PRIMACREMA #8: Ge Ge Ge no Kitaro (2018)

Ge Ge Ge no Kitaro 2018.PNG

Cosa: Episodio 1, 2 e 3

Dove: Crunchyroll

Potenziale: 2/5.

Nota in Italia come Kitaro Dei Cimiteri, questa è una serie assai vecchia, iniziata nel 1960 e conclusasi nel 1969 come manga da Shigeru Mizuki, che con questa sua opera (di sicuro la più nota, anche se basicamente fece “Death Note” 30 anni prima) aiutò a popolarizzare gli yokai, le varie creature e spiriti del folklore giapponese che oggi hanno anche una serie di videogame da Level 5 basata su essi.

Il manga fu pubblicato in Italia, e grazie ad un gentile prestito, ho avuto modo di leggere i primi 3 volumi, pubblicati dalla fu D/Books (sì, un altra loro edizione di un manga mai completata), quindi non sono completamente digiuno. Né lo è mai stato il panorama anime, visto che questa è una serie storica ed ha ricevuto tantissimi adattamenti animati, e questo nuovo adattamento è il sesto (escludendo un anime film ed anche un adattamento live-action), fatto per celebrare il 50° anniversario di anime su Kitaro Dei Cimiteri, non che abbia visto i precedenti.

La premessa è simile a quella del manga (e presumo degli altri adattamenti), ovvero racconta delle avventure di Kitaro, un ragazzino yokai con fare funereo (ed una frangia che copre un’orbita vuota) ma di buon cuore che lotta – usando il suo incredibile repertorio di abilità – per mantenere la pace tra umani e yokai, con l’aiuto di altre creature del foklore nipponico, spesso dovendo rimediare a crisi e problemi causati da yokai nel mondo umano.

Questo è valido anche qui, anche se al contrario del manga, il tutto rimane sul territorio nipponico e non ci sono mostri “esteri” come vampiri romeni o mostri cinesi, ed offre una storia nuova ambientata nel presente, con smarthphones, concerti di idol, social media, e qui Kitaro è chiamato in aiuto da una ragazzina delle medie, Mana, che gli scrive per “scherzo” ma così capisce che gli yokai esistono davvero, e diventa un personaggio principale.

Ge Ge Ge no Kitaro 2018 yokai puppets.PNG

Questo è forse il mio maggior problema, poiché Mana interviene nelle varie crisi e serve a legare le trame di una serie molto episodica in natura, ho capito che serve come “contatto umano” del cast altrimenti fatto di soli yokai, ma non mi interessa Mana come personaggio, e non credo aggiunga molto alla narrativa. Sarei ok con la narrazione più concentrata e meno sparsa rispetto a quella del manga (che era strana in modo e ritmo), visto che rimane comunque molto della formula originaria, una miscela di horror, shonen, comicità e soprannaturale, di fatto un horror per “bambini” con fantasmi ma anche elementi da tipico shonen d’azione (come i vari poteri e mosse di Kitaro).

Sarei se l’elemento horror non fosse notabilmente ridotto, il che posso comprende visto che la serie è curata dalla Toei (ben disegnata ed animata come vi aspettereste, con i design tradizionali mantenuti ma modernizzati a livello di tratto e stile), ma anche no, è Kitaro Dei Cimiteri, ha già molti elementi da manga per “bambini”, non c’è bisogno di abbassare il target (il che è buffo, visto che la versione originale della storia era molto più violenta e Kitaro molto meno affabile, e questa serie salta del tutto l’origine inquietante di Kitaro), non è Yokai Watch.

Sia chiaro, come anime per bambini/ragazzi (più i primi che i secondi) è ben fatto, lo è, ma tolto l’elemento nostalgia che potreste provare per la serie ed i suoi personaggi, non è nulla di incredibile e l’elemento horror è stranamente tenuto al guinzaglio, cosa che non rovina l’esperienza ma è assurda per Kitaro Dei Cimiteri.

Una volta accettato per quello che è, il nuovo Ge Ge Ge No Kitaro non è affatto male come anime, ma sappiate a cosa andate incontro, perchè questo non è l’adattamento fedele che potreste volere. Probabilmente vedrò comunque la serie fino a conclusione e ne riparleremo questo ottobre.

