GRIND CAFE R #4: Apocalypse Domani / Cannibal Apocalypse (1980)

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Anno: 1980
Titoli Alternativi: Cannibals In The Street, Invasion Of The Flesh Hunters
Nazione: Italia, Spagna
Durata: 1 ora e 36 minuti
Regia: Antonio Margheriti (sotto lo pseudonimo “Anthony M. Dawson”)

Per celebrare la recente uscita della Final Cut di Apocalypse Now nei cinema italiani, perché mi basta come scusa. E perchè sono uno stronzo.

E, sì, “domani”, perchè tanto lo spettatore italiano medio dell’epoca non sapeva un cazzo di inglese, non facciamogli fare sto sforzo. O tradurre anche “apocalypse”, ma questo era il marketing per cinema di genere nell’Italia di allora (tradizione un po’ persasi, ma non del tutto). E comunque si trovano versioni rippate da VHS che comunque hanno “Cannibal Apocalypse” nel title screen, titolo per cui è meglio noto a livello internazionale.

Oggi siamo in pieno territorio exploitation italiano d’epoca, quello di Alien 2: Sulla Terra, di Terminator 2 (quello di Bruno Mattei), di “Non Aprite Quella Porta 3” (no, non Texas Chainsaw Massacre 3), quello dei cosiddetti video nasty all’epoca esiliate dai censori britannici. Ma stavolta non tocca ai soliti nomi, ma ad un regista d’exploitation italiano relativamente poco noto anche tra i fan, Antonio Margheriti, altrettanto prolifico e capace di spaziare in vari generi, di cui questo film è fan Joe Dante ed anche Quentin Tarantino, che lo cita nominandolo sia in Bastardi Senza Gloria che nel recente C’Era Una Volta A Hollywood.

E la sequenza più nota del film (quella del buco nel torace) poi ripresa da un altro cinesta di genere come Noboru Iguchi nel suo Machine Girl (un notevole esempio di pudore zero in numerosi modi che prima o poi cureremo qui), ma anche da Zemeckis in La Morte Ti Fa Bella. Curioso allora che per un film di culto del genere non esista dvd italiano (esiste un dvd inglese sotto il nome “Cannibal Apocalypse” che al momento non possiedo), neanche sotto uno dei titoli alternativi che ha ricevuto.

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Ma attenzione, non sono è un film fatto per il successo che Apocalypse Now ebbe giusto un anno prima, ma anche per cavalcare il trend dei film su cannibali, quindi è un notevole doppio colpo d’exploitation. Si inizia con un flashback di marines che sotto il comando di John Hopper (interpretato da John Saxon) liberano prigionieri dei vietcong, Tom Thompson (per assonanza chiamato così dalla madre) e Charlie Bukowski. Ma il capitano, John Hopper (interpretato dal fidato John Saxon), mentre cerca di tirare i due fuori dalla fossa in cui erano tenuti prigionieri, viene morso da Thompson.

Anni dopo, negli Stati Uniti, Charlie Bukowski viene dimesso dall’ospedale psichiatrico, cerca di rivedersi con Hopper, ma rifiutato, va al cinema (a vedere Contro 4 Bandiere di Umberto Lenzi, chiamato “From Hell To Victory” in territori anglofoni), dove morde una donna, attirando inevitabilmente l’attenzione e le ire, non solo del resto del pubblico in sala, ma anche di alcuni motociclisti (irritati da Charlie poco prima), e lo porta a barricarsi in un supermercato dove ha armi e munizioni, viene assediato dalla polizia, che non riesce a stanarlo finchè non richiamano Hopper a parlargli e convincerlo ad arrendersi. Ma una volta riportato in ospedale si allea con Thompson (sempre ricoverato lì) per scatenare una rivolta, iniziando a mordere medici e diffondere il morbo cannibale….

Sì, sarebbe un abbastanza tipico film sulla guerra del Vietnam, se non fosse incrociato a forza con un cannibal movie, e dico a forza, il cannibalismo usato come allegoria della guerra ha senso, ma la sceneggiatura è chiaramente pennata in fretta e furia per avere questo fuori nelle sale il prima possibile, tanto che non è mai chiaro perchè qui i cannibali possano creare altri cannibali semplicemente mordendoli o ferendogli, come se fossero zombie, ma senza le tipiche limitazioni linguistico-fisiche del non-morto classico.

