Sacramento è sommersa da un diluvio universale perchè la gente è ampiamente stufa dei primi anni 2000, e mentre attende l’arrivo dell’Eroe, Saoirse Ronan ha dedicato la sua vita come ancella del drago Valoo, allietandolo con sonate di cetra.
Sebbene la presenza di umanoidi volatili veri non mi avrebbe disturbato poi tanto (il che forse dice qualcosa su di me), no, il film di Greta Gerwig è una storia di formazione della giovane Christine McPherson – autonominatasi Ladybird -, una liceale di una scuola cattolica di Sacramento, che vorrebbe andare a fare il college in una “città di cultura”, ma deve contendere con la poca agiatezza della sua famiglia, che la ritiene incapace di apprezzare quello che hanno.
È quel tipo di storia che parla delle tensioni adolescenziali (difatti il termine “lady bird” in sé indica “bella giovine”, la libertà cercata con slancio a quell’età, il desiderio di emancipazione, volendo) e delle complicazioni che nascono nei rapporti, delle tensioni familiari, degli amori e delusioni, etc etc. Ma credo di dover specificare che no, non è un dramma, è più una commedia con momenti drammatico, perchè so che a vedere la copertina e leggere la sinossi potreste aver pensato che è un altro dramma indie con fare esistenzialista, ma non è questo il caso.
Ed è una divertente commedia, non una di quelle che cerca di farvi soffocare dal ridere ogni secondo, ma con umorismo più sottile, degli accattivanti personaggi ben scritti (fa piacere vedere teenager con dialoghi e comportamenti da teenager, e non idilli dello sceneggiatore), un ottimo cast che oltre a Saoirse Ronan include Timotheè Chalamet (quello della pesca) e Laurie Metcalf ed un attitudine positiva ed allegra, gioviale e rassicurante ma non ovattata dalla realtà, mai troppo sognante o nichilista.
Un buon film. Non ottimo, ma indubbiamente buono.