Preview Of Upcoming Attractions: MAGGIO 2018 (AGGIORNATO)

wise cafe programma parziale maggio 2018.jpg

Siccome ho trovato il listare le recensioni/articoli più efficace ed adatto (anche se nell’ultima preview feci così per mancanza di tempo), d’ora in poi e fino a nuovo ordine le “Preview Of Upcoming Attractions” saranno fatte così.

-NON la Recensione di “The Killing Of A Sacred Deer” (2017), di Yorghos Lanthimos, perchè l’uscita è stata spostata di nuovo…. al 28 giugno 2018, alla fottutissima estate. Ma non demordo, voglio vederlo al cinema.

-un numero PRIMACREMA su un nuovo adattamento di una vecchia serie

-numero ZOATROPIA su “L’Isola Dei Cani” (2018) di Wes Anderson

-un nuovo Grind Cafè EX su film della Full Moon Entertaiment

-un piccolo editoriale sui paradossi dello streaming

-la recensione estesa di Deadpool 2

-una recensione integrale a sorpresa.

-la recensione di un artbook (novità per il sito)

Ed è tutto, a breve!

EDIT DEL 2/05/2018: Causa rimozione di ogni film di Star Wars da Netflix (cosa che non avevo notato, il che dice quanto poco uso Netflix), improvviserò con la recensione estesa di un altro film.

EDIT DEL 09/05/2018: la recensione di Fantastic Planet/Le Planet Sauvage (1973) di Renè Laroux è stata spostata ad inizio giugno, al suo posto ci sarà una recensione estesa di Deadpool 2.

PRIMACREMA #7: Comic Girls (2018)

Comic Girls 2018

Cosa: Episodi 1, 2 e 3
Dove: Crunchyroll
Potenziale: 1/5

Comics Girls è un manga su mangaka, un sottogenere di meta-manga che ha una tradizione in sé (da titoli come Manga Bomber a serie come Doujin Work), con decine e decine di manga ed anime che parlano delle vite di gente che disegna, che vive il sogno, il massacrante, sottopagato sogno.

Questo è su una ragazza delle superiori, una mangaka in erba che riceve diverse critiche dai lettori, facendo la sua serie di yonkoma (le tipiche strisce a quattro pannelli, come indica il nome) la peggio votata del momento. Per rimediare a questo, viene mandata in dormitorio femminile assieme ad altre mangaka giovani, nella speranza che migliori, riesca a prendere meglio le critiche in generale, ma è anche un’occasione importante per la timida, facilmente abbattuta e minuta protagonista di farsi qualche amica….

Il primo problema è che questa storia è generica da morire, cosa riconfermata dal fatto che mi ci sono voluti 2 episodi per ricordarmi che sì, lessi il manga (fatto in formato di 4-koma) un anno fa, questo poteva benissimo essere un manga/anime differente. Solo per il fatto che le protagoniste sono quattro ragazze, il fatto che sono mangaka, e poi i personaggi sono così clichè che potete davvero intuire le loro personalità guardando il colore dei capelli ed i design, senza neanche vedere una singola clip.

La storia ed i personaggi clichè non sarebbero poi così orribili, i disegni ed animazioni sono buoni, ma è un po’ triste quando la cosa migliore è la presentazione data alle battute e gag (come il personaggio che siede su poltrone stile cinema mentre guarda la propria preoccupazione/fantasia), che sono assai trite, e sebbene l’anime provi attivamente a ribaltare i tipici sketch su questo argomento (come l’artista di manga porno soft-core che dovrebbe avere riviste osè nascoste nella stanza per “riferimento”), puntualmente perde focus e poco dopo ricade in altre gag trite ed orribilmente clichè.

Comic Girls 2018 weird stylistic choice

Sul serio, dove sono Zorak e Brak?