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Il che è reso ancora più ovvio nella scena in cui un medico cerca di spiegare alla moglie di Hopper come funziona questo “morbo cannibalistico virale”, male, al punto che anche a lei non torna molto sta storia. Beh, in realtà non è neanche necessario venir morsi o feriti, basta la saliva, ma questo perchè gli editori della pagina italiana di Wikipedia sul film hanno trovato una spiegazione, tocca a loro colmare i buchi di logica interna in sceneggiature altrui. Ma è chiamato cinema d’exploitation per un motivo, indi…

Una volta passate le apparenze, si nota che il titolo italiano originale è solo marketing d’exploitation, visto che questo non scimmiotta il film di Coppola nella trama, limitandosi ad avere elementi del cinema di guerra di quel periodo perchè era un modo efficace per farsi cagare, e per ingannare il pubblico nel fargli vedere exploitation nostrana, pensi di vedere Platoon e poi ti becchi gente che viene morsa da cannibali, ma stavolta senza il bisogno di andare nuovamente in Amazzonia, con il rischio di pestarsi i piedi tra colleghi, poi. Il che aiuta il film di Margheriti a distinguersi nel filone cannibal movie, assieme al mancar di tartarughe eviscerate vive, stupri, evirazioni, etc.

Ma ci sono capanne a cui viene dato fuoco nei primi 5 minuti, assieme ai due prigionieri che mozzicano una donna vietnamito-kazakistana (non ho idea di cosa dovesse essere quel vestito che ha) che per fortuna loro gli è caduta nella loro cella già cotta dal lanciafiamme. E musica funk che parte durante la sparatoria tra John Saxon ed i vietcong, c’è musica simile nel resto del film, ma qui credo sia stata messa per sbaglio… circa, visto che Cinemax esisteva già.

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Per mia piacevole sorpresa, non è la trashata totale che pensereste possa essere un film chiamato “Cannibal Apocalypse”, ci sono buone recitazioni, del decente dramma oltre l’elemento shock del cannibalismo, che ricalcano simili esplorazioni delle tematiche della guerra del vietnam, e sebbene sia innegabile come molto possa essere ricondotto ad altri film, per un film di genere è più che discreto.

I personaggi passano dal decente al puramente archetipale, come la vicina degli Hopper che è la quintessenziale vecchia arpia rompipalle della casa, la jailbait teenager che ha una cotta per Hopper (e con il quale coita fuori schermo), ma le recitazioni sono invece perlopiù buone, con un cast che comprende l’amato Giovanni Lombardo Radice (creditato sotto il nome d’arte John Morghen), Elizabeth Turner, e soprattutto John Saxon, che ha il personaggio meglio scritto di tutto il film, ed offre un’intensa performance con del buon dramma culminante nel tragico finale eseguito con tatto, specialmente per un film che ha prima dedicato un minuto a veder una persona fare a pezzi una gamba umana con il seghetto.

A questo proposito, il gore è di decente fattura, e non manca decisamente, sebbene non sia il migliore possibile anche per l’epoca, e non sia abbondantissimo prima degli ultimi 30 minuti di film, che hanno anche un po’ d’azione anni 80 con gang urbane di motociclisti, mazze da baseball, molotov, tutto il tipico repertorio, che è gradito, secondo me. Anche se è un po’ più esagerato del dovuto, con musica jazz durante le lotte, ed un tizio con maschera di ferro manco Zorro. XD Coreografia e montaggio di queste scene altrettanto sul dozzinale (così come la goffa uccisione con il sasso-fermacarte del medico nell’ospedale), ma comunque godibile.

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E quanti film hanno cannibali seduti al cinema a vedere tranquilli film di Umberto Lenzi?

Un film d’exploitation meritamente di culto, migliore di quanto potreste pensare, e che consiglio agli appassionati di cinema di genere, senza dubbio. Assurdo non abbia ancora un’edizione italiana su home video post-VHS.

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