Pokémon Spada/Scudo DLC 2 – Le Terre Innevate Della Corona [RECENSIONE]

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Ok, è passato non poco tempo dall’ultimo post, ma odio lasciare le cose a metà, quindi – come promesso 3 mesi fa – eccoci per la seconda parte del Pass Espansione di Pokemon Spada e Scudo, con La Terre Innevate Della Corona. Ambientato – appropriatamente – nella nuova zona introdotta, la gelida Landa Corona.

Nome italiano concepito non di recente, come potete immaginare, sebbene sia una traduzione giusta, per quanto infelice.

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KAIJU-A-GO GO #7: Yonggary/Reptilian (1999-2001)

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Anno: 1999-2001
Regia: Hyung-rae Shim
Sceneggiatura: Hyung-rae Shim, Marty Poole
Durata: 1 ora 39 minuti
Titolo Originale: 2001 Yonggary
Titolo Internazionale: Reptilian
Disponibilità In Italia: nessuna

Sì, l’anno d’uscita non è un errore, visto che la versione originale uscì nel 1999 (come 2001 Yonggary), e poi la versione aggiornata nel 2001 fu portata in america come Reptilian, perchè realisticamente quasi nessuno sapeva chi fosse Yongary, di cui questo film è un remake.
Od almeno questo è quello che il titolo implica. Continua a leggere

KAIJU-A-GO GO #6: Yongary (1967)

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Anno: 1967
Regia: Kim Ki-duk
Sceneggiatura: Kim Ki-duk, Seo Yun-sung
Durata: 1 ora e 20 minuti (versione americana-internazionale-sopravvissuta)
Titolo Originale: Taekoesu Yongary (Great Monster Yongary)
Titolo Internazionale: Yongary, Monster From The Deep
Disponibilità In Italia: DVD Fantacult (tiratura limitata 999 copie)

Godzilla è nella sua prima, gloriosa era, la cosiddetta “Era Showa” del franchise… non nel 1967, visto che quell’anno uscì il famigerato Son of Godzilla, e la serie prese una piega – ironicamente – più simile a Gamera. Probabilmente intuendo il vacillare temporaneo del Big G, la Corea del Sud decise che era il loro momento per inseguire – di nuovo – la lunghissima coda atomica con un loro mostro, Yongary. Continua a leggere

[EXPRESSO] Star Wars: L’Ascesa Di Skywalker (2019) | My Pal, Friendpatine

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Ok, leviamoci questo di torno, fino all’inevitabile prossima trilogia di Star Wars.

Ora, personalmente non mi piacque Il Risveglio Della Forza in quanto “100 super summer hits” di roba già vista decenni fa (e non vado pazzo per Star Wars, in generale), ma almeno quello aveva un punto, un qualcosa, oltre all’inaugurare una nuova trilogia. L’Ascesa Di Skywalker invece si impone solo di dare una chiusura ad essa, e riesce a far questo nel modo più inelegante possibile, cercando di “rettificare con vendetta” cose dal precedente film per farle incastrare a forza in questo.

Tanto a forza che hanno ripescato Palpatine, non è un segreto, è nel text crawl iniziale. Non saprei dirvi il come (pare fosse spiegato in una scena cruciale NON nel film, ma mostrata live in Fortnite), ma il perchè diventa chiaro: J.J. Abrams ha rifatto Il Ritorno Dello Jedi. E non è un’affermazione iperbolica, affatto, visto come ricopia quasi alla lettera numerosi momenti da Episodio VI, incurante dell’impatto sugli archi narrativi dei personaggi, e con una sceneggiatura parecchio imbarazzante.

Non ho mai letto fan fictions, sarò onesto, ma questo è ciò a cui penso quando sento il termine, un casino totale in cui accadono certamente cose, con enormi palate di fanservice messe per cercare di “placare le bestie”. Anche la presenza di Palpatine, pur gradita, è segno che neanche i gozzillioni della Disney evitano lo svergognato andare a staccare pezzi dalla trilogia originale, senza aggiungere nulla di sostanza.

Ci sono modi peggiori di passare 2 ore e mezzo, almeno è quel tipo di brutto che ad un livello basico basico intrattiene (nonostante sia una notevole regressione rispetto al film precedente), la trama scorre, cose succedono, ed è interessante nel modo in cui è un guazzabuglio totale nel nome di contentare gli incontentabili e di bieca codardia aziendale.

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Introducing Grind Cafè R

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Eccoci alla terza e ultima incarnazione del Grind Cafè (almeno per quanto riguarda recensioni scritte), la versione “Redux” della rubrica di horror, b-movies e affini, che abbandona il formato double bill per numeri dedicati ad un singolo film/serie tv/etc.

Inoltre, ci potranno essere alcuni occasionali repost da vecchie incarnazioni della rubrica, ma vecchie recensioni saranno revisionate, modificate, se non riscritte da zero.

Iniziamo a breve con niente popò di meno che un film dall’amato autore horror Lucio Fulci!

[EXPRESSO] Men In Black: International (2019) | Mediocrizer

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Pur non avendo visto il terzo film della serie, ho adorato i primi due film di Men In Black, ed anche grazie al loro riapparire in tv negli anni, posso dire non solo per nostalgia, ma perchè sono ancora gradevoli, divertenti e ben fatte action comedy sci-fi con il gusto da B-movie anni 50 che hanno retto la prova del tempo molto bene per blockbuster estivi.

Quindi quando emerse l’idea di un nuovo MIB con “Thor e Valkyrie”… sì, a prescindere da cosa pensiate di Thor: Ragnarok (che personalmente gradii molto), l’intesa tra i personaggi di Chris Hemsworth e Tessa Thompson era una delle parti migliori. Ma i primi dubbi (ancora prima della ricezione critica estera tutt’altro che positiva) mi vennero a vedere la Sony Pictures caricare il trailer del film… praticamente allo stesso modo di quello de La Mummia (2017), solo che stavolta ci sono i dialoghi, a volte, niente musica.

Forse era fatto apposta per attirare attenzione e views, forse era un presagio scritto nelle viscere di questa industria che non vuole lasciare una serie “morta” od a riposo, e non si ingrazia certamente nessuno con questa risma di seguito/spin-off, la cui preoccupazione principale è tenervi seduti davanti allo schermo per 2 ore, e più tenervi pacificati con le terga sulla poltrona che intrattenervi. L’esperienza media esemplare, che non suscita quasi nessuna reazione, positiva o negativa che sia, in cui ottime (seppur ovvie) scelte di casting impediscono letargie mentre la banale storia procede, sorretta da un altrettanto flaccida sceneggiatura, con tanto di finale pieno di clichè senza fascino o stile.

Non è neanche troppo mediocre da diventare paradossalmente irritante, è solo un film che campa di luce riflessa del franchise, che vedrete e subito dimenticherete.

E la serie merita di meglio di “non sono morto dalla noia”.

Non che importi davvero.

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