Siete sopravvissuti all’inverno, ai cenoni, al carbone, e poi un peloso umanoide grosso 3 metri vi stacca le braccia come bastoncini di pesce, che sfiga. Ed a tal proposito, lasciare fare l’idea del pupazzo di neve, ci sono squali, sì, anche nella brina e nel ghiaccio, perchè non dovrebbero?
Stavolta ci tuffiamo in una categoria non nuova per la rubrica, ma decisamente poco esplorata, ovvero quelli dei tv movie, horror nello specifico. Non ci hai li soldi per mostrare il tuo b-movie con tette e sangue (culi opzionali) anche nel circuito più economico di cinema? No problem se te lo rifiutano anche al drive-in, te lo mandiamo in tv, atrocemente spezzettato per accomodare spazi pubblicitari, e già che ci siamo, tagliamo via le tette ed i culi, non possiamo mostrare queste cose…. con questo ritorno di audience.
Oggi abbiamo shlock, b-movies fatti per trasmissione televisive che però hanno il loro seguito, uno preso da un “periodo d’oro” del dozzinale b-movie horror ed uno molto più recente, segno che il tempo è un cerchio piatto, perchè era sicuramente al cinema horror trash che Nietzsche pensava formulando la nota teoria.
Prendete qualcosa di caldo da bere, e si va!
Anno: 1977
Nazione: Stati Uniti
Durata: 1 ora e 26 minuti
Regia: Herb Wallerstein
Jaws (noto qui come Lo Squalo) era uscito solo 2 anni prima, rivelandosi un sorprendente successo, stabilendo l’idea del “blockbuster estivo” per le case di produzione Hollywoodiane, e lanciando il nome di Steven Spielberg, oltre ad essere discutibilmente il più riverito “b-movie” di sempre, responsabile di aver inavvertitamente creato un intero (e fin troppo affollato) sottogenere di film horror, lo shark movie.
Perchè dico questo in una recensione di un film su uno yeti/sasquatch? Ma poiché la trama è letteralmente un caso di sostituire località e stagione, il tipo di mostro/minaccia, qualche nome, e voilà! Immagino sia stato un lavoro veloce per Joseph Stefano, lo stesso sceneggiatore di Psycho, sia il film di Hitchcock sia il remake di Gus Van Sant, in quel periodo impegnato nel sceneggiare diversi tv movie per le emittenti statunitensi.
Ok, non è tutto identico, ma la storia è davvero riassumibile nella frase “Lo Squalo, ma su uno yeti”, anche i personaggi servono lo stesso identico ruolo, solo che qui l’equivalente di Quint è un’ex-campione di sci con problemi maritali, il resto sono dettagli o materiale estraneo, come una sorta di triangolo amoroso tra “Ski Quint”, sua moglie e l’equivalente di Matt Hooper, che è messo lì solo per motivi di filler, visto che per la fine si risolve pacificamente e non serve davvero a creare conflitto tra i personaggi (se non per una scena brevissima).
E sebbene questo scopiazzare velatamente non sia un punto a vantaggio dell’opera, dall’altro canto va riconosciuto che il tentativo di emulare Jaws non è fatto in maniera completamente pigra, e “forza” il film a non dipendere dal mostro ed uccisioni grafiche come unico motore tirante dell’esperienza, ed a spendere un po’ di tempo nel delineare i personaggi (a sorpresa gradevoli), invece di rendergli odiosi apposta perchè sia più soddisfacente quando vengono sbrisolati e mangiati dallo Yeti.

IT’S… ?
Peccato che molto di ciò sia fatto nei limiti assai notabili del tv movie, e che i personaggi (sebbene le recitazioni siano decenti e più che competenti) non siano interessanti, oltre al loro esistere come rimpiazzi di ovvi personaggi già noti e popolari. Almeno il doppiaggio italiano d’epoca (si sente è un doppiaggio di anni 70/80, anche se non credo sia mai stato trasmesso in tv qui e non credo esista una versione in VHS italiana) è decente, tranne quei 30 secondi in cui due tizi in elicottero parlano (di cose poco importanti) e la traccia audio è in lingua originale.
