GRIND CAFE R #12 : Zombeavers (2014)

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Anno: 2014
Nazione: Stati Uniti
Durata: 1 ora e 17 minuti
Regia: Jordan Rubin

Benvenuti ad uno dei numeri più corti di sempre di Grind Cafè R.

Perchè un film come Zombeavers è sintetismo cinematografico di genere incarnato, al punto che potete sapere /prevedere tutto guardando solo la locandina. Ci sono teenager, c’è un lago, ci sono castori zombi. Continua a leggere

GRIND CAFE R #8: Vampire Girl VS Frankenstein Girl (2009)

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Anno: 2009
Nazione: Giappone
Durata: 1 ora e 25 minuti
Regia: Yoshihiro Nishimura, Naoyuki Tomomatsu

A volte mi chiedo cosa penserebbe Mary Shelley (e Bram Stoker, in questo caso) di film come questi, una volta spiegatogli il concetto di “lungometraggio”. Non per molto, ma me lo chiedo, dopo dovermi ricordare che no, stranamente NON è diretto da Noboru Iguchi, ed ha lo stesso coreografo di Meatball Machine e Tokyo Gore Police, Taku Sakaguchi, ma a sua volta il signor Nishimura (esperto di effetti speciali e già regista del sopraccitato Tokyo Gore Police) ha lavorato con Iguchi, sarebbe stato strano il contrario, tutto considerato. Continua a leggere

[EXPRESSO] Countdown (2019) | Terms and Conditions

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Sì, qualcuno avevo già fatto un film su una app assassina, l’olandese APP/Android del 2013, ma non l’ho visto, e molto probabilmente neanche sapevate esistesse, visto che non è mai arrivata in Italia al cinema, e neanche in altra maniera.

Quindi sì, Countdown è su un app che una volta attivata rivela quanto rimane da vivere alla persona, con un conto alla rovescia che non si rivela essere innocuo marketing virale od un trend fabbricato a tavolino, visto che le persone che la provano sono ritrovate tutte morte, esattamente all’ora prevista dalla app, e la giovane infermiera protagonista cerca disperatamente un modo per salvarsi la pelle e prevedere l’inevitabile.

I techno-horror non sono certo una novità, anzi, sono ciclici, e riflettono il periodo in cui escono, che sia via la computer grafica de Il Tagliaerbe o concetti come I.A. che impregnano donne in Demon Seed/Generazione Proteus. Ma non ho subito pensato a questi quando vidi il trailer, piuttosto a come il setup sia semplicemente una variante tecnologica di Final Destination, impressione che viene confermata, ma – a mia sorpresa e piacere -c’è di più, in quanto si arriva a mettere di mezzo anche esorcisti e possessioni, e non dico altro per evitare spoiler.

Nonostante la premessa possa sembrare stupida e pacchiana da morire, il concetto dietro è meglio sviluppato del previsto, gli effetti speciali non sono male (non aspettatevi gore o cisterne di sangue, però), i personaggi gradevoli ma nulla di incredibile (il mio preferito è il goffo nerd- teologo-esorcista fai da te), le recitazioni competenti, e sebbene sia un rimpacchettamento di Final Destination con altre elementi di sottogeneri horror diversi tirati nel mix, il risultato finale è…….. decente.

Nulla di incredibile, ma con questa premessa che fa temere il peggio, e per una produzione piccola… niente male davvero. Carino.

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[EXPRESSO] Doctor Sleep (2019) | Lords Of Magick

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L’idea di un seguito di The Shining non è così strana di per sé, visto che Stephen King scrisse proprio quello nel 2013 con Doctor Sleep, qui adattato per il cinema, ma – in una scelta assai ambiziosa – anche come seguito del film di Kubrick, che notoriamente prende molte libertà dal libro di King, il quale non apprezzò.

Non avendo nessuno dei due romanzi originari, non posso dire di più.
Ma posso fare una breve sinossi.

Dopo gli avvenimenti nell’Overlook Hotel, Dan Torrance e sua madre Wendy vanno in Florida, ma Dan continua ad avere visioni e strani eventi per la sua “luccicanza”, e con l’aiuto di un vecchio amico, trova un modo per gestire questi fantasmi ed entità. Ma gli anni passano, Wendy muore, e Dan cade vittima di alcolismo come suo padre prima di lui, vivendo squallidamente in varie città americane, fino a che arriva a Frazier, dove viene aiutato a superare la sua dipendenza dall’alcol ed inizia a lavorare come inserviente in un ospizio, confortando con i suoi poteri i vecchi prossimi a trapassare.

