[EXPRESSO] Joker (2019) | Tears Of A Clown

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Sarò schietto: ero già stufo di questo film ancora prima di vederlo, tra il solito “discorso online,” allarmismi su come avrebbe fatto dei VOSTRI figli clown assassini, etc. Ma non mi aveva fatto desistere dal voler vedere il film.

No no, ci ha pensato direttamente il regista Todd Philipps, dicendo “ho fatto questo film perchè non puoi più fare commedie irriverenti”, nello stesso momento in cui Taika Waititi ha diretto un film su un bambino che ha come amico immaginario Hitler. Certo, Todd (nome sfortunato quest’anno), non perchè nessuno si incula più Una Notte Da Leoni, certo.

Da una parte ringrazio il regista per questa spontanea, sincera, rancorosa dichiarazione di intenti, che però non permea nel film… non del tutto almeno.

Origin story slegata da scomode continuità con altri pellicole DC (per vari motivi), il film racconta la graduale trasformazione di Arthur Fleck, un reietto, clown di giorno e commediante fallito di notte, nel perverso e scellerato criminale noto come Joker, che discende sempre più nella sua stessa follia in una malsana e ferale Gotham City.

A mia sorpresa è un film più che decente, sarebbe buono se riuscisse ad essere profondo e/o intelligente come crede di essere, quando in realtà non è poi molto sopra il tipico meme di “we live in a society”, sebbene con del buon dramma, anche se abusa un po’ della conoscenza pregressa del pubblico sui luoghi e personaggi di Batman.

Vale comunque la pena vederlo, se non altro per Joaquin Phoenix, la buona fotografia ed un soundtrack molto ben selezionata.

Solo che NON avrei dato il Leone D’Oro a questo (per favore, dai), immagino si possa mettere assieme al momento in cui decisero di mostrare davvero in festival Dracula 3D.

E no, non assomiglia per nulla al cattivo di Klonoa, molto deluso da ciò.

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[EXPRESSO] Il Sacrificio Del Cervo Sacro (2017) | Family Matters

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Debuttato l’anno scorso e con l’uscita nelle sale italiane rimandata da marzo a fine giugno, mi ero promesso di vederlo quando sarebbe uscito comunque, estate, inverno, e più che per puro principio, volevo vederlo in quanto è un film di Yorgos Lanthimos, ho amato il suo The Lobster (uno dei miei film preferiti del 2015/16), ed ero intrigato già dalla prima locandina.

Steven (Colin Farrell) è un chirurgo cardiotoracico, con moglie (Nicole Kidman) e figli, e felice, che fa amicizia con un ragazzo solitario e strano, Martin, il cui padre è morto da poco, e che il chirurgo decidere di prendere sotto la sua ala, eventualmente introducendolo anche alla sua famiglia, ma le cose prendono una piega inaspettata, con i figli di Steven che si ammalano di una misteriosa malattia, ed altri angoscianti eventi, con un sacrificio richiesto per ristabilire l’”ordine”.

Anche quando le cose diventano così grottesche da far scappare una risatina, il tutto è così inquietante, perverso e lucidamente scomodo, che il più delle volte non sapete se ridere e rimanere congelati a vedere quale piega alienante la storia prenderà, tanto grottesco e destabilizzante è il tutto. Yorgos Lanthimos non è certamente un regista che ama far sentire a proprio agio il pubblico, tutt’altro, ed il modo in cui gioca sulle aspettative è brillante, ansiogeno, spiazzante.

Siete posti in maniera da essere vicini a questi personaggi, ma allo stesso tempo siete alienati dai loro comportamenti, dalle loro motivazioni, dal loro disinteresse verso ogni morale, mossi da una logica che trascende molte motivazioni, se non quella della vendetta, e di un senso di famiglia, ma una più tribale, con impronta mitologica, sacra, ritualistica.

Anche senza voler andare ad interpretare il film attraverso i vari significati del cervo, è assolutamente magnetico e disturbante, come ogni film del regista greco, d’altronde.

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