Non che sia meglio quando fa gag tipiche ed altrettanto tipiche citazioni ed imitazioni, visto che i personaggi tolgono qualsiasi valore comico rimarcando una o più gag/clichè, non so cosa è peggio tra queste e le sopraccitate deboli e flaccide meta-gag, anch’esse con deboli punzecchiature a clichè che comunque usano impenitenti. Ci sono alcune battute e sketch che funzionano e vi fanno se non ridere ridacchiare, ma troppo poco, e tutto il “moe” dell’universo non può risolvere il problema. Visto che pure il “carinume” è trito, standard, pure troppo tipico, nulla di particolare pure quello.

L’unica cosa davvero degna di nota è la bizzarra scelta stilistica per il negozio di materiale artistico da lavoro (visto nel 2° episodio), in cui i vari scaffali sono foto di reali scaffali con penne, attrezzi da disegno, solo sfocati e rimaneggiati per meglio integrarsi con l’animazione… anche se inevitabilmente stona e distrae fin troppo. Sono abbastanza sicuro che non fosse una mancanza di budget, ma è strano, sembra quasi di vedere un segmento da Space Ghost: Coast To Coast od altri vecchi strani show a basso costo di Adult Swim/Cartoon Network.

La cosa frustrante è che quando vuole l’anime riesce ad essere divertente, a sfruttare il suo soggetto per fare gag inerenti ad esso che funzionano, ad essere un po’ più “cattivo” per amor di comicità (importante per controbilanciare il “moe” dilagante), con personaggi che criticano e parlano dei problemi di fare manga invece di liquidare la cosa con due sbrigatori battute…. peccato che poi c’è un altro tuffo a bomba nell’oceano dei triti clichè anime, dove le buone battute e gag divertenti sono soffocate dai sargassi di toni “saffici ma forse no, ovvio che sì, in realtà?” subdoli come una vuvuzela e similia.

Comic Girls 2018 an uphill battle.jpg

Comics Girls non è un brutto anime, ma è un’altro caso di uno slice of life che stava meglio come strisce a 4 pannelli, ed è francamente noiosetto, trito, generico, che non ho intenzione di continuarlo né di consigliarvelo, a meno che non DOBBIATE avere la vostra dose di “moe” in qualche modo e siate disposti a tutto. Ma anche in quel caso, ci sono dozzine di anime migliori e con il “carinume” che cercate, anche senza andare a ripescare roba come Lucky Star.

Potete benissimo vedere alcuni screenshot con le gag decenti (alcune anche buone) o disegni carini su Tumblr invece di vedervi l’anime, stessa esperienza, forse migliore.

PRIMACREMA # 6: Arte (manga)

ARTE manga cover

Cosa: Volumi 1 e 2 (Planet Manga)
Dove: Fumetteria e negozi online
Potenziale: 3/5

Essendo toscano, un buon modo per attirare la mia attenzione è fare qualcosa sul Rinascimento, quindi potete scommetterci che Arte di Kei Ohkubo mi ha incuriosito fin da quanto lo vidi apparire su Anteprima (un mensile specializzato sulle uscite imminenti di fumetti e gadget). XVI Secolo, Firenze in pieno rinascimento, ok, andiamo!

Arte racconta la storia di… Arte, una giovane nata in una famiglia aristocratica di Firenze, ma che per l’amore della pittura si lascia le proprie origini nobili alle spalle, e riesce a farsi prendere come apprendista nella bottega del pittore Leo. Come presto scopre, il Rinascimento è meraviglioso… se sei nobile. Ed uomo. Altrimenti ti devi mangiare tanto polifosfato organico, specialmente sei donna, perchè anche le botteghe artistiche sono posti in cui le donne non sono benvenute, e tali ambizioni sono viste come scomode ed inappropiate.

È una tipica storia di formazione, con Arte che spinge con forza, fa sacrifici e fatiche per realizzare il suo sogno, anche se dovrà sudare molto più sangue per farsi spazio in una società che non la vuole considerare degna. Il messaggio appare subito ovvio, ma il manga evita di risultare troppo idealizzato visto che non dipinge lo sforzo di Arte come una questione di “basta volerlo” né come una questione di “basta impegnarsi al massimo”, e non svicola da affrontare questioni “spinose” come le cortigiane, il ghetto e dettagli non propriamenti nobili della società di allora.

