[EXPRESSO] Suburbicon (2017) | Amerikana

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I fratelli Coenn tornano al cinema, diretti da George Clooney, stavolta satirizzando il cosidetto stile americana, girandosi al passato illidiaco ed irreale propagandato negli anni 50, per guardare indirettamente ed impietosamente alla moderna società americana, ambientando il tutto nella deliziosa piccola cittadina di Suburbicon, – come la tagline recita – “dove tutto è come sembra”. La comunità perfetta, i vicini perfetti, tutto come nelle locandine glorificanti l’american way of life.

Ovviamente, non tutto è come sembra, ed anche una normale famiglia dei sobborghi – i Lodge – subisce abusi impensabili, con un rapimento ed omicidio che si consumano molto presto ai loro danni, portando la famiglia in forte crisi, ed allertando la comunità non abituata a situazioni del genere, sicuramente non abituata all’idea di avere una famiglia di afroamericani nel loro quartiere, la quale è osservata a vista e poi molestata da orde di razzisti infoiati che vorrebbero cacciarli.

Non importa quale nefandezza o crimine si consuma tra le pareti dei “rispettabili cittadini”, la comunità si troverà spesso unità nell’essere più ripugnante possibile, nell’additare gli estranei, coloro che non sono bianchi e/o pregano lo stesso dio, e tutto può essere scusato nel nome di valori di pura facciata. Ed onestamente il film è alquanto teso e terrificante, gradualmente dà significato a scene alquanto strane ed assurde quando presentate, ed anche quando il film rimuove i veli, non siete mai esattamente sicuri verso quale scenario e su quale nota cruda, su quale impenitente disillusione il tutto si concluderà.

È un film che esce al momento giusto per il parallelo che fa, anche se sembra “trattenersi” appositamente spostando tutto al passato, ma a parte questo, Suburbicon è un’eccelsa commedia nera da vedere tutta d’un fiato, con un cast eccelso, tra cui un fantastico Matt Damon nei panni del padre di famiglia.

Consigliato.

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[EXPRESSO] Kingsman: Il Cerchio D’Oro (2017) | Spy High

Kingsman il cerchio d'oro locandina

Il primo Kingsman era essenzialmente una versione (ancora) più cartoonesca di James Bond, con un gruppo di agenti segreti indipendenti dediti a proteggere la pace nel mondo, con uno stile totalmente ì british (tanto da avere nomi in codice basati sui cavalieri della Tavola Rotonda) ed un forte gusto per stunt esagerati, gadget inortordossi per spionaggio ed offesa, cattivi fumettosi, e salvare il mondo all’ultimo millisecondo.

Quindi, dopo un film in cui Samuel L. Jackson cercò di commettere genocidio via cellulare, ce ne voleva per stupire lo spettatore. Ma Kingsman Il Cerchio D’Oro in qualche modo riesce a far saltare 3 squali contemporaneamente alla serie, il che è allo stesso tempo una cosa buona ed un problema.

Sia chiaro, apprezzo che l’attitudine sia rimasta la stessa dell’originale, molto divertente e divertita, non parodica, ma che abbraccia con affetto ed in pieno lo stile improbabile di questi spy movies. Ma a volte il troppo storpia, anche per Kingsman il villain che è una magnate della droga, vive isolata in un rifugio stilizato come una cittadina americana anni ’50, trita e serve suoi uomini ad altri suoi lacchè, ed ha cani robot (che cazzo è, Wolfenstein The New Order?)…. ecco, è un po’ troppo.

Ed è una buona cosa che non faccio spoilers, perchè diventa peggio/meglio più procede.

La presenza di nuovi agenti segreti, stavolta americani, è sicuramente la parte più divertente, visto che siccome sono “mmerigani”, hanno armi come un lazzo laser elettrificabile, sputo tappapuchi, ed altre cose deliziosamente stereotipate, che sono divertenti, un po’ meno il piano del Presidente (no, non il fascista in carica), un po’ più Elton John, action hero.

Inoltre, è decisamente troppo lungo per un film del genere, e passare di eccesso in eccesso diventa troppo di routine alla fine. Divertente, ma poco oltre la sufficienza.

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