Eccoci tornare con il double-bill, stavolta sul familiare tema degli animali assassini, stavolta declinato nel sotto-sotto-sottogenere dell'”eco horror”, ovvero le fiere incarnano la furia della Madre Terra, deturpata dagli umani con inquinamento ed arbitrario sterminio delle varie specie.
Non che gli animali abbiano particolare bisogno di un ulteriore motivo per ucciderci, vista la pletora di filmacci (con le dovute eccezioni, sia chiaro) di questo tipo ce lo meritiamo.
Potrei tranquillamente fare decine di numeri solo su film di questo tipo e facendo un diverso animale assassino ogni volta, ma anche grazie al vomitorio di film sugli squali (ed un rinnovato interesse in essi da parte di persone diverse dall’Asylum e compagni di merenda), sarei a scrivere di balene mannare e squali volanti in eterna secolarum.
Quindi oggi abbiamo due film anni ’70 che decidono di non concentrarsi su un solo animale che vuole ucciderci guidato dall’ira di Gaia, ma più animali che vogliono ucciderci in gruppo. Tipico.
Buona lettura!
Anno: 1972
Nazione: Stati Uniti
Durata: 1 ora e 26 minuti
Regia: George McCowan
Gli anni 70, decade d’oro della natura che attacca l’uomo, del natural horror film, uno dei sottogeneri più vasti dell’horror (a sua volta con sotto-sotto-generi popolari, come quello degli squali assassini), iniziato da The Birds di Hitchcock e reso una formula comprovata da Jaws/Lo Squalo di Spielberg. Ma tanto abbondante è questa decade di film del genere che non bisogna neanche aspettare fino al 1975, od al 1973 con Sssss (da noi “Kobra”), se non potete attendere Dogs, la versione canina di Night Of The Lepus.
Sì, con Frogs non dobbiamo aspettare né che il film di Spielberg rendesse pensabile l’idea di qualsiasi animale in versione assassina, né gli anni 90 per rendere l’inquinamento un argomento rilevante, visto che il film di George McCowan è subdolo quanto Ferngully sul suo tema, come si può ben capire dalla trama.
Un fotografo naturalista di nome Pickett Smith è in canoa a fare foto della flora e della fauna quando non arriva vicino alla magione fluviale della influente e ricca famiglia Crockett, con evidenti segni di inquinamento causati dall’uso di pesticidi. Quando uno dei Crockett accidentalmente capovolge la canoa di Smith, lui e sua sorella lo aiutano e lo portano in casa, introducendolo all’intera famiglia Crockett, compreso il patriarca Jason, vecchio, stando, burbero, su sedia a rotelle, ed intenzionato a festeggiare il 4 di Luglio (incidentalmente anche il suo compleanno) senza sentire cazzi.
Ma la fauna del posto (tanto detestata da Jason) ha altri programmi…
Come probabilmente saprete (visto che è il motivo principale per cui viene ricordato oggi), una delle “peculiarità” di Frogs è non essere davvero su rane assassine, nonostante il titolo ed il celebre poster con una mano umana in bocca ad una rana e la tag-line “Oggi lo stagno, domani il mondo!”, gli anfibi assassini non fanno nulla se non negli ultimi 5 minuti, con l’immagine di chiusura (una piccola sequenza animata post-crediti) usata per il poster in un tipico caso di marketing non del tutto corretto da B-movie.
Non è che non ci sono rane, tutt’altro, le vedete fin dai primi minuti, ma si limitano ad essere riprese in maniera “minacciosa” a guardare gli umani, quando è assai più minacciosa una rana di gesso (inesplicabile ornamento in una villa i cui abitanti odiano le rane) di semplici rane che si fanno i fattacci loro, finchè non vengono lanciate nell’inquadratura da qualcuno fuori schermo. Ed anche nel finale si limitano a fermare un giradischi, e saltare sopra ad un vecchio che è caracollato da solo giù dalla sua sedia a rotelle, forse scioccato dalla sequenza di close up delle sue teste di animale al muro con riso in sottofondo (che forse sarebbe una citazione ad Evil Dead, se questo film non lo precedesse di ben 9 anni).