Ma Dan non sa che esistono altre persone con la luccicanza, finchè non viene contattata da una bambina di nome Abra, la quale scopre di una setta di altre persone magiche, Il Vero Nodo, che si nutrono di individui con la luccicanza, anche bambini, che torturano ed uccidono per pasteggiare sul “vapore” magico che lasciano uscire…

Va ammesso, non è un film corto e richiede un po’ per ingranare, ma vale assolutamente la pena, e Mike Flanagan riesce nel non facile lavoro di unire due film molto diversi (con anche una citazione alla mini-serie di The Shining), anche se è sempre strano vedere ricreate scene da The Shining senza gli attori originali, sebbene senza inquietanti ricreazioni digitali stile Peter Cushing in Rogue One.

Ottimo assai.

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[EXPRESSO] Eat Local – A Cena Con I Vampiri (2017) | Toothless

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Sì, questo è un film vecchio di 2 anni, e solo ora arriva nei cinema, sicuro figlio di estremi compromessi per farlo uscire nelle sale senza passar diretto per l’home video o servizi di streaming. Certo, anche l’ottimo The Devil’s Candy arrivò anni dopo da noi, ma è un pessimo auspicio.

E come vorrei che fosse solo quello.

La premessa vede un gruppo di vampiri riunirsi in una casa di campagna per discutere di come spartire i territori e di come riempire il buco vacante nella cerchia, appena creatosi perchè uno di loro è andato troppo oltre. Una vampira porta un umano ignaro di tutto sperando di poterlo recrutare, ma le cose si complicano quando la casa è assediata dai militari, accompagnati da un prete perchè a quanto pare ogni divisione del Vaticano nelle opere horror funziona come quella di Hellsing.

Ora, non ho visto What We Do In The Shadows (film o serie tv), quindi non so se ci sono similarità con essa, ma è abbastanza palese che Jason Flaming abbia cercato di fare una commedia horror à-la Joss Whedon o Edward Wright (più il primo). E ci ha decisamente provato, ma così ti metti in condizione da non poter sfuggire a confronti con essi, e quando questo è quello messo in mostra, beh, non saranno favorevoli.

Eat Local è un’insulsa e noiosa commedia horror, assolutamente insopportabile, che spreca un buon cast (comprensivo di Brian Cox) in terribili, terribili gag, siano “moderne” o stantie sono pessime, i personaggi insulsi, la trama vacua e stupida. Un brutto film è una cosa, una brutta commedia è mefistofelica opera, una che sprofonda nel brutto ma senza mai scivolare nel “so bad it’s good”, neanche per sbaglio. Cosa resa assai amara dal fatto che ci hanno provato, eccome, a farlo funzionare.

Lasciate perdere.

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Introducing Grind Cafè R

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Eccoci alla terza e ultima incarnazione del Grind Cafè (almeno per quanto riguarda recensioni scritte), la versione “Redux” della rubrica di horror, b-movies e affini, che abbandona il formato double bill per numeri dedicati ad un singolo film/serie tv/etc.

Inoltre, ci potranno essere alcuni occasionali repost da vecchie incarnazioni della rubrica, ma vecchie recensioni saranno revisionate, modificate, se non riscritte da zero.

Iniziamo a breve con niente popò di meno che un film dall’amato autore horror Lucio Fulci!

[EXPRESSO] Brightburn (2019) | Liquid, Liquid Evil

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Non prevedevo una recensione di questo, ma eccoci qua.

Perchè mi trovo concorde con gran parte della critica, questo film (scritto da Brian e Mark Gunn, e prodotto da James Gunn) ha un ottimo concept, ma è frustrante vedere come non ci sia molto altro a “tirare” il film oltre l’idea di fondo. E quella di un film con supereroi horror è un’idea fantastica, non del tutto nuova (dal poco che so per osmosi dei fumetti americani), ma di sicuro è nuova per il cinema, visto che The New Mutants è ancora in pieno development hell, chissà quando (o se, o come) ne uscirà.

La premessa è che una navicella aliena si schianta vicino una fattoria di Brightburn, Kansas, e la coppia con problemi di fertilità trova un bambino dentro la navicella, chiamandolo Brandon e decidendo di crescerlo come loro figlio (come in Superman). Quando però Brandon incomincia a sentire i primi accenni di pubertà, si sente attratto da qualcosa sigillato nel fienile, scopre di avere superpoteri, ed incomincia ad usargli per vendicarsi di chiunque osi contraddirlo o sfidarlo, uccidendolo con estrema brutalità e lasciando una criptica firma sulle scene del crimine (che è pressappoco identica al Marchio Sacrificale di Berserk).

Il problema non è una cattiva esecuzione, il promettere horror e poi non mostrare le parti truculente (che ci sono eccome), od anche il finale, è che…. una volta letta anche una striminzita sinossi, saprete esattamente cosa succederà. Non necessariamente un male se l’esecuzione è buona, ed è buona (le recitazioni pure), ma non c’è nessuna sorpresa, nessun altro elemento extra, quando magari poteva/doveva esserci, e perciò diventa frustrante dover constatare come il film non sfrutti appieno il potenziale insito nel concept.

Ciònonostante, un film più che decente, meritevole di almeno un’occhiata, anche se non inizierà un nuovo trend.

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