Pur non avendo visto il terzo film della serie, ho adorato i primi due film di Men In Black, ed anche grazie al loro riapparire in tv negli anni, posso dire non solo per nostalgia, ma perchè sono ancora gradevoli, divertenti e ben fatte action comedy sci-fi con il gusto da B-movie anni 50 che hanno retto la prova del tempo molto bene per blockbuster estivi.
Quindi quando emerse l’idea di un nuovo MIB con “Thor e Valkyrie”… sì, a prescindere da cosa pensiate di Thor: Ragnarok (che personalmente gradii molto), l’intesa tra i personaggi di Chris Hemsworth e Tessa Thompson era una delle parti migliori. Ma i primi dubbi (ancora prima della ricezione critica estera tutt’altro che positiva) mi vennero a vedere la Sony Pictures caricare il trailer del film… praticamente allo stesso modo di quello de La Mummia (2017), solo che stavolta ci sono i dialoghi, a volte, niente musica.
Forse era fatto apposta per attirare attenzione e views, forse era un presagio scritto nelle viscere di questa industria che non vuole lasciare una serie “morta” od a riposo, e non si ingrazia certamente nessuno con questa risma di seguito/spin-off, la cui preoccupazione principale è tenervi seduti davanti allo schermo per 2 ore, e più tenervi pacificati con le terga sulla poltrona che intrattenervi. L’esperienza media esemplare, che non suscita quasi nessuna reazione, positiva o negativa che sia, in cui ottime (seppur ovvie) scelte di casting impediscono letargie mentre la banale storia procede, sorretta da un altrettanto flaccida sceneggiatura, con tanto di finale pieno di clichè senza fascino o stile.
Non è neanche troppo mediocre da diventare paradossalmente irritante, è solo un film che campa di luce riflessa del franchise, che vedrete e subito dimenticherete.
E la serie merita di meglio di “non sono morto dalla noia”.
Non che importi davvero.