Ed onestamente le altre sequenze in cui i vari animali (che NON sono rane) attaccano i personaggi/vittime non sono molto meglio, con alcune in cui gli attori si impigliano/incastrano da soli in qualcosa che non gli incastrerebbe affatto, perchè nel copione c’è scritto che ora è il turno della tartaruga azzannatrice. Sì, c’è una notevole varietà di animali assassini (anche più, contando quelli che non fanno attivamente nulla, come scorpioni, farfalle e baby alligatori), tra serpenti a sonagli, serpenti arboricoli, lucertole e rettili, ragni, coccodrilli, sanguisughe, ed anche volatili, ma molte delle uccisioni non sono particolarmente soddisfacenti, sia per limitati effetti speciali che permettono poco gore, sia per come gli attori aiutino fin troppo gli animali.
Sia chiaro, preferisco un film come questo che non sembra maltrattare od uccidere gli animali coinvolti, ma il modo indiretto in cui gran parte delle scene d’uccisione accadono le rende assai poco credibili o godibili da vedere, ed il poco gore non aiuta al riguardo.
L’unica eccezione è la scena in cui dei rettili (lucertole e varani) fanno cadere dei contenitori con veleni nella serra in cui si trova un personaggio, che si diffondono nell’aria e soffocano il tizio. Mi mancavano lucertole assassine che invece di mozzicare il minchione di turno lo uccidono con il potere della chimica, una cosa che – credo – sia esclusiva a Frogs. Non hai mai visto di tutto, non importa quanto credi di averlo fatto. 🙂
Per quanto riguarda i personaggi, non sono subito detestabili o stupidi come potreste immaginare, anche Jason, il burbero padre-padrone della famiglia Crockett (che poi si rende assai detestabile comunque), si rivela civile con il protagonista Pickett, che è lì per fare un reportage sull’inquinamento e non ha paura di essere platealmente ovvio nel ribadire il messaggio del film, dicendo “E se fosse la natura a volersi prendere la rivincita?”, ma non diventano mai nemici per amor di pacchiano conflitto comodo.
Anche le recitazioni sono decenti, con quelle più esagerate fatte – guardacaso – dai personaggi più monodimensionali, come la zia ossessionata con fiori e farfalla. Ed i domestici di colore, che sono lì, con la stessa profondità psicologica di “Zio riporto”, in attesa di essere uccisi da qualche animale, cosa che capita anche fuori schermo (nel caso non fosse chiaro il budget allocato a gore ed effetti speciali).
Due parole sulla versione italiana (solo in DVD al momento): dozzinale offerta. La qualità video è decente per una release del genere, ma diventata difficile consigliare l’acquisto vista la mancanza di qualsiasi extra o trailer, il fatto che sia una versione tagliata (con 4/5 minuti mancanti) ed il fatto che la traccia audio italiana in certi momenti – e capita più di una volta – sparisca per essere sostituita da quella originale in inglese.
Commento Finale
C’è una ragione per cui Frogs è oggi – e raramente – ricordato solo per il fatto che non è tanto sulle rane (come il titolo farebbe logicamente presupporre), che sono lì ad osservare contente (?) mentre gli altri animali della palude – che sembrano agire con intelligenza e coordinazione – assaltano la famiglia Crockett ed i suoi ospiti, come per vendicarsi dell’inquinamento causato dal patriarca Jason Crockett (interpretato da Sam Elliott), che continuamente avvelena le acque del luogo con pesticidi e similia.
E questa è che il film di George McCowan è uno dei tanti esponenti del filone “la natura si ribella contro l’uomo”, uno che precede Lo Squalo e molti altre pellicole su animali assassini, ed uno che nel complesso non ha nulla di particolarmente notabile…a parte l’unica scena al mondo in cui lucertole – normali lucertole e varani – usano la chimica per uccidere un uomo con gas asfissiante, facendo invidia ad assassini dotati di pollice opponibile, armi da fuoco e tecnologia all’avanguardia.
La mancanza di particolare gore ed il modo fin troppo indiretto in cui alcuni animali uccidono le vittime è controbilanciato da personaggi sorprendentemente civili e gradevoli, che quindi rende le numerose scene di dialogo (e filler) meno “usa e getta” lì per riempire gli spazi tra una vittima e l’altra, anche se alcuni personaggi sono totalmente monodimensionali e recitati “pure troppo”, sebbene nel complesso le recitazioni siano decenti e la regia non malvagia.
Non il peggiore dei B-movie dell’epoca sul tema, non il migliore, non completamente inutile o ridicolo al massimo, ma anche difficile da consigliare se non avete già un particolare interesse nel sottogenere “animali assassini”, e state cercando titoli minori da vedere in questa categoria, oltre ai soliti noti. È…passabile! Non è molto “Froppy”, poco ma sicuro.
