[EXPRESSO] Dumbo (2019) | Suckbound Pachiderm

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Non sono particolarmente felice del recente trend Disney di rifare tutti i film animati classici come live-action, specialmente visto roba come il remake de La Bella E La Bestia (od Aladdin, che – come annunciai tempo fa- non recensirò all’uscita), ma era decisamente più predisposto ad un remake live-action di Dumbo (anche se diretto da Tim Burton) che a quello del Re Leone, il quale mi dà sensazioni da Psycho. Quello di Gus Van Sant, intendo.

Qui il soldato Holt torna dalla guerra, rincontra i figli ma vede che il suo ruolo nel circo in cui lavorava è diminuito, e deve ora badare agli elefanti, una cui femmina dà alla luce un bizzarro cucciolo di elefante con enormi orecchie, lo zimbello del circo, almeno finchè i figli di Holt non scoprono che l’elefantino è in grado di librarsi in aria e volare, cosa che lo rende l’attrazione maggiore del circo gestito da Danny De Vito.

Non starò a pretendere che l’originale Dumbo fosse un classico Disney inattaccabile che ha aperto nuove frontiere, ma questo remake live-action ricade nella solita routine dei remake di Burton, che prende una storia relativamente semplice (una tipica storia del brutto anatroccolo, in questo caso), e gli aggiunge bagaglio extra non particolarmente interessante. Ed onestamente non è neanche chissàche a livello di visuali, assai tipiche di Burton, ma senza particolare gusto od ispirazione, “qualità” condivise da una sceneggiatura di una mediocrità gambizzante, eccezion fatta per qualche momento di interessante sottotesto.

Ma rimuovere elementi problematici come i corvi non aiuta quando gli rimpiazzi con altri clichè discutibili o francamente noiosetti, o ti limiti a fare una versione patetica degli “Elefanti Rosa”, oltre a tirare il tutto per le lunghe perchè puoi, e sprecare un eccelso cast su una sceneggiatura del genere. Non “il peggio”, ma assai mediocre.

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[EXPRESSO] Il Sacrificio Del Cervo Sacro (2017) | Family Matters

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Debuttato l’anno scorso e con l’uscita nelle sale italiane rimandata da marzo a fine giugno, mi ero promesso di vederlo quando sarebbe uscito comunque, estate, inverno, e più che per puro principio, volevo vederlo in quanto è un film di Yorgos Lanthimos, ho amato il suo The Lobster (uno dei miei film preferiti del 2015/16), ed ero intrigato già dalla prima locandina.

Steven (Colin Farrell) è un chirurgo cardiotoracico, con moglie (Nicole Kidman) e figli, e felice, che fa amicizia con un ragazzo solitario e strano, Martin, il cui padre è morto da poco, e che il chirurgo decidere di prendere sotto la sua ala, eventualmente introducendolo anche alla sua famiglia, ma le cose prendono una piega inaspettata, con i figli di Steven che si ammalano di una misteriosa malattia, ed altri angoscianti eventi, con un sacrificio richiesto per ristabilire l’”ordine”.

Anche quando le cose diventano così grottesche da far scappare una risatina, il tutto è così inquietante, perverso e lucidamente scomodo, che il più delle volte non sapete se ridere e rimanere congelati a vedere quale piega alienante la storia prenderà, tanto grottesco e destabilizzante è il tutto. Yorgos Lanthimos non è certamente un regista che ama far sentire a proprio agio il pubblico, tutt’altro, ed il modo in cui gioca sulle aspettative è brillante, ansiogeno, spiazzante.

Siete posti in maniera da essere vicini a questi personaggi, ma allo stesso tempo siete alienati dai loro comportamenti, dalle loro motivazioni, dal loro disinteresse verso ogni morale, mossi da una logica che trascende molte motivazioni, se non quella della vendetta, e di un senso di famiglia, ma una più tribale, con impronta mitologica, sacra, ritualistica.

Anche senza voler andare ad interpretare il film attraverso i vari significati del cervo, è assolutamente magnetico e disturbante, come ogni film del regista greco, d’altronde.

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