[EXPRESSO] Ad Astra (2019) | Pater Cosmos

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3 anni dopo The Lost City Of Z (qui uscito sotto il banalissimo “Civiltà Perduta”), il regista di Little Odessa, I Padroni Della Notte e Blood Ties (tra gli altri) ci porta nel prossimo futuro della terra, uno non molto distante ma in cui i viaggi interplanetari sono ormai comuni, con lune e satelliti contesi da varie nazioni, senza però aver trovato l’esistenza di altre forme di vita intelligente.

Roy McBride (Brad Pitt) è un formidabile astronauta, capace di mantenere compostezza in ogni situazione, ma emozionalmente rigido e complessato, anche nei momenti di intimità è sempre fin troppo impostato, tanto da arrivare al divorzio. Viene contattato in segreto per partecipare ad una missione finalizzata a fermare le onde elettriche provenienti da Nettuno, che stanno causando continue tempeste elettromagnetiche sulla Terra, con enormi danni e numerose vittime. E l’agenzia spaziale sospetta che ci dietro a questo fenomeno ci sia il padre di Roy, un astronauta geniale e dedicato (Tommy Lee Jones), creduto morto da 19 anni dopo il fallimento del progetto Lima vicino – appunto – a Nettuno.

Quindi questo per Roy diventa un viaggio per affrontare anche il padre distante (in tutti i sensi), un modo per tentare di superare la crisi esistenziale, una traversata tra le stelle ed i satelliti che è molto ben fatta, con ottimo dramma, con alcune scene d’azione inusuali (specialmente una, che mai mi sarei immaginato di vedere in un film con questo tono) ma non distraenti, che anzi servono da contrappeso a segmenti a volte un pelo troppo mesti.

Buon film, con ottima cinematografia, visuali e creativo set design, anche se il commento/narrazione di Roy a volte esplica temi ed elementi che non lo necessitano, il ritmo della narrazione è un po’ lento a tratti, ed alcuni aspetti dalla trama non siano spiegati benissimo.

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