KAIJU-A-GO GO #8: Dragon Wars: D-War (2007)

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Anno: 2007
Regia: Shim Hyung-rae
Sceneggiatura: Shim Hyung-rae
Durata: 1 ora 36 minuti
Titolo Originale: D-War
Titolo Internazionale: Dragon Wars
Disponibilità In Italia: DVD

Siccome abbiamo fatto 30 con Yonggary/Reptilian, facciamo 31, con Dragon Wars: D-War, sempre diretto da Shim Hyung-rae e pensato come una continuazione di sorta a quanto fatto con il suo remake/reboot di Yongary, con un cast perlopiù americano per appeal internazionale, ma oltre alla presenza di coreani nel tuo monster movie coreano, l’idea è leggermente più interessante, visto che si rifa a leggende del foklore coreano sui draghi.

E non cercare di copiare Roland Emmerich aiuta.

Sì, la storia verte su due serpenti mistici del folklore coreano, gli Imugi, degli enormi serpenti, uno buono ed uno cattivo, che si contendono un individuo capace di fargli diventare dei draghi celestiali, detto Yuh Yi Joo, con il giovane protagonista Ethan che viene incaricato dal misterioso Jack di proteggere la prossima reincarnazione dell’essere, tale Sarah Daniels di Los Angeles, da un’imogi corrotto detto Buraki.

15 anni dopo questa rivelazione Buraki assalta la città per catturare Sarah usando la sua armata di dragoni, cavalieri e mostri, ed Ethan deve aiutarla a fuggire le grinfie dell’Imogi corrotto, ma la cosa rievoca anche le memorie delle loro vite precedenti…

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Il budget è notevolmente aumentato, il che si traduce in CG finalmente presentabile per i numerosi mostri messi a schermo, lontano è lo Yonggary passato in lavatrice senza programma colori del 1999/2001, e se siete qui per vedere numerosi rettili giganti a schermo fare casino e sputare fiamme su cose, Dragon Wars ce li ha, tra draghi stile occidentale, serpentoni, dinosauri, draghi orientali, anche inspiegabili mucco-rettili da guerra con mortai che sembrano fuori posto, non quanto le armate di cavalieri medievali fantasy comandati dal generale in armatura nera e spada magica alle dipendenze del malvagio Buraki, perchè c’è. Non sono mai del tutto credibili come elemento che esiste a schermo, ma la CG è decisamente decente-buona per le bestie in sé.

Se siete qui per avere qualsiasi altra cosa (compresa una spiegazione alla commistione di dinosauri militarizzati e truppe fantasy in armatura), beh, preparatevi a rimanere con un bel pugno di mosche, perchè purtroppo Shim Hyung-rae non ha imparato quasi nulla nei 7/8 anni passati da Reptilian, ed almeno in quello la scelta di avere un cast totalmente americano a fare un monster movie in stile americano (con il tocco orientale del mostro contro mostro)… beh pagava, a modo suo, ed i terribili dialoghi e scene gli davano il fascino da b-movie.

Dragon Wars invece sembra essere due film diversi rattoppati insieme, con un prologo che spiega la leggenda degli Imugi e di come i prescelti dal paradiso ricevano l’opportunità di diventare draghi consumando il messo divino inviato sulla terra, dell’Imugi maligno e del suo tentativo di rubare la benedizione/upgrade dall’Imugi buono, e di come una tragica storia d’amore mandò in fumo il tutto….

Ed anche con il film che taglia ai personaggi americani durante per il prologo stesso per far capire come sono correlati a quelli del flashback (sono reincarnazioni), è difficile credere che tutto sia stato pensato così, si ha l’impressione di dover coinvolgere in qualche modo Godfrey Ho per spiegare come le scene ambientate nella Corea fantasy-medioevali ci azzecchino qualcosa con quelle ambientate nella moderna Los Angeles.

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Forzature fatte per amor di marketing a parte, il problema è che la storia fa molto poco con queste premesse, non aiutata dal fatto che non viene mai dato tanto spazio ai personaggi per venire definiti, quindi siete messi a seguire protagonisti assolutamente blandi e insipidi, e l’autogol di legargli alle “loro precedenti vite” che dovrebbe dargli un bagaglio emotivo e motivazioni, ma gli rende ancora più anonimi e puramente strumentali, quindi la risoluzione finale intesa come triste chiusura fiabesca…. non lascia nessun impatto, come è possibile con questi personaggi e queste recitazioni in autopilota da parte del cast americano?

Un peccato perchè questo non è neanche pessimo, con Robert Forster (Jackie Brown, The Black Hole, El Camino: A Breaking Bad Movie, etc.) in un ruolo di supporto di Jack, e Jason Behr (Dawson’s Creek, Roswell, Skinwalkers, il remake americano di The Grudge del 2004) nei panni del protagonista Ethan è ok, ma nessuno sembra avere chissà quale direzione o motivazione data al personaggio.

E purtroppo non si ride neanche molto, non ci sono le scene so bad it’s good come quella dello scienziato-Frankenstein dell’ultim’ora di Reptilian. Sì, vedere il lacchè in armatura del cattivo investito da macchine 2 volte nel giro di 5 minuti è divertente, devo ammetterlo, ma per il resto il tutto è privo di una qualsiasi ironia o particolare boria, con un tono di sciatta serietà al tutto che non dà nessuno charm accidentale alla pellicola, direi. E quando c’è comicità, è estremamente dozzinale e povera; assai difficile credere al regista quando dice del suo passato di comico con un film del genere.

Se non altro è assai scorrevole, c’è diversa azione (pure troppa, a tratti, e certe scene campali sanno molto di “trilogia prequel di Star Wars”) e la narrativa procede, c’è abbastanza spettacolo da traghettare il tutto verso lo scontro finale tra gli Imugi, ma anche questo accade un po’ a caso, non è particolarmente lunga o soddisfacente come pugna tra kaiju, e – come già detto prima – è difficile sentirsi coinvolti nello sviluppo della trama e personaggi, o fregarsene dei dettagli un po’ sghembi sul come e sul perchè, il film è finito, vi ricorderete comunque poco oltre la premessa interessante (derivata da leggende coreane), il prologo ambientato nella Corea medioevale (magari ci fossero stati più flashback) ed il variegato bestiario.

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Un tentativo con più budget, idee e personalità dietro, ma che purtroppo mi fa preferire Reptilian, il caso di “quando era peggio”, perchè almeno ci si faceva qualche risata di più a causa dall’incompetenza generale e del voler ignorare i palesi ed inamovibili limiti di produzione, nonostante portassero ad aver lavato il mostro con secchi di diluente.

Indice Kaiju: Glass Dragons From Korea Angeles

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