologico, ma di una tragicommedia di corte, quella di Inghilterra del 1700, con il paese in guerra con la Francia, ma tutto questo (rivolte causate da imposte di guerra sempre più pesanti, battaglie) è più una delle tante cose incidentali che coinvolgono i nobili di corte, impegnati per lo più a sollazzarsi con passatempi decadenti.

Ma come la meravigliosa locandina ben esplicita, questa non è storia sui drammi eroici degli inglesi , ma è la continua battaglia per il favore della regina Anna (Olivia Corman), una donna fragile e mentalmente instabile, da parte di due donne, Lady Sarah (Rachel Weisz), che comanda di fatto il regno, e la sua lontana cugina, Lady Abigail (Emma Stone), che è caduta in disgrazia ed è disposta a tutto pur di riguadagnare il suo status di dama, usando gli intrighi politici della corte, favori sessuali ed i segreti di cui diventa custode a suo vantaggio per spuntare in questa lotta vile ed essenziale, dove la moralità è ostacolo.

Come gli altri film di Lanthimos, La Favorita ha un fascino magnetico e glaciale, con una perfetta commistione di sontuoso e lurido, con il lustro di facciata ed il viscido decadente che bolle sotto messo in mostra senza riserve, con dialoghi taglienti, personaggi vili, crudeli e patetici, con un sentito senso dell’umorismo che convive con momenti drammatici ed emotivi, che però paiono sempre un pò artefatti, strumentali ed ambigui.

Fantastico, a prescindere che vinca riconoscimenti o meno.

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GRIND CAFE EX #21: Cryosh(l)ock

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Siete sopravvissuti all’inverno, ai cenoni, al carbone, e poi un peloso umanoide grosso 3 metri vi stacca le braccia come bastoncini di pesce, che sfiga. Ed a tal proposito, lasciare fare l’idea del pupazzo di neve, ci sono squali, sì, anche nella brina e nel ghiaccio, perchè non dovrebbero?

Stavolta ci tuffiamo in una categoria non nuova per la rubrica, ma decisamente poco esplorata, ovvero quelli dei tv movie, horror nello specifico. Non ci hai li soldi per mostrare il tuo b-movie con tette e sangue (culi opzionali) anche nel circuito più economico di cinema? No problem se te lo rifiutano anche al drive-in, te lo mandiamo in tv, atrocemente spezzettato per accomodare spazi pubblicitari, e già che ci siamo, tagliamo via le tette ed i culi, non possiamo mostrare queste cose…. con questo ritorno di audience.

Oggi abbiamo shlock, b-movies fatti per trasmissione televisive che però hanno il loro seguito, uno preso da un “periodo d’oro” del dozzinale b-movie horror ed uno molto più recente, segno che il tempo è un cerchio piatto, perchè era sicuramente al cinema horror trash che Nietzsche pensava formulando la nota teoria.

Prendete qualcosa di caldo da bere, e si va! Continua a leggere

recensione di Voglio Mangiare Il Tuo Pancreas (2018) annullata

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La recensione ZOATROPIA di Voglio Mangiare Il Tuo Pancreas prevista per domani è stata annullata perchè – nonostante mi sia impegnato – sono ancora malato/malaticcio, e non potrò andare al cinema per vedere il film evento che è stato nelle sale solo il 21, il 22 ed il 23 gennaio 2019.

Mi piacerebbe dire che ho qualcosa già pronto per domani, ma no, proverò a fare una recensione EXPRESSO in più, non garantisco nulla visto che ho come priorità stare meglio. Sorry.

[EXPRESSO] City Of Lies (2018) | The Duck Did It

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Non ho visto Glass, ma ho visto il film che adatta una delle teorie del complotto sulla morte di Tupac e Notorious Big (ed è a sua volta adattamento cinematografico del romanzo Labyrinth di Randall Sullivan), noto anche come il caso/scandalo Rampart , quindi parliamo di quello.

Qui seguiamo il giornalista Jack Johnson (Forest Whitaker) che, venti anni dopo aver vinto un premio per un articolo sulla storia di Big e Tupac (basato su una teoria poi ritenuta incorretta), cerca l’ex-detective Russell Poole (Johnny Depp) per proseguire l’indagine e svelare la corruzione nel dipartimento di polizia di Los Angeles, della quale scoprono agenti corrotti al soldo della compagnia discografica Death Row, con a capo Suge Knight, un membro della gang criminale “Bloods”.

