[EXPRESSO] Ad Astra (2019) | Pater Cosmos

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3 anni dopo The Lost City Of Z (qui uscito sotto il banalissimo “Civiltà Perduta”), il regista di Little Odessa, I Padroni Della Notte e Blood Ties (tra gli altri) ci porta nel prossimo futuro della terra, uno non molto distante ma in cui i viaggi interplanetari sono ormai comuni, con lune e satelliti contesi da varie nazioni, senza però aver trovato l’esistenza di altre forme di vita intelligente.

Roy McBride (Brad Pitt) è un formidabile astronauta, capace di mantenere compostezza in ogni situazione, ma emozionalmente rigido e complessato, anche nei momenti di intimità è sempre fin troppo impostato, tanto da arrivare al divorzio. Viene contattato in segreto per partecipare ad una missione finalizzata a fermare le onde elettriche provenienti da Nettuno, che stanno causando continue tempeste elettromagnetiche sulla Terra, con enormi danni e numerose vittime. E l’agenzia spaziale sospetta che ci dietro a questo fenomeno ci sia il padre di Roy, un astronauta geniale e dedicato (Tommy Lee Jones), creduto morto da 19 anni dopo il fallimento del progetto Lima vicino – appunto – a Nettuno.

Quindi questo per Roy diventa un viaggio per affrontare anche il padre distante (in tutti i sensi), un modo per tentare di superare la crisi esistenziale, una traversata tra le stelle ed i satelliti che è molto ben fatta, con ottimo dramma, con alcune scene d’azione inusuali (specialmente una, che mai mi sarei immaginato di vedere in un film con questo tono) ma non distraenti, che anzi servono da contrappeso a segmenti a volte un pelo troppo mesti.

Buon film, con ottima cinematografia, visuali e creativo set design, anche se il commento/narrazione di Roy a volte esplica temi ed elementi che non lo necessitano, il ritmo della narrazione è un po’ lento a tratti, ed alcuni aspetti dalla trama non siano spiegati benissimo.

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Medievil 2019 Demo “Vita Breve” [HANDS ON]

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Dopo aver – per qualche motivo – tentato di spremere altro sangue dalla rapa che era Knack, la Sony decise che era meglio rispolverare Medievil, cosa che fu molto gradita, con un remake/remaster (curato da Other Ocean Interactive) che arriverà questo 25 ottobre, e qualche giorno fa è uscita una demo.

Una demo denominata “Vita Breve” perchè a tempo limitato, all 1:00 del 6 ottobre non sarà più usabile, presumo sia la nuova moda, tra demo monouso come quella del remake di Resident Evil 2 od altri casi di “demo a tempo limite” come per Tetris Effect. Continua a leggere

One Piece World Seeker – DLC 2: Where Justice Lies PS4 [RECENSIONE]

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Eccoci di nuovo a parlare di One Piece World Seeker, con il secondo DLC dedicato a Sabo, uscito il 20 settembre su varie piattaforme. Questo è stato accompagnato da una nuova patch, che introduce alcune missioni, un nuovo costume per Luffy, la trasformazione Snake Man del Gear 4th ed un nuovo boss, Katakuri.

E sarò onesto, la mia previsione era che il contenuto offerto gratuitamente via aggiornamento software sarebbe stato migliore del DLC a pagamento. DLC giocato a Difficile per continuità con il gioco base, il DLC su Zoro, e per fini di recensione.

ATTENZIONE: minori spoilers, non che abbiano senso se non avete seguito la serie ed avete quindi il contesto per essi. MA sempre possibili spoilers sono. Continua a leggere

[EXPRESSO] Eat Local – A Cena Con I Vampiri (2017) | Toothless

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Sì, questo è un film vecchio di 2 anni, e solo ora arriva nei cinema, sicuro figlio di estremi compromessi per farlo uscire nelle sale senza passar diretto per l’home video o servizi di streaming. Certo, anche l’ottimo The Devil’s Candy arrivò anni dopo da noi, ma è un pessimo auspicio.

E come vorrei che fosse solo quello.

La premessa vede un gruppo di vampiri riunirsi in una casa di campagna per discutere di come spartire i territori e di come riempire il buco vacante nella cerchia, appena creatosi perchè uno di loro è andato troppo oltre. Una vampira porta un umano ignaro di tutto sperando di poterlo recrutare, ma le cose si complicano quando la casa è assediata dai militari, accompagnati da un prete perchè a quanto pare ogni divisione del Vaticano nelle opere horror funziona come quella di Hellsing.

Ora, non ho visto What We Do In The Shadows (film o serie tv), quindi non so se ci sono similarità con essa, ma è abbastanza palese che Jason Flaming abbia cercato di fare una commedia horror à-la Joss Whedon o Edward Wright (più il primo). E ci ha decisamente provato, ma così ti metti in condizione da non poter sfuggire a confronti con essi, e quando questo è quello messo in mostra, beh, non saranno favorevoli.

Eat Local è un’insulsa e noiosa commedia horror, assolutamente insopportabile, che spreca un buon cast (comprensivo di Brian Cox) in terribili, terribili gag, siano “moderne” o stantie sono pessime, i personaggi insulsi, la trama vacua e stupida. Un brutto film è una cosa, una brutta commedia è mefistofelica opera, una che sprofonda nel brutto ma senza mai scivolare nel “so bad it’s good”, neanche per sbaglio. Cosa resa assai amara dal fatto che ci hanno provato, eccome, a farlo funzionare.

Lasciate perdere.

