Uno degli “horror darling” di questi mesi, A Quiet Place è un incredibile debutto alla regia per John Krasinski (qui sia regista che attore).
La tagline americana che formava l’acronimo STFU (replicata in alcuni poster italiani per formare l’equivalente “TACI”) non è solo un deciso consiglio ad un pubblico che ne ha assai bisogno, ma è vangelo per la famiglia protagonista, costretta a vivere nell’assoluto silenzio (ed in completo terrore) a causa di mostri che si avventano su ogni cosa produca un forte rumore.
L’uso del suono elemento cardinale della storia di per sé non è nuovo (vedesi film come Hush, ed anche Pontypool), e quello che il film ci fa con l’idea può sembrare simplicistico, ma è tutt’altro che una trovata da due soldi, in quanto è fondamentale a creare la superba atmosfera che avvolge ogni secondo, capace di tendervi come violini e far funzionare un jump scare di cui ridereste in altri film (è uno dei pochi jumpscare che mi abbia preso alla sprovvista, devo ammettere).
Il terrore è palpabile, onnipresente, anche grazie alla rarefazione dei dialoghi (pochi, ma che vanno al punto), che ci sono ma sono spesso fatti con il linguaggio dei segni, quando non sussurrati flebilmente, permettendo alla narrazione di essere in gran parte puramente cinematografica, senza perdere tempo a spiegarvi fin troppo nel dettaglio cosa sono questi mostri (che hanno un ottimo design ed altissimi livelli di produzione), da dove vengono, dandovi le informazioni necessarie in maniera né sbrigativa né prolissa.
Inoltre il film usa benissimo la dinamica familiare per affrontare momenti drammatici di ottima fattura, con personaggi credibili di cui vi importerà, un ottimo cast, ed il ritmo della narrazione è perfettamente calibrato, un continuo escalare che vi terrà le pupille incollate allo schermo.
Immersivo, inquietante, atmosferico, zitti ed andate a vederlo ORA!