Preview Of Upcoming Attractions LUGLIO 2019

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Come accennato, avevo qualcosa di grosso in programma, ovvero una retrospettiva di TUTTI i film di One Piece, che durerà tutto il mese e si estenderà ad agosto, in concomitanza dell’uscita nelle sale nipponiche del 14° film della serie, One Piece: Stampede.

Ci sarà un intro apposita, ma le altre rubriche sono perciò in pausa fino ad agosto, ad eccezione di occasionali recensioni EXPRESSO.

[ZOATROPIA] Fate/Stay Night: Heaven’s Feel II: Lost Butterfly (2019)

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Disponibilità in Italia: Evento Al Cinema 18-19 giugno Continua a leggere

[ZOATROPIA] Kantai Collection (2015)

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Stagione: 1 di 1

Episodi: 12

Disponibilità in Italia: Crunchyroll Continua a leggere

[EXPRESSO] I Morti Non Muoiono (2019) | Fruitless Exercise in Bizarre

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Premetterò che non sono familiare con i lavori di Jim Jarmusch.

E dopo aver visto questo, onestamente non mi interessa molto esserlo.

I Morti Non Muoiono è tecnicamente una commedia horror, ma è più un esercizio di stile, un modo per Jim Jarmusch di fare commenti socio-politici su vari argomenti, usando l’idea di una tipica zombie comedy come strumento, trattando con assai indifferenza la trama, che vede la piccola cittadina montana di Centerville colpita da un’epidemia di zombi, scatenata (forse) dagli effetti del fracking che ha mandato fuori fase la rotazione della Terra. O dalla luna avvolta da un bagliore rosaceo manco fosse Killer Is Dead. Chissene.

E questa generale sensazione di indifferenza agli eventi si ritrova nei personaggi, specialmente nei due protagonisti poliziotti (interpretati da Bill Murray e Adam Driver) che reagiscono a tutto con eccessivo pragmatismo ed un leggero, incurante fastidio. La direzione data all’incredibile cast è bizzarra, il leitmotiv della traccia musicale folk che da nome al film, i vari clichè e strumenti narrativi come il foreshadowing, sono tutti ripetuti ad libitum, in modo da risultare volutamente palesi.

Al punto che inizialmente pensavo l’idea fosse fare un pessimo b-movie horror comedy di proposito, ma non è quello, più una satira. E sebbene concettualmente interessante, alla pratica il risultato è un film ossessionato con l’essere sovversivo, bizzarro al punto che non fa più effetto, pretenzioso quando il meglio sa che fare sono Tilda Swinton che incanala Uma Thurman da Kill Bill, tristi battute spacca quarta parete o roba come gli zombi con telefono in mano che mugugnano “Wi-Fi”. Ed altre osservazioni già sentite e meglio integrate in altri film, anche interessati a far ridere il suo pubblico.

Non sapevo cosa aspettarmi, ed ammetterò, non ho mai visto uno zombie movie così…. fortunatamente. L’ho odiato, parecchio, in tutta onestà.

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[EXPRESSO] Polaroid (2017) | Fráme Fatale

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Un altro film horror uscito anni fa che solo ora arriva nelle sale italiane, come parte dell’offerta horror estiva. Ed uno basato sull’omonimo corto del 2015 del regista norvegese Lars Klevberg.

Di per sé la mutazione/metamorfosi di un progetto inteso come cortometraggio in lungometraggio non è brutto (o buon) presagio, né è particolarmente rara, ma tenendo questo in mente, non sorprende che il risultato sappia un po’ del classico brodo allungato, ma d’altro canto se non mi fosse stato detto ciò, non l’avrei notato subito.

La trama è una tipica storia di oggetti maledetti, una dal gusto di inizio 2000 (in più di un senso) ma che ha motivo di essere ambientata in uno scenario, poiché verte su un vecchio modello di fotocamera Polaroid, ottenuto dalla timida protagonista Sarah, fotografa in erba e futura studente di giornalismo, grazie al suo lavorare in negozio di antiquariato. La macchina fotografica infatti presenta una “macchia” di forma umana su ogni foto che produce, ed i soggetti delle foto incominciano a venire uccisi in maniera misteriosa, costringendo Sarah ed i suoi amici a cercarne di venire a capo prima che sia il loro turno.