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[EXPRESSO] Van Gogh E Il Giappone (2019) | Big In Japan

Van Gogh E Il Giappone 2019 locandina italiana.jpgVincent Van Gogh è decisamente uno degli artisti più rappresentati e ri-raccontati dal cinema, e continua ad esserlo, anche in tempi recenti, con film d’animazione come Loving Vincent, drammatizzazioni come Van Gogh – Alla Soglia dell’Eternità. Questo nuovo docufilm non vuole ri-raccontare la vita di Vincent Van Gogh, ma si focalizza sul rapporto che l’artista olandese ebbe con l’arte giapponese, come il titolo rende ben chiaro.

Se avete seguito un percorso di studi umanistico, c’è alta probabilità che siate già coperti su questo argomento, in abbondanza, e va detto che se decideste di farci un drinking game con una sorsata ogni volta che viene detto “giappone” o “giapponismo”, il coma etilico sarebbe raggiunto ben prima di metà film. È un peccato che ultimamente la sceneggiatura dia al tutto un senso di ridondanza tutt’altro che trascurabile, perchè il documentario ben esplora la estrema fascinazione di Vincent Van Gogh verso l’arte giapponese, il contesto storico e sociale in cui diventò ispirazione per il movimento impressionistico, e come nutrì e arricchì lo stile e la filosofia pittorica di Vincent.

Mette anche in luce elementi tutt’altro che ovvi o noti, come il particolare rapporto postumo che si venì a creare tra Vincent ed il giappone stesso, che lo scopri e ricambiò la forte passione ed ammirazione, via interventi di storici dell’arte di vari paesi, anche artisti contemporanei nipponici. Peccato che il risultato finale sia un po’ pedissequo, per eventi e fatti che sono già stati narrati innumerevoli volte sia in documentari che lungometraggi narrativi, e una regia più asciutta del previsto, anche per il genere.

E mi spiace, ma i dialoghi andavano passati con un rastrello dei sinonimi e contrari, ed una grossa falce per evitare la stancante e quasi parodica densità di “giappone” e parole derivate ripetute più volte nel giro di pochi minuti.

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[EXPRESSO] C’era Una Volta A Hollywood (2019) | Helter Wester

C'Era Una Volta A Hollywood 2019 locandina italiana.jpg

C’era Una Volta A Hollywood è un film diretto da Quentin Tarantino.

Ha Brad Pitt, Leonardo DiCaprio, Margot Robbie, ed altre persone nel cast.

È un film di Quentin Tarantino, il nono della sua carriera, segue The Hateful Eight, è ambientato nel 1969 ed ha dialoghi, con personaggi, hippies, film dentro i film, spot per i film dentro il film, veri film dentro il film, il personaggio di Bruce Lee (per il quale è stata fatta una controversia francamente ingiustificata), ha western, recitazioni, pistole, birra, cani, ed uno stiloso approccio per ricreare l’atmosfera degli anni 60/70 nella Hollywood dell’immaginario collettivo, ed ha un personaggio che interpreta un Roman Polanski ancora non ricercato da autorità di vari paesi.

È un film di Quentin Tarantino, quindi non siete qui a leggere una recensione, ma volete un’opinione pre-confezionata che giustifichi il vostro amore od odio per partito preso che avete verso il regista, di come sia inspiegabilmente osannato o di come debba essere perseguito con torce e forconi, di come siate sorpresi sul modo in cui questo film sia “strano” nonostante abbiate visto altri film suoi e quindi dovreste avere un’idea grossolana se vi piace lo stile del regista. Se non siete qui solo per vedere gente ammazzata con ultrastile ed iperviolenza.

Per questo non so se vi piacerà C’era Una Volta Ad Hollywood, o cosa deciderete di sentirvi obbligati a dire sul film. Personalmente mi è piaciuto parecchio, e non mi sono pesate affatto le 3 ore di film, cosa che non posso sempre dire in questi casi (ciao, IT Capitolo 2). Sì, mi è piaciuto anche il finale.

Fantastica colonna sonora, perfetta per il tono e l’ambientazione losangelina.

Ma scusatemi, mi sono lasciato trasportare. Ha anche un motherfucking lanciafiamme.

E siccome lanciafiamme batte sasso e forbici, 10 su 10, standing ovation, mutande bagnate, bagnatissime, boxer fradici, etcetera.

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GRIND CAFE R #1: The Black Cat (Il Gatto Nero) (1981)

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Anno: 1981
Nazione: Italia
Durata: 1 ora e 32 minuti
Regia: Lucio Fulci

Se siete fan del cinema horror, Lucio Fulci non necessita nessuna presentazione, e quindi non ve la farò. Ma per questo nuovo inizio, ho deciso di fare uno dei suoi film meno considerati, in un certo senso uno dei più atipici per l’amato regista italiano, dallo stile inconfondibile anche quando non coinvolto in film horror su zombi o gialli violenti.

E d’altronde anche la storia stessa non necessita molte presentazioni, essendo “Il Gatto Nero” uno dei racconti più noti di Edgar Allan Poe, adattato innumerevoli volte, tra cui per il segmento di Dario Argento di Due Occhi Diabolici del 1990. Continua a leggere

Introducing Grind Cafè R

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Eccoci alla terza e ultima incarnazione del Grind Cafè (almeno per quanto riguarda recensioni scritte), la versione “Redux” della rubrica di horror, b-movies e affini, che abbandona il formato double bill per numeri dedicati ad un singolo film/serie tv/etc.

Inoltre, ci potranno essere alcuni occasionali repost da vecchie incarnazioni della rubrica, ma vecchie recensioni saranno revisionate, modificate, se non riscritte da zero.

Iniziamo a breve con niente popò di meno che un film dall’amato autore horror Lucio Fulci!