
Un altro film dell’”universo condiviso di The Conjuring”, diretto da Michael Chaves (al suo primo lungometraggio), regista anche del futuro The Conjuring 3, e credo sia legittimo voler sapere in che mani verrà lasciato il prossimo film della serie principale.
Dopo aver visto La Llorona…. non sono molto fiducioso nel futuro, ma ne parleremo l’anno prossimo.
Basato sull’eponimo spirito del folklore latino-americano de La Llorona, la donna che piange il figlio morto/perso e vaga in cerca di esso, il film è ambientato nel 1973 e vede un’ assistente sociale che si trova a dover confrontare l’entità, la quale vuole i suoi figli, e la madre si rivolge ad un curador, una sorta di prete-scienziato poco ortodosso per evitare il peggio.
Di nuovo abbiamo un altro film del “Conjurverse” assai altalenante, in maniera simile a The Nun, che però era più godibile anche quando era un po’ tanto ridicolo, ed il paragone è un po’ inevitabile, visto che in alcuni momenti Cares sembra imitare quel film, anche l’entità è assai simile a Valak in quello che fa, solo con un’affinità acquatica derivata dalla sua leggenda, una interessante, anche se usata più perchè fa “esotico” che altro, intercambiabile facilmente se non per la donna ispanica ultra esagitata che – forse – l’ha evocata/chiamata.
“Dettagli” a parte, la regia prova fin troppo a emulare Wan, ma con jumpscare mediocri, atmosfera così e così, buoni livelli di produzione, recitazioni decenti ed un tono che si prende molto sul serio, cosa da una parte gradita, ma dall’altra contrastata dalla qualità a macchia di leopardo della sceneggiature, che fa commettere cazzate ridicole ai mediocri personaggi per allungare la durata.
Ho avuto dei problemi con The Nun, ma almeno sapeva cosa voleva fare, anche se ultimamente il livello di qualità è quello, nel limbo del 5 e ½ e 6 meno. Meh. 😦