Ok, basta girarci attorno, parliamo dello yeti, che purtroppo non è affatto come quello dipinto in copertina, una cover bella trash ma un po’ fuorviante, visto che – oltre al look dello Yeti che nulla ci azzecca con quello presente nel film – questo è un tv movie, quindi lo yeti uccide le persone e gli strappa la faccia…. ma dovrete prendere per buona la parola di un personaggio che ha visto il cadavere. Sì, tutte le uccisioni dello yeti sono implicate, con il massimo un braccio del mostro che afferra una vittima e poi un filtro rosso applicato ad un freezeframe, un po’ di sangue per terra, gente che parla di cadaveri mutilati mai mostrati.
Lo yeti si mostra in maniera chiara solo a 47 minuti nel film, altrimenti è ripreso di sfuggita da lontano, è nella scena ma si vede solo il braccio e poco altro, o – cosa decisamente preferita dal film – è mostrato il suo punto di vista, anche nel finale (in cui accade uno dei più improbabili impalamenti con racchetta da sci della storia del cinema) c’è molto “fps Yeti”, sempre perchè è un tv movie ed il budget non era sicuramente alto.

YOU ARE DEAD
Detto questo, il costume da yeti è discreto per questi livelli di produzione, almeno quando lo yeti attacca il ginnasio, gli altri rari momenti in cui potete vederlo un po’ meglio sembra dozzinale, ma non posso dire che mi aspettavo di più, e lo yeti non è scemo, visto che decide di disarmare i protagonisti e poi colpirgli con una scarica di tronchi, lontano da possibile colpi di pistola. Peccato che neanche lo Yeti nulla possa contro l’onniponente montaggio, che rende palese dove erano piazzati originariamente i tagli per accomodare le pubblicità.
Parlando dell’edizione DVD, questa è della italiana Freak Video, ed oltre all’audio originale contiene una piccola presentazione del film da parte de “Maga Freaka” (trash ed adorabile), ed una “piccola” lezione di storia – via schermate di testo – sul bigfoot/yeti e la sua presenza nel cinema, con cenni a vari film sull’argomento, ed anche un’estesa filmografia di/su bigfoot e dintorni, oltre la presentazione kitsch-trash (quella che volete se avete idea di comprare film come Snowbeast) si nota che è un dvd messo assieme da gente che sa eccome cosa fa. 🙂
Tirando le somme, Snowbeast è un b-movie che inizialmente non sembra aver elementi tali a “spiegare/giustificare” il suo status di film di culto, visto che – per le limitazioni imposte dalla sua natura di b-movie – è essenzialmente senza gore ed il mostro a malapena si veda, non esattamente il massimo per un monster movie su uno yeti, uno che scopiazza liberamente (ed in maniera notabile) da Lo Squalo, che era uscito giusto 2 anni prima ed il cui successo aveva attirato molti imitatori.
Stranamente queste limitazioni che aiutano a far entrare il film nel territorio nel territorio “so bad it’s good”, oltre i personaggi che chiaramente sono lì per rimpiazzare i ruoli di Quint, Hooper, e via dicendo, perchè tutto è scopiazzato e leggermente alterato per il mostro ed il luogo, con sci e neve invece di spiagge e barche, ed una storia d’amore tra personaggi molto vicini alla mezz’età, il che non è esattamente titillante per molti, e non avendo davvero conflitto, serve solo per dare riempitivo al tutto.
Ma appunto, perchè è un tv movie che cerca di scopiazzare Lo Squalo, si ritrova forzato a non dipendere da estese scene con un tizio in costume che fa a pezzi le persone con copioso gore, quindi punta più sull’atmosfera e sul darvi motivo di fregarvene un poco dei personaggi (qui molto più gradevoli del previsto), invece di renderli odiosi apposta per meglio farvi godere l’inevitabile momento in cui lo yeti farà coriandoli con le loro carni prima di mangiarseli.
Inutile in un film in cui non puoi mostrare niente di simile, dopotutto.
E grazie a decenti recitazioni ed una sceneggiatura curata da Joseph Stefano (che ha lavorato a Psycho, sia il noto film di Hitchcock sia il famigerato remake-replica di Gus Van Sant), Snowbeast viene fuori quasi come un b-movie di classe, visto che è molto meno lurido e trash del previsto, sebbene sia shlock comunque, ma meno sgradevole e più competente del previsto. Non così brutto che lo definirei “so bad it’s good”, decisamente guardabile….il che non è da buttar via, vista la media di film sugli yeti e su bigfoot.
