[EXPRESSO] Robin Hood (2018) | Revisionist Garrett Bat-Robin

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Un altro film di Robin Hood che nessuno voleva (milioni assai facilmente risparmiabili), e che ci chiede di “dimenticare tutto quello che credete di sapere” per altro revisionismo leggendario.

Qui Robin Hood è un nobile di ritorno dalle Crociate, dato per morto, con il suo castello saccheggiato per contribuire alle pesanti tasse di guerra richieste dal corrotto sceriffo, che vessa i sempre più poveri abitanti della contea di Nottingham. Vista la situazione, il lord decide di fare qualcosa, con l’aiuto di un comandante-mentore, perchè è destinato a diventare Robin Hood, che ruba a Batman (e Thief) e dà ai ricchi, perchè i supereroi sono popolari ora e piacciono “agli giovani”.

Sì, dopo aver letto il paragone (che rubo) nella recensione di Indiewire, trovo difficile non notare come i personaggi (e molto della storia) siano scopiazzati da Batman, solo peggio, senza i design o le storie interessanti dietro i personaggi, qui a malapena definibili tali. Bisogna pur far spazio a ridicoli paralleli che provano a rendere moderno (non modernizzare) il tutto, con scene di guerra in “non-Iraq”tra “Crociati Seals” e “Guerrieri Mori-Talebani”, e popolani medioevali che con fazzolletto copribocca e molotov sfidano i soldati dello sceriffo con gli scudi (di ferro) antisommossa sollevati.

Un prodotto cinico al 100 %, che vorrebbe incitare a combattere “il sistema”, senza il quale film come questi – “prodotti” più che opere – non esisterebbero. E neanche uno accettabile, con sequenze d’azione ipergeneriche e formulaiche al cubo, rese poco godibili dal fatto che spesso come iniziano terminano, rendendo il tutto un guazzabuglio guardabile ma privo di qualsiasi scintilla o qualità, con pure la sfacciataggine di fare setup per un seguito (o più).

Come dissi per King Arthur – Il Potere Della Spada (un miglior film) ed il suo volere 5 seguiti… buona fortuna!

Pessimo ed insulso.

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[EXPRESSO] Baby Driver – Il Genio Della Fuga (2017) | Mixtape Midtown Madness

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Edgard Wright colpisce ancora, ed un po’ mi dispiace, perchè dopo aver visto Baby Driver, i miei standard per i film di azione con focus sugli inseguimenti in macchina sono schizzati in alto, e parlo di inseguimenti in macchina spettacolari sì ma credibili, che stupiscono per la dinamicità, il montaggio e gli stunt, senza diventare cartooneschi come quelli di Fast and Furious, questo tipo di scene sono molto più immersive quando avete la sensazione che il tutto non debba per forza andare liscio, che non ci sarà di sicuro un clichè od un carro armato Acme a salvare la scena.

“Baby” è un ragazzo appassionato di musica ed un abilissimo guidatore, che copre la sua acufene (i cosiddetti “fischi negli orecchi”) ascoltando di continuo musica, anche quando fa da autista nei colpi alle banche organizzate da Kevin Spacey (di nuovo, il suo personaggio ha un nome, ma a che serve?), al quale Baby deve pagare un debito, cercando di accumulare denaro e prendendosi cura del genitore adottivo sordomuto. Baby incontra una ragazza di cui si innamora, ma lasciarsi davvero dietro il mondo criminale è molto difficile…

Il film sarebbe degno di esser visto solo per le fantastiche scene d’azione, con alcuni dei migliori inseguimenti su macchina che abbia mai visto, con un montaggio superbo, ed una colonna sonora ottima che funge da sottofondo ed al contempo ha un motivo narrativo, un esempio di ottimo meta-cinema, usato per aumentare l’immersione ed anche per fattore comico.

Ma oltre all’humour prevalente e tipico di Wright (è un film molto divertente), c’è spazio per scene d’azione violente ed assai meno spensierate, ed anche per della buona caratterizzazione dei personaggi, non solo il protagonista, ma anche personaggi secondari, e la storia d’amore non appare mai forzata.

Quindi, sì, andatelo a vedere, uber-consigliato! Su, andate!

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