[EXPRESSO] Suspiria (2018) | Un-wooden Duck

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Devo ammettere, non ero affatto contrario ad un remake di Suspiria, non solo perchè sarebbe stato diretto da Luca Guadagnino (diventato famoso a livello internazionale con l’ottimo Chiamami Con Il Tuo Nome), ma anche perchè Dario Argento (quello che è ora, non quello che era 40 anni fa, quando non pisciava sulla sua eredità portando Dracula 3D al Festival di Cannes) non ci avrebbe messo mano.

Anche se “remake” non è esatto, questo nuovo Suspiria è molto diverso dall’originale, al punto che trovo più corretto definirlo un tributo al film di Argento (come dichiarato da Guadagnino stesso), che sì condivide con esso la premessa base (una ballerina americana giunge in una compagnia di danza a Berlino, ma scopre essere una copertura per una congrega di streghe) ma è altrimenti diverso in tono, stile, tematiche ed alla fine anche storia.

Volontà resa ancora più chiara dal fatto che la colonna sonora composta da Thom Yorke non cerca affatto di imitare il celebre tema dei Goblin, con l’unica altra concessione/legame (a livello di storia e personaggi, almeno) in Jessica Harper, al tempo la giovane protagonista del film di Argento, qui a fare un cammeo nei panni di un diverso personaggio.

Detto questo, questo Suspiria è molto, molto affascinante, con una storia che riserva qualche sorpresa, pone molta più enfasi sui dialoghi e sulla danza invece che sul gore, più sui personaggi e sulla congrega di streghe, ed una narrazione che – pur dividendosi esplicitamente in 6 atti – può risultare lenta (è un film molto più lungo dell’originale) ed un po’ confusionaria a primo acchitto, specialmente nel terzo atto, che ha un incredibile accelerando di violenza grafica e visuali morbose, uno dei pochi momenti in cui Guadagnino annuisce (a modo suo) al film di Argento.

Concludendo, vale la pena dare l’anima a questa danza macabra.

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[EXPRESSO] Chiamami Con Il Tuo Nome (2017) | Name Wa

Chiamami Con Il Tuo Nome locandina

Dopo averne sentito lodi su lodi su siti di cinema estero, il film di Luca Guadagnino è nelle sale italiane… beh, non tutte, visto che in certi paesini bigotti non lo mostrano, e condivido la rabbia con chi si trova a dover “emigrare” per vederlo, in questa bellissima, schifosa, cariatide Italia.

Come probabilmente già saprete (un’altra cosa da sapere: non siete obbligati a farvelo piacere), il film di Luca Guadagnino racconta di un’oziosa estate del 1983 in un paesino del nord Italia, nel quale il diciassettenne Elio vive con la sua famiglia. Un giorno arriva in casa sua Oliver, uno studente americano più grande, venuto lì per finire il dottorato con il padre di Elio, docente universitario.

Oliver stringe amicizia con Elio, il quale e poi sviluppa un rapporto intimo con Elio, sconvolgendo la vita ed aiutando il giovane ad esplorare la sua sessualità, con la quale lotta selvaggiamente (come molti diciassettenni), sbandando confuso ed incerto, prima di accettare davvero sé stesso.

Non mi fingerò esperto di film romantico-drammatici (anzi, persi Moonlight al cinema e devo ancora fare ammenda), ma Chiamiami Con Il Tuo Nome è un ottimo film, con una bellissima fotografia, degli ottimi dialoghi, ed una storia d’amore alquanto emozionale ma credibile, non artefatta per farvi lagrimar, “guarnita” da un eccelso cast (Armie Hammer e Timothée Chalamet superbi come i protagonisti Oliver ed Elio) e dei momenti divertenti che equilibrano il tutto.

Ovviamente c’è un po’ di “ciccia” a schermo, ma le scene di sesso sono alquanto di gusto, mostrate senza volgarità od eccesso, ma ALBICOCCA. Le mie lamentele sono minori, come alcuni implicazioni ambigue nel discorso del padre di Elio, e la durata leggermente superiore a quanto ho personalmente gradito.

Sequenza dei crediti finali molto nipponica, a mia sorpresa.

Ma ribadisco, ottimo film, degno del plauso ricevuto.

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P.S.: Nota superflua: è bello vedere Armie Hammer in un film bello dopo quella merda di Mine- Sotto La Sabbia.