Anno: 2014
Titoli Alternativi: Snow Sharks
Nazione: Canada
Durata: 1 ora e 16 minuti
Regia: Keith Shaw
Inteso come seguito di Sand Shark (ed infatti il dvd fa partire subito il trailer di quel film, e di un film chiamato Orc Wars, sembra un bel troiaio di fantasy e azione con armi da fuoco, oltre alle spade e catapulte e cazzi vari) ed originariamente chiamato “Sharkalance” (cavolo, pure Waspnado è un titolo migliore, ed ovvio che esiste quel film), il film di Keith Shaw alla fine fu semplicemente un altro shark movie dovuto allo “Sharkenado Effect”, per un sottogenere che era già fin troppo affollato ancor prima che la serie Asylum buttasse sangue nell’acqua sempre più satura di pinne dorsali e squali mischiati con qualche altro animale.
Decisamente uno dei più difficili shark movie da trovare in versione fisica, visto che non c’è un’edizione inglese del film per qualche spicciolo su Amazon britannico, edizione che esiste ma vuole circa 20 euro (al cambio), quindi ho dovuto optare per la versione che viene fuori prima su negozi online, ovvero quella tedesca, uncut, che riporta sulla cover e disco il titolo Snow Sharks, da non confondere con il quasi omonimo Snow Shark (sì, solo uno) del 2012.
Non compro mai versione tedesche di un film nel dubbio che il dvd/blu-ray contenga solo la germanica lingua che non so, senza testi o doppiaggio in inglese (e molte versioni inglesi di film di nicchia come questi non contengono neanche i sottotitoli per non udenti, lo so per esperienza), ma per meno di 5 euro ho deciso di rompere questo mio tabù e tentare la fortuna. Con successo, perchè altrimenti avrei usato altri metodi per procurarmi il film.
Ok ok, la trama. C’è un contest di “bikini sulla neve” a Mammoth Mountain (essendo le t-shirt bagnate improponibili con temperature sotto lo zero) perchè c’è lo Spring Break, alcune poppemunite – che sono tra i protagonisti– vanno lì, assieme ad altri irritanti personaggi, alcuni già “nativi” della stazione sciistica, altri importati, tutti sfortunelli perchè ci sono squali fantasmatici che appaiono dal nulla e nuotano nella neve, con un appetito per gli umani.
La solita sbobba di squali che nuotano in cose che non dovrebbero poter nuotare, passiamo al perchè e come: una valanga ha smosso dei totem, liberando questi “squali nativo americani(?)”, creati centinaia di anni fa da uno sciamano del luogo per vendicarsi di una strage da parte delle giubbe blu, e sigillati nei sopraccitati totem perchè la loro fame non si sarebbe mai fermata. Gli danno un nome, Snokhum, o qualcosa del genere, che credo si siano inventati di sana pianta.
Almeno questo è quello che ho capito dalla backstory che il personaggio OCD, nerd, imbarazzato ed imbarazzante racconta ad una ragazza sulla seggiovia che comunque non può evitarlo, cosa non aiutata dal solito audio del cazzo che mi costringe ad alzare il volume perchè il cazzone responsabile del missaggio audio non ha pensato che avrei preferito sentire i dialoghi più dei rumori dello skilift, e perchè gli attori sono sub-mediocri belli forti, quindi dizione raramente decente. Ho sentito di peggio, ma – come devo ripetere, devo– non è una scusa.
Pensereste che magari sarebbe stato il personaggio che ha vissuto una situazione simile anni fa (e quindi non dubita esistano questi “squali fantasma”) a raccontare questa sghemba storia di origini che spiega la presenza dei mostri lì, ma pretendete troppo da Avalanche Sharks, visto che tutto questo casino ultimamente non è sistemato da nessuno dei personaggi che sanno degli squali e della loro natura, ma dalla random “donna asiatica” che capita sia in quel posto a sciare, ed alla fine del film, senza motivo alcuno, allegra arriva ai totem, stacca gli sci, fa un po’ di stretching, e gli risistema, eliminando gli squali fantasma della neve, mentre il gruppo dei protagonisti cerca di scappare e combattere come può le creature.
