Sono abbastanza confidente nel fatto che Scott Cooper (qui regista e sceneggiatore) non volesse rendere il pubblico parte degli “Ostili”, ma questo succede quando fai presagire un brutale western e poi fai uscire un film che dura fin troppo e non sa come riempire gli spazi tra i brevissimi momenti di assai grafica e brutale violenza. Ma partiamo dalle basi.
Siamo nel selvaggio west, ai tempi in cui gli americani uccidevano i nativi, ed i nativi rispondevano a tono. Ad un caporale esperto che odia gli indiani è affidata la scorta del vecchio capotribù Falco Giallo e la sua famiglia (prigionieri da anni) nella loro regione natia, ordine a cui Christian Bale è costretto (controvoglia) ad obbedire.
Hostiles è un film che si concentra così tanto sul creare un’atmosfera e tono – appunto – ostile, a rendere il west davvero selvaggio e brutale, che si dimentica di far accadere qualcosa di significativo ed interessante nelle sue esasperanti due ore di durata. Vi troverete a non voler vedere morire nessuno, non perchè i personaggi siano interessanti (anzi, sono assai stereotipati), ma perchè sennò dovrete sorbirvi l’ennesima scena di sepoltura, magari seguita e/o intervellata dalla trinità di “accamparsi, guardarsi in cagnesco e levare le tende ogni 10 minuti”, ripetuta ad libitum.
Si passa dal nulla a 3 morti in 2 minuti, e poi 30 minuti di dialoghi che vanno dal decente al mediocre. Hostiles non usa il suo ritmo lentissimo per creare qualcosa di interessante, ma solo per protrarsi. Dal regista di Black Mass (che mi piacque) mi aspettavo onestamente di meglio.
Ha un buon cast (che comprende Timothee Chalamet, per qualche motivo) che offre buone/ottime recitazioni, della buona cinematografia ed alcuni momenti in cui il tutto funziona; non è un disastro, affatto, ma è comunque noioso, lentissimo, e non lo consiglio.