Ed è…. molto nella media. Ha i suoi momenti buoni (come un buon, buon jumpscare), recitazioni decenti, c’è un po’ di creatività nella creatura (mostri basati sulla fotografia sono assai rari), ma ci sono altrettanti momenti clichè e stupidotti, personaggi abbastanza stereotipati, c’è una quasi comica ed una sceneggiatura che ha qualcosina in più del previsto… che però sembra messa lì per tirare per le lunghe il tutto. Non che sia un film lungo, anzi, ma nonostante ciò è comunque scorrevole e la risoluzione finale pare abbastanza conclusiva.

Polaroid è un film horror molto standard, servizievole ma non memorabile. Ho visto molto peggio, e molto meglio. Decisamente guardabile, se non altro.

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[EXPRESSO] Brightburn (2019) | Liquid, Liquid Evil

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Non prevedevo una recensione di questo, ma eccoci qua.

Perchè mi trovo concorde con gran parte della critica, questo film (scritto da Brian e Mark Gunn, e prodotto da James Gunn) ha un ottimo concept, ma è frustrante vedere come non ci sia molto altro a “tirare” il film oltre l’idea di fondo. E quella di un film con supereroi horror è un’idea fantastica, non del tutto nuova (dal poco che so per osmosi dei fumetti americani), ma di sicuro è nuova per il cinema, visto che The New Mutants è ancora in pieno development hell, chissà quando (o se, o come) ne uscirà.

La premessa è che una navicella aliena si schianta vicino una fattoria di Brightburn, Kansas, e la coppia con problemi di fertilità trova un bambino dentro la navicella, chiamandolo Brandon e decidendo di crescerlo come loro figlio (come in Superman). Quando però Brandon incomincia a sentire i primi accenni di pubertà, si sente attratto da qualcosa sigillato nel fienile, scopre di avere superpoteri, ed incomincia ad usargli per vendicarsi di chiunque osi contraddirlo o sfidarlo, uccidendolo con estrema brutalità e lasciando una criptica firma sulle scene del crimine (che è pressappoco identica al Marchio Sacrificale di Berserk).

Il problema non è una cattiva esecuzione, il promettere horror e poi non mostrare le parti truculente (che ci sono eccome), od anche il finale, è che…. una volta letta anche una striminzita sinossi, saprete esattamente cosa succederà. Non necessariamente un male se l’esecuzione è buona, ed è buona (le recitazioni pure), ma non c’è nessuna sorpresa, nessun altro elemento extra, quando magari poteva/doveva esserci, e perciò diventa frustrante dover constatare come il film non sfrutti appieno il potenziale insito nel concept.

Ciònonostante, un film più che decente, meritevole di almeno un’occhiata, anche se non inizierà un nuovo trend.

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Godzilla II: King Of The Monsters (2019) [RECENSIONE] | Here Goes Tokyo ♫

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Con il MonsterVerse in pieno swing, questo seguito del reboot del 2014 aveva con sé diverse aspettative, se non altro il fatto che ci sarebbero stati più mostri del franchise, e presumibilmente più combattimenti tra mostri, una delle critiche più pungenti fatte al reboot di Gareth Edwards, una scelta di regia interessante, ma in retrospettiva non una perfettamente in linea con le aspettative/desideri di molti fan di Godzilla.

Quindi con queste premesse e Michael Dougherty (amato per film di culto come Trick R’ Treat e Krampus – Il Natale Non è Sempre Natale) alla regia del seguito, aveva senso aspettarsi qualcosa di più incentrato sui mostri e più “B-movie”, ma molto più godibile, e con i vari trailer (e poi poster) che rivelarono la presenza di iconici mostri avversari e/o alleati del Big G, come Mothra, Rodan, ed ovviamente la nemesi per eccellenza di Godzilla, King Ghidorah, beh, fremevo all’idea di un nuovo film di Godzilla al cinema.

Ancor più quando apparve la cover di “Godzilla” dei Blue Oyster Cult, curata da Bear McCreary e cantata da Serj Tankian (meglio noto come cantante e frontman dei System Of A Down), non mi aspettavo di sentire una cover del genere. Bizzarro, ma graditissimo.

Btw, Legendary, per favore, trova un modo di inserire Gamera nel Monsterverse, sarei felicissimo di vedere il tartarugone con propulsori darsele, dopo che l’ottava meraviglia del mondo avrà il suo turno l’anno prossimo con King Kong VS Godzilla. Continua a leggere