Non c’è nessun motivo per cui dovrebbe accadere, il che rende assolutamente inutile e irrilevante un buon 80 % del film e della trama, visto che i protagonisti potevano esserci o meno nel climax, e sarebbe cambiato solo il numero di idioti a finire nelle fauci degli snow shark dell’Abetone. Potrei elaborare ulteriormente su come questo film abbia la trama per 30 minuti massimo di materiale e come sia patetico che, anche con l’eccessivo filler di merda, non raggiunga gli 80 minuti, ma preferisco parlare dei personaggi.
Anche se “personaggi” è una parola troppo forte in questo caso, visto che posso dargli nomignoli del cazzo e perfettamente dipingere i clichè con gambe qui presenti… e lo farò, i personaggi hanno nomi, ma come il protagonista del Postal dei giorni nostri direbbe, “il mio nome non è importante”. Ed ha ragione. Qui abbiamo – oltre a personaggi così insignificanti da non meritare neanche un nomignolo dispregiativo – Marine Guy, Bagascia McTits, Herbert The OCD Pervert, Sceriffo O’Stronzo, il solito vecchio pazzo che urla “morirete tutti, c’è un mOStroO!” a chiunque trovi, e l’inevitabile sindaco testa di cazzo de Lo Squalo che non vuole chiudere la stazione sciistica anche con 5 dispersi/morti poiché danaro.
Tutti stupidi, odiabili, inutili e/o irritanti (spesso vestiti a tono per lo sci, quindi virtualmente identici tra loro) a parte il vecchio pazzo, almeno lui si prende cura dei suoi cani da slitta (i migliori attori, e le uniche morti nel film che valga la pena vendicare), ed ha le palle di prendere a coltellate uno squalo fantasma mentre viene mangiato da esso.
E la sopraccitata “donna asiatica che è asiatica, ed è lì”.
Ovviamente gli squali sono fatti in orrida CG, non che gli effetti speciali pratici di gore siano meglio, con i livelli di produzione generali che non sono così bassi che vi aspettate di veder scopare la gente da un momento all’altro, ma neanche abbastanza alti da NON farmi subito pensare che questo è un film creato per SyFy, per girare in rotazione assieme a Mega Piranha o Sharkoctopus Vs Pteracuda (film migliori, ahimè), perchè questo è, uno z-movie per la tv.
La cosa irritante è che a descriverlo potreste pensare che il film sia un po’ divertente, se preso con le dovute zero pretese, nonostante (o “grazie a”) la sua bruttezza, ma no, assolutamente no, è solo noioso, frustrante, clichè al punto che voglio vomitare, ed anche vedere squali delle nevi fantasma sbranare non pochi imbecilli non dà nessun divertimento, neanche un briciolo qui, anche grazie ad una regia orrida, con scene che per qualche motivo usano (male) un orrido effetto slow-motion, inquadrature banali sui due-tre posti riciclati per tutto il film, kill troppo rapide per dare qualsiasi soddisfazione, scene d’esposizione che rendono noiosissimo anche i momenti – in teoria – più interessanti. Ed un montaggio non migliore, con scene davvero “tagliate alla julienne”, ed appiccicate assieme con colla di pesce.
Questo già basterebbe, ma Avalanche Sharks diventa davvero insopportabile quando cerca di essere comico e dare una gomitatina allo spettatore con patetico humour su come sia ridicola l’idea di squali nella neve, o quando lascia “casualmente” dire ad un personaggio “nah, la California no, ho sentito ci sono gli squali nella sabbia”. Roba che fa venir voglia di assalire fisicamente gli attori, o lo sceneggiatore, il vero responsabile.
Potrei descrivere qualche scena vagamente simpatica (la credit sequence iniziale con gli scarabocchi infantili e musica stile N20: Nitrous Oxide/Tempest 2000 sullo sfondo lo è) ma vi darebbe l’impressione sbagliata che ci sia qualcosa di divertente in questo film, che sia qualcosa di giusto per placare la vostra fame di cinema spazzatura, ma francamente non lo consiglierei neanche agli appassionati di Z-movies, questo non è “so bad it’s good”, questo è sì guardabile e non “rotto”, ma non ha nulla di notabile neanche per i sommozzatori del cinema trash profondo in cerca di qualche scena assurda/ridicola di cui ridere. Assolutamente patetico.
Avalanche Sharks è una completa perdita di tempo per tutti. E dico tutti.
Al mese prossimo per un Grind Cafè dal tema meno ovvio del previsto!