[Retrospettiva One Piece] #3: Il Tesoro Del Re (2002)

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Regia: Junji Shimizu
Sceneggiatura: Hiroshi Hashimoto
Titolo Internazionale: One Piece: Chopper’s Kingdom on the Island of Strange Animals
Durata: 55 minuti
Storia Originale:
Corto allegato: Dream Soccer King

Dopo aver affrontato la noia (dorata, ma sempre noia era) ed i fratelli Trump (no, non quelli), l’anno successivo i Cappello Di Paglia volarono più basso, nell’ultimo film – per un pò – dalla durata ridotta della serie (anche l’ultimo per Hiroshi Hashimoto,  Shimizu sarebbe ritornato più avanti), anch’esso mostrato in double-bill con un film di Digimon, in questo caso Digimon Tamers: Runaway Locomon.

Ambientato post-Isola Di Drum, Il Tesoro Del Re vede la ciurma arrivare sulla misteriosa Isola Della Corona (così chiamata per la sua conformazione), ma un geyser colpisce la Merry e fa cascare fuoribordo l’appena acquisito Tony Tony Chopper. Ma le convenienze dello script fanno sì che i bizzarri e – parlanti – animali dell’isola compiano un rituale che, secondo una profezia, avrebbe fatto arrivare dal cielo il loro nuovo re (dopo che il precedente fosse spirato), e quindi incoronano il confuso Chopper, caduto proprio in mezzo a loro.

Nel frattempo, i Cappello Di Paglia sono in cerca del loro dottore di bordo, ma incontratno il conte Butler, un bizzarro zoologo genio (autoproclamato) e cacciatore di tesori, alla ricerca delle corna di un particolare animale, che dovrebbero conferire gran potere a chi le mangia. Ad aiutarlo ci sono il generale Hot Dog ed il presidente Snake, un violino con cui Butler ha addomesticato una nativa specie di bovini mangiacorna, ed una sorprendente crudeltà nascosta sotto il suo buffo fare.

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La prima cosa che salta all’occhio – come dovrebbe – è l’animazione, in quanto non sembra più un lungo episodio della serie TV (sebbene con maggiore cura), ma un vero e proprio film, una produzione cinematografica, con maggior budget ed ambizione, e si nota soprattutto nell’uso dei colori e nei disegni, più curati e con una buona glossatura. É un film visualmente ben curato, e si nota che la crew dietro si è sbizzarrita con il concetto dell’isola con strani animali, vista la pletora di bizzarri e ridicoli incroci (una caratteristica tipica di One Piece fin dall’inizio, a ben vedere) visibili in quasi ogni scena di gruppo, che rende divertente anche fermare il film per cercare se c’è qualche ibrido esilarante nascosto nell’immagine, oltre ai soliti Pandaman. 🙂

Sebbene sia molto meglio animato e disegnato dei due precedenti film, Il Tesoro Del Re è anche notabilmente più… stupidotto dei suoi precedessori. Non orrendo, ma per questa sceneggiatura Hiroshi Hashimoto ha scelto di giocare più sul comico e sul ridicolo, prendendo la “via facile”, con un umorismo che ha i suoi momenti ma non è granche, animali parlanti e – soprattutto – una storia non particolarmente ispirata, non fuori luogo per One Piece, ma boh, ci sono mini-storie raccontate da Oda via le pagina/cover dei capitoli meglio scritte e più interessanti. L’idea di fare una storia con Chopper al centro è decente, ma manca di chissà quale conflitto, e per quanto vorrebbe avere il buon dottore diviso tra gli animali dell’isola e la ciurma…. quel tipo di conflitto non esiste davvero qui, visto che è per pura casualità e coincidenza che Chopper diventa re.

Visto il tono scelto, non sorprende quindi che abbiamo di nuovo dei cattivi pensati per essere comici, tonti e ridicoli (già dai nomi) più che una vera minaccia intesa da prendere sul serio come antagonisti, e se non altro Butler (il cui design è “punk Falco via video musicale di Rock Me Amadeus”), Hot Dog (che perlomeno ha la faccia da cane XD) e Snake sono un più che competente trio di cattivi stupidotti, sebbene non del tutto inetti.