Anno: 1977
Titoli Alternativi: Future Animals, Something Is Out There,
Tierterror in der Sierra Nova
Nazione: Stati Uniti
Durata: 1 ora e 37 minuti
Regia: William Girdler
William Girdler è meglio noto per aver diretto Grizzly, essenzialmente una scopiazzatura de Lo Squalo, solo con un’orso al posto del Grande Bianco, ed un cast di celebrità che è davvero assurdo ora come allora (sebbene non assurda come la storia del seguito mai completato, Grizzly II, chiedetelo a Brad Jones, lo sa fin troppo bene), e considerato questo non sorprende che l’ultimo suo film fu The Manitou, basato su una leggenda indiana ma essenzialmente un altro film “ispirato”, stavolta da L’Esorcista (seppur con un decente bagaglio di scene bizzarre ed elementi strani come un feto indiano che nasce dal collo di una donna).
La versione DVD italiana rimasterizzata (una assai recente) presenta il film sotto il titolo Future Animals, con una copertina che dice due cose: uccelli assassini e gente governativa vestita in tute protettive stile The Crazies/La Città Verrà Distrutta All’Alba. E non è del tutto sbagliata, visto che sì, ci sono uccelli assassini nel film, già dall’inizio, ma i tizi in tute hazmat sono nel film per tipo 5 minuti, alla fine del film. Marketing come al solito, dopotutto.
Day Of The Animals è un’altro di questi film su animali assassini che si rivoltano contro l’uomo, ed un altro con un messaggio ecologista, motivando la rivolta degli animali come vendetta contro l’inquinamento causato dal genere umano a Gaia, se volete. In questo caso, il film apre con un text crawl che parla della scoperta di come il florurocarburo (contenuto negli spray aerosol) abbia eroso via via lo strato d’ozono che protegge la Terra, rendendo i suoi abitanti suscettibili ai raggi ultravioletti, che qui scatenano una psicosi assassina negli animali, che attaccano una cittadina di montagna ed il gruppo scombinato di gente venuto lì per fare una “gita di sopravvivenza”, inizialmente ignaro della crisi.
Mi piace questa introduzione, perchè esplicita – senza sensazionalizzare troppo il tutto od essere particolarmente manicheo – che questa è una drammatizzazione, sì, con un chiaro messaggio ambientalista, ma implica anche “per favore seguiteci nel discorso anche quando il tutto diventa improbabile e meno realistico”, il che risulta anche un po’ come scuse anticipate, visto che verso la fine del film tutta questa cosa dei raggi ultravioletti viene perlopiù dimenticata, con la sceneggiatura che all’improvviso dice che la situazione è stata causata da un virus (o forse no, non si capisce bene), e gli animali che all’improvviso muoiono, presumo perchè lo sceneggiatore si fosse ricordato all’ultimo che la trama si doveva risolvere in qualche modo (o su richiesta del produttore dovesse dargli un finale più positivo), con scene finali che sanno di posticcio da morire.
Per quanto riguarda la varietà di animali che si ribellano, abbiamo anche qui una notevole varietà di bestie, tra falchi, avvoltoi, puma di montagna, serpenti a sonaglio, lupi, ratti, anche cani lupo (in sequenze già migliori dell’intero Dogs), leggermente minore di quanto visto in Frogs, sì, ma qui le varie scene d’attacco ed uccisione da parte delle fiere sono molto meglio girate e montate, molto più credibili e con decenti-buoni effetti speciali (con eccezione di un brevissimo momento in cui è usata un’adorabile zampa di cane finta, la quale emerge da un buco nella porta per afferrare i personaggi barricati dentro), con gore non eccessivo – nel bene o nel male- , ed onestamente sono assai “godibili” tutt’ora.
Ma più letale di qualsiasi puma di montagna con l’aggressività a 100 è Leslie Neilsen, che qui interpreta un pubblicitario egoista che passa dall’essere una testa di cazzo ad un mostro sadico assassino e folle, molto più degli animali (in quanto qualunque cosa accada – sia pandemia, psicosi causa da raggi ultravioletti, isteria, o tutte e tre – sembra poi colpire anche gli umani), una performance davvero disturbante, che se non altro dimostra (o ricorda) il notevole talento di Nielsen, non solo per i ruoli comici per cui è spesso ricordato. Come sarà ricordato 5 anni dopo nel segmento “Alta Marea” di Creepshow, tra l’altro.
