Prima di tutto, devo far notare come questo film sia stato filmato tra il 1970 ed il 1976, ma infine distribuito solo quest’anno via Netflix, 40 anni e passa dopo, ancor più di The Man Who Killed Don Quixote…. o Death Bed: The Bed That Eats, film che altrimenti non hanno nulla in comune.
Un caso particolare comunque, visto che fu girato da Welles assieme a vari amici registi ed attori (tra i quali Peter Bogdanovich), ma è innegabilmente un film di Orson Welles, uno che tocca un argomento insolito per il regista, e comunica con l’eredità di un certo cinema europeo E quello hollywoodiano, satirizzando entrambi, e facendo una riflessione (anche auto-biografica, visti i paralleli che si possono tracciare) sul rapporto regista-attore, e sul cinema stesso.
Il setup è quello del “film dentro il film”, con un vecchio regista hollywoodiano, Jake Hannaford, che dà una festa per mostrare il suo ultimo progetto, un film ancora incompiuto chiamato “The Other Side Of The Wind”, estremista, senza dialoghi, con molta nudità e con un bassissimo budget, proiettato per far contenti i suoi “seguaci”, cinefili, giornalisti ed altri curiosi. Ma questo party – assai grottesco – è anche occasione per vedere le crepe, non solo quelle sul volto del regista (che mette in discussione anche la sua sessualità), ma nella moltitudine di persone che lo seguono, e nell’immagine di “uno e trino” che essi vogliono proiettare su di lui.
Il modo in cui è girato è interessante, come un mockumentary, alternando bianco e nero con parti in colore, ed usando molte inquadrature ravvicinate dei volti, spesso oscurate parzialmente o riprese in forte ombra (maggiormente enfatizzata dal bianco e nero). Non so ancora se definirlo un capolavoro postumo, e se – parafrasando The Critic – “(i film) sono ancora meglio da morto!”, ma senza dubbio, ne è valsa la pena.