Se volete vedere Forest Whitaker e Johnny Depp con mustacchio avere flashback, visitarsi e punzecchiarsi più volte, spesso andando a chiedere ad un altra persona se è vero quello che gli ha detto l’altro, e poi di nuovo viceversa, giusto per controllare se dicendo di nuovo le solite domande e risposte si sblocca una nuova cutscene, beh, questo è il vostro film. Praticamente un consommè dei clichè da poliziesco procedurale, per un film che non vuol dire verità (od inventarle pur di dare risposte che nella realtà non esistono), ma poteva anche essere meno noioso e lungo, con quasi due ore di durata che sentirete pesare.

Perlomeno City Of Lies è guardabile (rischio pennica se mangiate prima o durante), ma non buono, quando l’unica cosa notevole sono 3 secondi di Snoop Doog/Lion vestito in un completo assurdo perchè sì. A meno che non consideriate interessante farvi ribadire che in America la polizia è spesso razzista, corrotta, e di fatto rimane impunita per crimini d’odio (e non), e che la giustizia è assai di parte, etc etc etc etc.

Grazie, credo.

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Benvenuti a Marwen (2018) [RECENSIONE] | Marwendolls

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Zemeckis ci racconta ancora di individui peculiari e “danneggiati”, dopo esser tornato al live action nel 2012 con il buon Flight (e no, non ho visto The Walk o Allied), e parzialmente all’animazione, una diversa dai suoi tentativi con Beowulf, The Polar Express e A Christmas Carol, in tutta onestà non penso sia una grande tragedia il fatto che non vediamo più quel tipo di animazione in giro (almeno nei lungometraggi).

Basato sulla vita ed i lavori di Mark Hogancamp (già raccontati nel documentario Marwencol, di cui questo è l’adattamento cinematografico), Benvenuti a Marwen ci racconta del percorso di riabilitazione che Mark (qui interpretato da Steve Carell) intraprese dopo aver subito un violentissimo pestaggio da parte di 5 individui (che da ubriaco lo sentirono parlare di come gli piaceva indossare occasionalmente scarpe da donna), che lo lasciò inizialmente incapace di parlare e camminare, ma soprattutto gli fece completamente perdere la memoria di quanto vissuto prima del suddetto pestaggio. Continua a leggere

[EXPRESSO] Van Gogh – Sulla Soglia Dell’Eternità (2018) | Mess On The Canvas

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Anni di rinnovato interesse per la vita di Van Gogh sembrano questi, dopo il meraviglioso Loving Vincent del 2017, il documentario Van Gogh – Tra Il Grano Ed Il Cielo (che non ho ancora visto), ed ora un altro lungometraggio, diretto da Julian Schnabel, con un superbo cast che comprende William Dafoe (nei panni di Vincent Van Gogh), Oscar Isaac (nei panni di Gauguin), ed anche Mads Mikkelsen.

Una prospettiva promettente che però non è ben realizzata, con una regia strana, che sembra conoscere solo 2 marce, cioè lunghe scene di dialogo (inquadrate quasi interamente con attori che guardano dritti allo spettatore/personaggio) che portano a relativamente poco, e scene in cui succede qualcosa/tutto in pochi confusionari secondi, lasciandovi basiti su cosa sia successo, ancor più quando la scena successiva…. è qualcuno che spiega a Vincent cosa è successo.

Oserei suggerire che magari – essendo un film – sarebbe stato meglio farmi vedere,ma la sceneggiatura abusa dello status mentale sempre vacillante (e del continuo ubriacarsi) di Vincent per evitare di mostrare eventi… che non sempre vengono spiegati dopo. Quando i “turbo segmenti” non sorprendono per come sembrano provenire da un diverso film (o diretti da un’altra persona), non lo stesso che ha dedicato scene solo ad un felice “Vincent Defoe” che esplora gioioso la brulla natura, godendo beato di semplicità in cui esso vede qualcosa di divino.

Questo film ha i suoi momenti, ce gli ha, ma è difficile apprezzargli con scelte di regia molto discutibili, oltre a personaggi e dialoghi strani, con ogni personaggio non dalla parte di Vincent che sembra avere una sezione commenti piena di critica ignorante e burina da fare sulla sua arte, ostili in maniera così caricaturale che sembra tutto random, ancor più visto che non ci sono dati motivi validi per crederlo.

Non lo consiglio. 😦

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