Non sono familiare con il personaggio di Aquaman, se non via l’orrido videogame Battle For Atlantis ed il suo generale trattamento (come negli sketch di Robot Chicken) come un supereroe barzelletta. Ma quanto visto di lui in Justice League era divertente, e alla notizia che James Wan (meglio noto per l’originale Saw, The Conjuring, ma anche Fast & Furious 7) l’avrebbe diretto, si accese una speranza.
Ed onestamente penso che il signor Wan abbia fatto un ottimo lavoro. Molti degli elementi sono familiari ed aspettati visto il genere, la storia è essenzialmente la leggenda di Artù Pendragon intrecciata con quella di Atlantide, con al centro Arthur Rice, di padre umano e madre atlantidea, cresciuto sulla terra odiando il regno marino che gli ha portato via la genitrice, disinteressato ai drammi di corte ma forzato a riconquistare il suo legittimo titolo per salvare entrambi i mondi.
La trama non è nulla di originale, e non nasconde nessun colpo di scena davvero inaspettato, cosa comune a molti film di supereroi, d’altronde: quello che è importante sono i personaggi, l’esecuzione ed il worldbuilding, cose in cui Aquaman riesce molto bene, con un interessante mondo sottomarino pieno di variegati ed interessanti design misti tra fantasy & sci-fi, diversi tipi di razze umanoidi e creature, decenti personaggi e dramma, ottimo cast (che comprende William Dafoe) ed ottime scene d’azione, con occasionali e graditi sprazzi di horror e kaiju.
L’unico aspetto che lascia un po’ a desiderare è il cattivo (o meglio, i cattivi), migliore di quello in Justice League, senza dubbio, ma un po’ generico comunque. Peccato, perchè altrimenti il film di Wan riesce a dare al personaggio (e film) una sua identità (invece di pateticamente inseguire la Marvel), e pur durando quasi 2 ore e ½, scorre fluido come un ruscello alpino.
Buono!