Riposa in pace, Leslie, gran lavoro. 🙂

Sì, è una lotta corpo corpo tra Nielsen ed un orso (un grizzly?).
Ci sarebbero altri personaggi, ma in franchezza Nielsen è quello più interessante (e meglio recitato) di tutti, il resto del gruppo è un consommè di stereotipi, dalla madre isterica che non vorrebbe essere lì (con figlio al seguito) al professore con occhiali appassionato di fotografia con tremila cose in sacca, passando per una coppia che ridacchia – come sorpresa – quando la guida del gruppo gli spiega cosa sono le pigne e perchè gli scoiattoli ne mangiano i frutti, oltre all’indiano americano saggio, che è lì. E lo sceriffo americano grasso che è non parte del gruppo di persone in gita, ma è una sorta di tradizione da B-movie americano, uno stereotipo affezionato che “devi” avere, si può dire.
Il QI medio varia, con alcuni personaggi che non sono subito carne da cannone (o desiderabili come tali), ed alcune scene che gli danno un po’ di bagaglio emotivo per non renderli del tutto stereotipati, ma è questo tipo di film, sapete che c’è un bodycount da soddisfare eventualmente, e quindi non sono necessari personaggi caratterizzati benissimo se poi devi dargli in pasto ai mostri di turno. E diciamo non piangerò per la morte di “sceriffo americano, pingue ratticida” o “donna ignara delle funzioni della pigna”. Non cambia moltissimo se gli fai parlare di cancro ad un certo punto, non in questo tipo di sceneggiatura, ma apprezzo l’impegno extra (credo).
Parlando dell’edizione dvd italiana del 2017 da Sinister Film, questa è rimasterizzata in HD, integrale, sebbene opti per una via più economica, con scene – evidentemente – non doppiate in italiano in precedenti versioni, qui con audio in originale e sottitotitoli in italiano. Tecnicamente è in 4K (non avendo un televisore con quella risoluzione, ci dovrò credere sulla parola), ed effettivamente la qualità dell’immagine è buona, anche se forse sarebbe stato meglio farla su Blu-Ray direttamente, visto il prezzo di mercato richiesto. E parlerei di extra… c’è una galleria fotografica con marquees, poster e vario materiale pubblicitario del film.
Basta. Manco un trailer.
Commento Finale
Day Of The Animals è un esponente tipico ma anche ben fatto del filone “animali assassini” che tanto andava di moda negli anni 70, qui coniugato nella declinazione ambientalista che vede l’uomo soffrire per i danni causati dall’inquinamento, nello specifico l’erosione della fascia d’ozono che circonda la Terra, con raggi ultravioletti che passano e causano una sorta di aggressiva psicosi negli animali, che si mettono ad attaccare sempre più spesso – e sempre più violentemente – l’uomo, causando disastri in una cittadina di montagna, nelle cui foreste una “gita sopravvivenza” sta avendo luogo.
Almeno così la sceneggiatura dice ad inizio film (con tanto di text crawl che serve da preambolo), ma verso la fine questa agenda ambientalista e coerenza si perdono, con gente in tute hazmat che afferma era un virus (o qualcosa di simile, non si capisce bene) ed una conclusione alla vicenda che sembra o riscritta in extremis su richiesta del produttore, od aggiunta in fretta e furia quando risultò chiaro che il film necessitava di una risoluzione. In ogni caso risulta assai posticcia, in quello che è altrimenti un ben eseguito b-movie di genere, con decenti-buoni effetti speciali, personaggi nella media, decenti recitazioni, con l’eccezione di Leslie Nielsen, che qui da un’ottima performance nei panni di un sadico ed egocentrico pubblicitario con manie di grandezza, molto più terrificante dei pure tanti animali assassini.
Nonostante i notevoli singhiozzi della sceneggiatura, la cui coerenza sulle origini del fenomeno si dissipa verso la fine, rendendo inutile (o poco più) tutto il discorso ambientalista e sulla fascia d’ozono, il film di William Girdler è ben diretto, soddisfacente nel darvi quanto vi aspettate od aspettereste da un film come questo, uno di genere decisamente sopra la sufficienza, sebbene non particolarmente notevole, a parte per Nielsen, in uno dei suoi ottimi ruoli horror pre-Creepshow che ne (ri)dimostra la sua – spesso dimenticata – versatilità.
E di sicuro non ci sono molti film in cui un sadico Leslie Nielsen combatte follemente contro un orso, punti bonus per questo di sicuro!