
Progetto multimediale di Roberto “Lrnz” Recchioni di cui abbiamo curiosamente prima il film e poi il fumetto (o “graphic novel”, se ve lo fa diventare più grosso), Monolith è la storia di una coppia in crisi, con i due che si accordano nel far portare da lei il figlio per un viaggio, a patto che guidi la nuova macchina, detta Monolith, con IA raffinata, di fatto corazzata, l’apice della sicurezza alla guida.
Ecco, con il controllo remoto via telefono della Monolith, magari non dare il telefono al tuo bambino, permettendogli di chiudersi dentro la fortezza su ruote nel mezzo del deserto mentre non guardi un secondo. É un peccato che il film debba generare il suo dramma da un atto un filo stupido, ok, se tutti nei film facessero scelte giuste succederebbe ben poco, ma era facilmente evitabile, ed è comunque perdonabile perchè il dramma che scaturisce da questo è ben fatto.
Sebbene incastrata su una trita storia di conflitto di coppia, c’è una lotta per la sopravvivenza accesa e disperata contro l’ancora di salvezza che rischia di diventare tomba inviolabile del giovane figlio, la lotta tra uomo/donna/etc. e tecnologia, che si consuma in bellissimi scenari desertici catturati dall’ottima cinematografia in panoramiche ricche ed estese.
Purtroppo però ci sono sequenze di sogno fin troppo ovvie e prive di finezza (troppo dirette e trite), sottotrame che non vanno da nessuna parte, come il fatto che la madre era una cantante famosa anni fa, o scene come quella dell’aereo. Nulla che rovina il ritmo ma ultimamente non sistema il problema grosso del film, cioè la caratterizzazione quasi inesistente.
Questo film è tutto esecuzione, vi interesserà vedere cosa succede più per istintuale curiosità che perchè vi interessi davvero di personaggi a malapena definibili tali, poco più di crudi ruoli narrativi.
Decente, nel complesso.