Ed lo sfondo storico scelto è molto bello, riconfermando la tradizione di città e periodi storici italiani rese con cura ed amore da fumettisti nipponici, come Kozue Amano replicò la Venezia per il suo ARIA (uno dei miei preferiti, tra l’altro).

Non esattamente il manga più progressivo del mondo (non che mi aspettassi lo fosse), ma comunque una gradevole ed interessante lettura, con personaggi gradevoli ma non simplicistici, buoni disegni, che consiglio se amate il periodo storico e la Firenze di allora (filtrata dall’idealizzazione a postumi, ma comunque affascinante).

PRIMACREMA #5: Drifters (manga)

Drifters volume 1 jpop

Cosa: Volume 1 (JPOP)
Dove: Fumetterie e negozi online
Potenziale: 3/5

Dopo averci donato quel capolavoro di follia demente di Hellsing, Kohta Hirano si decidò ad una nuova serie, Drifters, iniziata nel 2009 ed ancora in pubblicazione. E la J-Pop la pubblica da aprile 2012, quindi di fresco c’è poco, ma vi ricordo che questa rubrica di prime impressioni non è SOLO per serie recenti, ed onestamente venni a conoscenza di Drifters solo nel 2017, quando vidi apparire su VVVVID la serie animata.

Per questa serie Hirano si è praticamente deciso nel fare il suo “Fate/Stay Night”, nel senso che con il successo di F/GO (e del franchise Fate in generale), è molto popolare l’idea di riunire varie personalità storiche e farle combattere tra di loro, e stavolta la storia/recipiente è quella di una guerra combattuta da due fazioni, i Drifters e gli Ends, comandati da figuri misteriosi che viaggiano nel tempo e prendono i loro guerrieri, come Toyohisa Shimazu, famoso comandante del clan Shimazu durante il periodo degli Stati Belligeranti, portato via dalla battaglia di Sekigahara (A. D. 1600) dove aveva combattuto fino alla morte, e trasportato in mondo fantasy con elfi, orchi, draghi.

Oltre ad altri eroi e personalità storiche saccheggiate dalle due fazioni, se c’è Toyohisa Shimazu perchè non avere anche Annibale, Scipione, Oda Nobunaga, e tanti altri di cui quasi sicuramente dovrete leggere le note di fine volume per sapere chi sono (o per capire certi riferimenti e battute che non comprendo perchè non vivo in Giappone)? Nel caso non fosse ovvio abbastanza da dove viene l’ispirazione, c’è pure Giovanna D’Arco (e sì, è come pensiate che Hirano possa fare la Pulzella d’Orleans), il Mucchio Selvaggio, anche Anastasija Romanova, la quarta figlia dello zar Nicola II, che ovviamente ha poteri congelanti, perchè no?

Drifters manga annibale e scipione

Annibale e Scipione a litigare come vecchi scorreggioni.

Come potete aspettarvi dall’autore di Hellsing, anche Drifters è altamente stilizzato (e lo stile di Hirano è uno dei più distintivi, anche da dettagli come gli occhi), con tavole ultraviolente e curate nei dettagli, il suo tipico uso delle mezze ombre, ed il suo umorismo che a volte funziona, altre è…. imbarazzante, ma è facile passarci sopra ed in questo primo volume la parte peggiore di esso è tutta nella post-fazione.

Il primo volume non perde tempo a darvi il poco contesto che serve per buttarvi nell’azione senza essere del tutto all’oscuro su cosa diavolo stia succedendo, ed è decisamente qualcosa che i fan di Hellsing dovrebbero leggere o vedere (il primo episodio dell’anime non era male), anche se non so a quanti sarà sfuggita questa serie. Non che abbiate davvero bisogni di qualcuno che vi dica più di “dall’autore di Hellsing”. 🙂

PRIMACREMA #4: How To Keep A Mummy (2018)

How To Keep A Mummy

Cosa: Episodio 1, 2
Dove: Streaming via Crunchyroll, Youtube (1°episodio)
Potenziale: 2/5

Per quanto adori il fatto che nell’industria degli anime non ci sia idea abbastanza assurda o folle, a volte questa (apparente) mancanza di limiti porta a serie che si vendono su una gimmick, una trovata per distinguersi e poco altro. How To Keep A Mummy sembra decisamente una di queste.

