[EXPRESSO] Copperman (2019) | Lo Chiamavano Emilio Robot

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“Film di supereroi italiano”. Se non siete già scappati, sì, non ero particolarmente fiducioso verso Copperman, nonostante ci siano eccezioni alla “regola” come Lo Chiamavano Jeeg Robot, ma – appunto – eccezioni.

Anselmo è un adulto con una disabilità mentale che si porta fino da bambino, e vive con la madre, che le raccontò anni fa di come il padre fosse assente perchè era un supereroe in missione, inavvertitamente creando in lui (che non ha mai questionato la cosa per ovvi motivi) il desiderio di diventare un supereroe a sua volta.

Difatti quando torna dal lavoro di assistente nell’istituto di sanità mentale della sua città (abitato da… pittoreschi pazienti), torna a casa e di nascosto indossa una tuta da supereroe fatta con rame e vari aggeggi, girando in città di notte per combattere crimini come Copperman. Ma il passato (come spesso fa) ritorna in maniere inaspettate per Anselmo ed il suo alter ego.

Quello di Eros Puglielli è un film migliore di quanto mi aspettavo, con dei solidi momenti drammatici, anche alcune scene assai divertenti derivanti dallo status mentale di Anselmo (ritardato, ma non scemo), che fa anche da voce narrante, offrendo la sua prospettiva innocente, sincera, che conserva nonostante capisca che il mondo reale non sia così semplice.

L’unica cosa che mi impedisce di definirlo un buon film è che (oltre ad alcuni momenti comici così gigioneschi da divenire insopportabili) Copperman sembra sentirsi in dover di fare clichè dei super hero movies, anche quando non hanno senso (o rendono meno importanti scene precedenti) in questo contesto per lo più realistico, dove alcune cose serie sono un po’ troppo serie, ed altre più giocose un po’ troppo stravaganti, quasi come per compiacere i bambini a cui questo film non è chiaramente indirizzato.

Degno comunque di un’occhiata!

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