A questo proposito, immagino Hashimoto avesse voluto invertire il solito abbinamento di personaggi per gli scontri, perchè Zoro combatte quello che sarebbe di solito un avversario da Sanji, e Sanji combatte quello con l’arma da taglio/spada, e non è uno sbaglio, è fatto appositamente (stavolta sono accoppiati negli scontri per le simili personalità, non per l’arma o lo stile di combattimento), come le battute di fine scontro di Sanji e Zoro rendono chiaro.

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Per quanto riguarda i combattimenti, la maggiore cura nei disegni e nell’animazione è gradita, ma la sceneggiatura abusa un po’ più del dovuto del clichè del personaggio che subisce dall’avversario fino ad essere allo stremo, e poi gli fa il culo a strisce in tre secondi. Capisco che è fatto per far sì che certi combattimenti durino di più ed il tutto non finisca in mezz’ora, ma è una soluzione che può essere scusata per serie tv, non in una sceneggiatura di un medio/lungometraggio, ancor più quando è fatta in maniera così dozzinale ed in un film che non raggiunge neanche i 60 minuti. Ed è stupido vedere come (anche) Chopper non attende se non gli ultimi minuti per trasformarsi al fine di difendersi e/o attaccare, visto che già scene prima poteva farlo “senza fare male ad altri”, come afferma dopo.

Un’altra scelta inusuale di sceneggiatura è che le corna leggendarie NON sono un Frutto Del Diavolo non-canon, sono delle corna bizzarre che trasformano in uno strano gorilla cornuto e finiscono per essere comunque l’equivalente di un Frutto Del Diavolo, una scelta strana in quanto non sarebbe stato affatto bizzarro avere un animale che mangia un Frutto, ancor più visto che il film è perlopiù su Chopper, che si trova addossategli responsabilità enormi a cui non vorrebbe adempiere ma che è spinto a non fuggire subito – oltre che dal suo essere un dottore – da un bambino umano che vive con gli animali, Mobambi, uno irritante ed un po’ egoistico, sebbene con buone intenzioni.

Il bambino abbandonato/orfano sembra una sorta di tradizione per i film – e non solo, va ammesso – di One Piece (come i padri solitamente inesistenti nei titoli Pokèmon), ed onestamente Mobambi è il peggiore (almeno fin’ora), perchè non solo è il solito bambino incosciente che finisce per far qualcosa che lo farebbe ammazzare non fosse per Luffy e compagnia, è pure geloso di Chopper che ha altri amici oltre lui, ha una backstory tragica assai generica, e nel complesso quello che gli succede alla conclusione del film sembra più un modo per zittirlo e non averlo più a lamentarsi in giro con gente che non gli deve niente, mossa del tutto comprensibile e ragionevole, va detto.

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Il Tesoro Del Re è un film di One Piece che incarna perfettamente il detto “un passo avanti ed uno/due indietro”, con ancora più budget che permette una qualità dei disegni e dell’animazione più curati e cinematografici, con visuali ancora più colorate ed interessanti (i disegnatori si saranno divertiti a creare le dozzine di animali bizzarri che riempiono gli sfondi, come il punkefante od il cuboceronte), ma una storia e sceneggiatura – con alcune scelte strane – poco ispirate, con caratterizzazioni ed umorismo molto d’ufficio, con altri antagonisti comici ed un assai irritante bambino abbandonato a rompere le balle ai Cappello Di Paglia.

Non è male, si lascia guardare senza problemi, è divertente fermare il video solo per vedere quanti bizzarri incroci a caso di animali potete scovare nel frame, e ci sono alcune battute divertenti in mezzo a tante fin troppo tipiche, ma sembra che per questo loro ultimo film di One Piece assieme il regista e lo sceneggiatore (soprattutto) non abbiano manco provato a migliorare quanto fatto su Avventura All’Isola Spirale, anzi,abbiano fatto un paio di passi indietro, con una storia che è facilmente superata da un mini-racconto a puntate messo sulle prime pagine dei capitoli, e sembra stiracchiare i propri clichè per allungare la broda, nonostante sia un altro film di One Piece che non raggiunge manco l’ora di durata.

Una piccola, piccola avventura con animali parlanti ed uno zoologo vestito da punk Mozart che mangia corna come se fossero pannocchie, gradevole ma abbastanza dimenticabile in tutto, che lascia con alcune visuali simpatiche e poco altro.

Si è fatto e visto di meglio, anche in questo specifico ambito.

 

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