Come il titolo implica, è sul prendersi cura di una mummia. Il padre del protagonista (un ragazzo delle superiori, tanto per cambiare) è un tipo strambo sempre in viaggio, che spedisce tanta roba strana o maledetta al figlio. Stavolta è una mummia, completa di sarcofago, ma una piccola mummia, grossa come un cricetone.

Sì, è piccina piccina, coperta di bende, una “chibi mummia”, ed è amichevole. Il protagonista è sorpreso fino ad un certo punto (considerate le robe che il padre gli aveva già inviato) e vorrebbe rispedirla indietro, ma siccome la mummia piange (beh, mi mancava da scrivere questa), alla fine decide di tenerla ed accudirla, dargli il nome di Mii-kun (siccome mummia si dice “miira” in giapponese) dovendo tentare molte cose perchè – come chiunque – non sa cosa diavolo dare da mangiare ad una mini-mummia.

How To Keep A Mumm la bara

Sta bara enorme…

Ed è pressapoco tutto qui, il protagonista (il nome mi elude, e non mi interessa) scopre alcune cose sulla mummia e poi la fa vedere ad un suo amico, che invece di urlare o risultare sorpreso dal fatto che c’è una mummia da compagnia sulla spalla del suo amico, beh, vorrebbe studiarla e farci cose come vivisezionarla, presumo.

L’animazione è decente (sebbene “shonen” nel senso più bambini che ragazzi), ma onestamente non capisco perchè diavolo dire di sì ad un’anime del genere. Non è particolarmente comica come premessa, e poteva essere qualsiasi altra cosa che una mummia la creaturina, non c’è neanche un tema egiziano o qualcosa che giustifichi il fatto che è una mummia. È una premessa simpatica, se non altro, e la mummia è carina, il che vuol dire ben poco visto che parliamo di anime, in cui anche le navi da guerra sono “carinizzate”.

Sembra un’idea assai random, una a cui qualcuno doveva rispondere “perchè NO”, tenuta assieme con lo spago, ed il secondo episodio non ha fatto che confermarmi le prime impressioni, visto che la mini-mummia continua a voler aiutare nelle faccende di casa il protagonista, ed è ancora terrorizzata dal compagno di classe del protagonista. L’humour è un po’ meglio, quindi forse la serie migliorerà, ma dubito vedrò oltre il secondo episodio, personalmente.

How To Keep A Mummy miikun

..per questa mini-mummia.

Se la premessa vi interessa potrebbe piacervi, è simpatico, è caruccio e non c’è fan service (considerato che sembra uno show “tutte le età”), non l’ho odiato ma lo trovo un po’ random come idea, e non mi ha convinto a vedere oltre i primi 2 episodi, in tutta franchezza non ci vedo molto potenziale. A voi la scelta, come sempre.

PRIMACREMA #3: Junji Ito Collection (2018)

Junji Ito Collection

Cosa: Episodio 1, 2
Dove: streaming via Crunchyroll
Potenziale: 4/5.

Mani in alto: non sono familiare con i lavori di Junji Ito come dovrei. Non sono certamente alieno alle sue opere, avendo visto diversi pannelli con i fantastici, mostruosi design di demoni, aberrazioni e creature amorfe, ho visto e possiedo con orgoglio sia l’adattamento animato di Gyo che quello live-action di Uzumaki (fin troppo dozzinale), ma non ho mai avuto l’occasione di approfondire, colpa anche del fatto che molta della sua roba non è pubblicata in Italia, e quel poco che c’è non lo incontrai mai, neanche in fumetterie specializzate.

E visto il genere di horror “puro”, non sorprende ci siano relativamente pochi adattamenti (animati o meno) delle sue opere, in generale.

