GRIND CAFE R #12 : Zombeavers (2014)

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Anno: 2014
Nazione: Stati Uniti
Durata: 1 ora e 17 minuti
Regia: Jordan Rubin

Benvenuti ad uno dei numeri più corti di sempre di Grind Cafè R.

Perchè un film come Zombeavers è sintetismo cinematografico di genere incarnato, al punto che potete sapere /prevedere tutto guardando solo la locandina. Ci sono teenager, c’è un lago, ci sono castori zombi.

Ed è vero. Ma – non a caso – manca il perchè ci sono castori zombi in primo luogo. La risposta è il classico barile di liquame radioattivo-tossico-mutante che casca accidentalmente da un camioncino di smaltimento scorie (stavolta per investimento brutale di cervo) nel lago sottostante, un vecchio preferito da B-movie. Sul perchè i teenager sono lì… la risposta è la stessa, B-movie, abbiamo bisogno di qualche vittima per il bestio di turni, quindi cosa meglio di stereotipi di genere, compreso il vecchio brizzolato che aiuta gli adolescenti (venuti al lago per “staccare un pò” e mostrare zinne) a combattere la dentata minaccia di zombie edili?

Il trucco è che Zombeavers sfugge dal trend “film brutto su commissione” abbracciando la sua natura di B-movie SENZA usarla come scusa per non provarci neanche, tutt’altro. I personaggi sono appositamente esagerati, così come le recitazioni, gli effetti speciali in particolare sono molto superiori alla media: niente castori generati digitalmente con il budget per un Merendero e 1/2, ma animatronics di buona qualità (in alcuni casi pupazzi comunque fatti assai bene) ed anche gore di ottima fattura e discreta quantità.

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Il film in Italia è pubblicato dalla Midnight Factory (più sensato di vedergli portare qua The Bye Bye Man) su DVD e Blu-Ray, ed è un’ottima edizione, con buon doppiaggio italiano e vari filmati su retroscena, making of, scene tagliate. Assai migliore di quanto potevo immaginare, e meritevole di stare nella collezione di ogni appassionato di B-movies e cinema di genere, qualcuno dovrà pur fare compagnia sulla mensola a Zarkorr! e Zombie Self-Defence Force.

Non necessariamente amare il genere horror e le sue nicchie ti garantisce di fare un buon B-movie, ma il film di Jordan Rubin usa con affetto ed efficacia i clichè di genere (come le creature non-morte che in qualche modo sanno tagliare linee telefoniche, intenzionalmente), riuscendo a sfruttare appieno la tipicamente biafrana trama di queste creature feature ed un tono ironico (prendendo parecchio da Gremlins e derivati) per creare una divertita e divertente horror-commedia che dura esattamente quanto deve, ha tutto quello che potete volere da un film del genere, ed è uno di quei film in cui le gaffe inserite nei crediti di coda (con tanto di scena post-crediti volutamente ambigua su un possibile seguito) non risultano messe per far simpatia in maniera cinica, ma genuine papere da cui traspare il tono divertito ed allegro che a sua volta si trasmette nel film.

E come ciliegina sulla torta, il tema jazz di Zombeavers durante il credit roll finale.

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Sarei sorpreso se non diventerà un film di culto nel tempo, perchè è assai divertente e si meriterebbe maggiore attenzione dai fan di horror e dintorni, specialmente quelli con un senso dell’umorismo funzionante. 🙂

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