Sebbene mi prenda pienamente la colpa della mia ignoranza, ho deciso di sfruttare questa nuova serie (che aiuterà sicuramente a ricordare al “pubblico generale” delle opere di Ito), pronto a scoprire alcune storie per la prima volta, visto che è un’antologia il cui contenuto è parzialmente ignoto (eccetto Tomie che sarà adattato in due OVA/special), apposta per non rovinare la sorpresa nello scoprire cosa è stato scelto per l’adattamento.

E mi chiedo come mai abbiano deciso di aprire l’anime con una storia sì godibile, ma decisamente meno grafica e horror di quanto possiate pensare, ultimamente più comica che altro, visto che si concentra su Souichi, un inquietante tizio con un notevole ego che ama maledire i suoi compagni, usando incantesimi, bambole voodoo, oltre a fare qualsiasi cosa inquietante che lo aggrada, ma ultimamente ha una sfiga enorme e le cose non vanno mai come vuole lui. Povero, inquietante, Souichi.

Junji ito Collection souichi

Sia chiaro, dimostra che l’animazione è di qualità, i disegni pure, è divertente ed è decisamente una sorpresa, non mi aspettavo certo di vedere questa storia come primo episodio della Junji Ito Collection. Mi aspettavo più qualcosa come il breve segmento sulla “bambola viva” che conclude il primo episodio, onestamente, come inizio è deludente. Bella opening, btw.

Il secondo episodio adatta le storie “Modella” e “Lunghi Sogni”, scelte più interessanti e con una durata distribuita equamente tra i due segmenti. Sebbene la prima storia sia molto basica ed oserei dire non una delle migliori di Ito, il design della modella è fantastico, e Lunghi Sogni è una storia molto interessante, inquietante, con una premessa interessante (che vi lascerò scoprire da soli) ed un’esecuzione ottima, decisamente la migliore storia presentata fin’ora nell’antologia, che mi sperare bene per il resto della serie.

Il mio consiglio è di non fermarvi al deludente – non brutto, ma decisamente deludente – primo episodio, se la selezione di storie continua così o migliora, non lo so, ma sono fiducioso. 🙂

Junji Ito Collection das model

PRIMACREMA #1: Yuru Camp/Laidback Camp (2018)

Yuru Camp

Cosa: Episodio 1
Dove: streaming via Crunchyroll, YouTube (canale ufficiale Crunchyroll)
Potenziale: 3/5.

A riprova di come gli anime possano essere su qualsiasi argomento, eccovene uno sul campeggio. Non c’è colpo di scena soprannaturale od esistenzialistico, è davvero un anime sul camping, e se questo primo episodio è indicatore di quello che verrà, preparatevi ad abbondanti dosi di chill & chill, perchè davvero, è tutto molto semplice, diretto e rilassante come pensiate possa essere una serie sull’argomento in questione.

In questo primo episodio (dopo un inizio in media res con le protagoniste già riunite a campeggiare) veniamo introdotti alla prima protagonista, Nadeshiko, una studentessa con la chignon che è chiaramente abituata a “campeggiare”, in quanto è preparata ed attrezzata anche per rilassarsi in pieno inverno da sola, ed una seconda ragazza, Rin,  molto distratta e sbadata ma anche allegra e solare (sebbene basti poco per “accenderla”) che ha finito per “perdersi” in quella zona e viene aiutata da Nadeshiko, con la quale fa amicizia.

La fine episodio inoltre implica che ci saranno altri personaggi (ovvero quelli mostrati nell’intro) introdotti ed un club scolastico di “attività all’aperto” che entrerà in gioco nel prossimo episodio.

Yuru Camp chibi on the log

Come inizio, è assai convincente (se avete un qualsiasi interesse nel tema e negli anime slice of life in generale), con dei begli sfondi e panoramiche di paesaggi montani giapponesi, dei design molto carini e gradevoli, decenti scambi di battute, una qualità dei disegni decente/buona, ed un feeling generale molto accomodante. E vi dà consigli su cosa fare nel caso doveste fare camping voi, il che è carino ed utile, sebbene non necessario (specialmente se come me venite da anni di campeggio).

È sicuramente una delle serie che seguirò in questa stagione anime invernale, assieme a Junji Ito Collection, sul quale ci sarà un numero di Primacrema a breve.